di Luciano Tovaglieri,
Segretario Nazionale di IGNIS – Fuoco Italico.
Dai vaccini ai missili: la truffa del secolo ai danni dei ceti medi e dell’Europa, ci troviamo di fatto di fronte ad una rapina legalizzata: così le crisi mondiali (create ad arte) arricchiscono l’élite e impoveriscono i popoli.
Negli ultimi cinque anni l’economia mondiale è stata attraversata da due shock epocali: la pandemia da Covid-19 e lo scoppio di nuove guerre su scala regionale, dall’Ucraina alla Palestina. Al di là delle narrazioni ufficiali, i dati economici mostrano un filo rosso che lega questi eventi: un gigantesco flusso di risorse verso le grandi corporation statunitensi – farmaceutiche prima, belliche poi – e un continuo aggravarsi del debito pubblico USA. L’impressione è che questi fenomeni rappresentino tentativi estremi di tamponare una crisi strutturale dell’economia americana, scaricandone i costi su contribuenti e Paesi alleati.
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1. Il boom dei vaccini: decine di miliardi in poche stagioni
Con il Covid-19, le big pharma americane hanno registrato guadagni senza precedenti.
• Pfizer-BioNTech: 36 miliardi $ di vendite nel 2021, 11 miliardi nel 2023.
• Moderna: 17,7 miliardi $ solo nel 2021.
• Complessivamente, Pfizer, BioNTech e Moderna hanno portato a casa circa 90 miliardi $ di profitti nel biennio 2021–2022.
• Il valore globale generato dai vaccini è stato stimato in oltre 5 trilioni di dollari, di cui circa 1,9 trilioni legati al solo Comirnaty di Pfizer-BioNTech.
Un’operazione che ha trasformato l’emergenza sanitaria in una miniera d’oro per poche multinazionali, sostenute da fondi pubblici e da campagne vaccinali di massa finanziate in larga parte dai governi europei.
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2. L’industria delle armi: la guerra come business
All’indomani della pandemia, l’esplosione del conflitto in Ucraina (2022) e la guerra in Palestina (dal 2023) hanno rilanciato in modo spettacolare i bilanci dell’industria militare americana.
• Nel 2023, i ricavi delle 41 aziende statunitensi del settore hanno raggiunto 317 miliardi $ (+2,5%).
• Tra 2020 e 2024, i contratti del Pentagono sono stati pari a 2,4 trilioni $, con 771 miliardi assegnati ai cinque colossi principali (Lockheed Martin, RTX, Boeing, General Dynamics, Northrop Grumman).
• Nel 2024, le vendite di armi all’estero hanno toccato il record storico di 318,7 miliardi $ (+29%), spinte dalla domanda europea e asiatica legata all’Ucraina e al Medio Oriente.
• Solo verso Israele, tra il 2023 e il 2024, sono stati destinati 18 miliardi $ in forniture dirette, con impegni per altri 30 miliardi.
• Lockheed Martin e RTX hanno visto crescere i ricavi dei missili di oltre l’8–11%.
Le guerre, dunque, hanno agito come un moltiplicatore di profitti per un’industria che vive di crisi e conflitti: più instabilità significa più contratti, più vendite, più dividendi.
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3. Il macigno del debito pubblico USA
Se questi numeri fotografano guadagni colossali per farmaceutiche e contractor militari, dall’altra parte resta il nodo irrisolto: il debito pubblico americano.
• Nel 2020, con la pandemia, il debito USA ha superato per la prima volta i 26 trilioni $.
• Oggi, nel 2025, è arrivato a oltre 34 trilioni $, con un rapporto debito/PIL superiore al 120%.
• Solo di interessi sul debito, gli Stati Uniti pagano più di 1 trilione $ l’anno – una cifra superiore all’intero bilancio per la difesa di qualunque altro Paese.
La spesa per vaccini e armi ha garantito ricavi enormi a pochi colossi, ma ha ulteriormente gravato sulle finanze pubbliche, scaricando i costi su contribuenti interni ed esteri.
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4. Una strategia estrema per evitare il collasso?
Letti insieme, questi dati suggeriscono una dinamica inquietante:
• La pandemia da Covid-19 ha innescato un gigantesco trasferimento di risorse pubbliche verso le case farmaceutiche americane.
• Le guerre in Ucraina e Palestina hanno poi spinto a un secondo trasferimento, questa volta verso l’industria bellica.
• In entrambi i casi, i costi sono stati sostenuti non solo dai cittadini americani, ma anche – e soprattutto – dai contribuenti europei, attraverso acquisti di vaccini, contributi NATO e pacchetti di aiuti all’Ucraina.
• Il risultato è un gigantesco spostamento di ricchezza dai ceti medi ai vertici dell’élite economica e finanziaria, con Big Pharma e complesso militare-industriale come principali beneficiari.
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5. Una crisi di leadership
Questi tentativi, tuttavia, non cancellano la realtà: l’America è oggi un Paese che affronta una gravissima crisi di leadership politica, economica e militare. La supremazia globale è contestata dalla Cina e da nuove potenze regionali, mentre l’egemonia finanziaria è erosa da debito e inflazione.
Le élite statunitensi cercano di guadagnare tempo con emergenze “globali” che giustificano spese eccezionali, profitti record e nuove forme di dipendenza economica degli alleati. Ma ogni “cura” sembra peggiorare la malattia: debito crescente, impoverimento dei ceti medi, instabilità diffusa.
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Conclusione
Dai vaccini ai missili, il copione è lo stesso: una crisi viene trasformata in business per pochi colossi americani, mentre i costi vengono socializzati su scala internazionale. Il debito pubblico USA continua a crescere senza controllo e l’economia americana resta in bilico, sempre più dipendente da guerre, emergenze e dall’obbligo di trascinare i propri alleati nel finanziamento di questa macchina.
Più che di un modello di successo, siamo di fronte a un estremo tentativo di rinviare il collasso di un impero in crisi, con un gigantesco trasferimento di ricchezza dai popoli all’élite, e dall’Europa all’America.

