di Giuliano Noci
10 Settembre 2025
L’Intelligenza Artificiale viene spesso presentata come una bacchetta magica: basta “accenderla” e improvvisamente tutto funziona meglio. Ma non è così. Non è la lampadina di Edison che si illumina appena giri l’interruttore. L’IA è un’infrastruttura complessa, delicata e potente, che richiede di ripensare interi sistemi. Non si tratta di aggiungere un software a un ufficio: significa ridisegnare processi, riorganizzare flussi di lavoro, formare persone, preparare reti informatiche. Lo dimostrano i dati del MIT: oltre il 90% dei progetti di generative AI è fallito perché i manager hanno provato a “installare la centrale” senza rifare l’impianto. Nessuna revisione dei processi, nessuna previsione dei picchi di domanda, nessuna preparazione reale. Risultato? Blackout. Se vogliamo sfruttare davvero questa energia, dobbiamo smettere di raccontarla come una favola luminosa e iniziare a trattarla per quello che è: un’infrastruttura che obbliga a cambiare tutto, non un gadget da scaffale.

