a cura di Monaco Guerriero
“Prima della creazione dei cieli e della terra, esisteva la Monade, lo Spirito invisibile e inconoscibile, che emanava il Pleroma, una pienezza d’esseri divini chiamati Eoni. Tra loro c’era Sophia, che, nel suo desiderio di conoscere la profondità della Monade, cadde in errore e diede alla luce un essere senza il suo consorte: un’entità dal volto di leone di nome Yaldabaoth. Cacciato dal Pleroma, Yaldabaoth rubò una parte del potere di Sophia e, nella sua ignoranza, si dichiarò l’unico dio. Con questo potere rubato, creò il cosmo, i sette cieli e gli arconti per servirlo. Plasmò Adamo dalla terra, ma Sophia Zoe, la figlia di Sophia, gli soffiò la vita, incorporando una scintilla divina. Gli arconti, invidiosi della luce di Adamo, cercarono d’intrappolarlo nell’ignoranza, ma un saggio istruttore, il serpente, rivelò la verità a Eva, esortandola a mangiare dall’Albero della Conoscenza. Così, gli occhi di Adamo ed Eva si aprirono, e riconobbero la loro natura divina, sfidando il dominio di Yaldabaoth. Questo mito insegna che il mondo materiale è una prigione e che solo attraverso la Gnosi la scintilla divina nell’umanità può tornare al regno senza re del vero Dio.
Da “L’origine del Mondo” (Biblioteca di Nag Hammadi)

