L’ascesa di Russia India e Cina come Stati-civiltà

di Alexander Dugin

03.09.2025

Aleksandr Dugin osserva che Vladimir Putin, Xi Jinping e Narendra Modi incarnano civiltà antiche che ora affermano la loro sovranità all’interno dei propri sistemi di valori.

I nostri Stati non sono identici: alcuni vantano un vantaggio demografico, altri una crescita economica, altri ancora una posizione geopolitica, risorse naturali, armamenti o tecnologia. Tuttavia, nessuno di essi dipende dagli altri. Si tratta di tre poli indipendenti, ovvero multipolarità. Al centro di ciascuno di essi vi è la propria religione, identità, cultura e una lunghissima storia. Ciò riveste un significato enorme.

La Russia ha finalmente smesso di considerarsi parte dell’Occidente e ha iniziato a vedersi come il centro di un mondo russo indipendente. Lo stesso sta accadendo con l’India e la Cina. Al centro dell’identità cinese c’è l’idea confuciana dell’Impero cinese. Il maoismo e il liberalismo di Deng Xiaoping erano metodi per modernizzare la società in modo che potesse difendersi dall’Occidente. Tuttavia, il nucleo rimane immutato. La Cina sostiene i propri principi e la propria metafisica.

Anche l’India, con l’ascesa del partito conservatore Bharatiya Janata Party di Narendra Modi, comprende sempre più la sua opposizione all’Occidente come civiltà vedica. Modi ha tracciato la rotta per la decolonizzazione della coscienza indiana e la persegue con determinazione, consapevole che il sistema occidentale non si adatta alla società indiana, strutturata su altri principi.

La civiltà russa affonda le sue radici nella società indoeuropea, ai tempi dei Sarmati e degli Sciti, quando emersero gli Slavi. Tuttavia, siamo diventati una vera civiltà aderendo al cristianesimo e al bizantinismo, con la sua eredità greco-romana. Siamo gli eredi della cultura del codice indoeuropeo.

Dopo il Grande Scisma delle Chiese nell’XI secolo, le nostre strade si sono separate da quelle dell’Occidente. Noi abbiamo continuato a portare avanti il codice, mentre l’Occidente se ne allontanava. Nell’era moderna, l’Occidente ha costruito una civiltà su principi anticristiani e antiromani, rompendo con la propria essenza. Noi, nonostante le deviazioni del XVIII e XX secolo, siamo rimasti portatori della fede ortodossa in cui ci ha battezzati il santo principe Vladimir.

Dopo la caduta di Costantinopoli, siamo diventati gli unici eredi del codice. Su di noi è ricaduta la responsabilità di essere il baluardo dell’ortodossia. Non è un caso che siamo chiamati la Terza Roma. Siamo eredi non solo di una tradizione millenaria, ma di un’eredità molto più profonda, che si estende alla Persia e a Babilonia, come scrive Konstantin Malofeev nel suo libro Empire. Negli ultimi 500 anni, noi russi abbiamo portato la corona dell’Impero, salvaguardando la civiltà che l’Occidente ha abbandonato.

Noi non facciamo parte dell’Occidente; piuttosto, l’Occidente è una versione degenerata di noi stessi. Loro si sono allontanati dalla civiltà, mentre noi le siamo rimasti fedeli. Sono figli prodighi che si sono smarriti nell’inferno. Noi rimaniamo i portatori della nostra antica cultura, proprio come i cinesi sono portatori della loro e gli indiani della loro.

Dopo epoche meno favorevoli, noi, tre Stati-civiltà rinati, ci incontriamo di nuovo, avendo riconosciuto la profondità della nostra essenza. Davanti a noi c’è un nemico comune: l’Occidente. Trump avrebbe potuto diventare un altro polo sovrano se avesse superato l’egemonia dei globalisti, come intendeva fare. Eppure ha fallito.

I tre poli del mondo multipolare esistono già. Ma il club del mondo multipolare è aperto. Nel BRICS, un formato più ampio rispetto all’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai, c’è spazio per il mondo islamico, africano e latinoamericano. Più l’Occidente ci attacca, più ci avviciniamo gli uni agli altri. Anche Trump contribuisce a rendere questo processo irreversibile: sotto la sua pressione, l’India si è unita a noi.

C’è qualcosa di escatologico in tutto questo. Ora sentiamo noi stessi e il nostro destino in modo più intenso che mai negli ultimi 300 anni. Lo stesso vale per i cinesi e gli indiani. L’India, un tempo colonia, si sta risvegliando solo ora, proprio mentre la Cina ritorna al suo nucleo confuciano. Ciò che era all’inizio si rivela di nuovo alla fine.

Stiamo entrando nell’era degli Stati-civiltà, mentre l’Occidente, nel tentativo di mantenere la sua egemonia, crolla. È già chiaro a tutti: la sua egemonia è finita. Questa è la sua agonia.

Traduzione di Costantino Ceoldo

Tratto da: Geopolitika.Ru

L'ascesa di Russia India e Cina come Stati-civiltà
L’ascesa di Russia India e Cina come Stati-civiltà

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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