di Vincenzo Di Maio
Dalla prospettiva del Primordialismo Visionario, la sacra dote dei poteri mistici è una dominanza temporale e spirituale attribuita alla nascita alle genti pneumatiche dell’umanità presenti in tutti i popoli del mondo, con il fine di guidare le proprie nazioni e le proprie comunità verso la salvezza delle anime, attraverso l’ausilio delle genti psichiche superiori e delle genti psichiche inferiori che vengono richiamati all’ordine divino di pascolare i greggi delle genti iliche maggiori, le quali sono totalmente succubi delle terribili genti iliche minori, che cercano ogni giorno di trascinarli senza amore in un incubo di vita.
Questa sacra dote, o meglio questo reale e concreto sacerdozio segreto, guida ogni giorno i popoli del mondo verso l’ordine dell’armonia cosmica attraverso una gerarchia angelica terrestre, una gerarchia spirituale che discrimina le ingiustizie sociali, mondiali e cosmiche definite dal disegno divino di Dio Altissimo, al fine di togliere persone innocenti alla macchina della distruzione della Devianza Originaria fin dai tempi più remoti e originari della Tradizione Primordiale, una manipolazione continua multilivello della realtà che oggi ha raggiunto proporzioni geografiche mai viste prima, dove la sofferenza assume i più disparati segni tangibili di questa realtà concreta.
Quindi, questi eroi del risveglio che ancora oggi cercano di condurre i popoli sulla retta via, al fine di sottrarre gli innocenti alla macchina della distruzione delle tradizioni antropologiche, sono angeli terrestri appartenenti ognuno ad una delle Cinque Sacre Religioni Tradizionali Rivelate e Autentiche che spesso sono anche persone laiche di grande spiritualità che applicano nella loro vita i fondamenti etici, morali e spirituali della propria religione di appartenenza e che cercano ogni giorno anche di scoprire le radici originali della propria tradizione religiosa, proprio come ad esempio il cristianesimo originario non prevedeva solo il celibato monacale ma anche un sacerdozio nuziale con una o più mogli, un sacro matrimonio in cui tutti i membri di questa comunità familiare sono testimonianza attiva della volontà di Dio Altissimo, proprio come in altro modo è riconosciuto nella poligamia islamica, nella poligamia induista, nella poligamia buddhista e nella poligamia taoista.
Così quindi, anticamente ai primordi della tradizione, come anche alla prossima riaffermazione definitiva della Tradizione Primordiale, la poligamia viene riconosciuta come valore tradizionale e viene praticata per rendere manifesti i disegni divini di applicazione dei valori tradizionali religiosi della propria appartenenza animica e dei valori tradizionali imperiali della propria appartenenza cosmica.
Difatti, senza scomodare le altre sacre religioni tradizionali rivelate e autentiche, secondo il buddhismo tantrico le vere sacerdotesse della Luna
in realtà sono le mogli del Sole
proprio come ogni Buddha possiede una consorte Yogi ed un numero non specificato di Dakini.
Basta leggersi il libro tibetano dei morti per sapere che in tempi immemori prediluviani, il mondo era unificato dalla reggenza imperiale del Buddha del Sole e della Luna e il cosmo era sorretto da loro attraverso il potere del Buddha.
Un pò come se il governo imperiale spettasse al re sacerdote con le sue mogli sacerdotesse di cui l’imperatrice consorte ne era il fulcro centrale.
Il re sacerdote dispone e le regine sacerdotesse pongono.
Questo è il vero principio universale.
Pertanto passando dalla macrosociologia ad una prospettiva microsociologica la poligamia, che non è un obbligo morale rispetto alla monogamia, possiamo dire che l’uomo eroico come Ulisse ha cura di preservarsi per raggiungere la sua amata Penelope che lo attende sempre e nonostante tutte le avversità, una virtù maschile e femminile che fa del desiderio una potente arma contro il mondo materiale, la quale se posta in termini di poligamia significa che le spose si uniscono in nome di una sorellanza nuziale per difendersi dal maligno, una visione del matrimonio in genere che non è una semplice scelta ma un dovere divino di realizzare l’amore eterno sulla terra, attraverso la coniugazione del verbo di Dio sublimato nell’unione nuziale.
Così la poligamia diventa una componente tradizionale importante che va sostenuta non soltanto in tutti i Cinque Sacri Continenti del nostro pianeta Urantia, ma promossa soprattutto nella civiltà cardinale della Vecchia Europa, ancora frammentata, divisa e autodistruttiva da forze che impediscono di permettere una rigenerazione demografica delle nazioni europee.

