di Mauro Marchisio
Nel Buddhismo, i mantra sono molto più di semplici parole o frasi; sono considerati potenti strumenti per la trasformazione della mente e per il progresso spirituale. La parola stessa deriva dal sanscrito “man” (mente) e “trai” (liberare o strumento), quindi un mantra è letteralmente uno “strumento per liberare la mente”.
Il potere del mantra si manifesta su diversi livelli:
Vibrazionale e sonoro: Ogni mantra è composto da sillabe sacre che si ritiene possiedano una specifica vibrazione sonora. Ripetendo un mantra, si generano onde sonore che possono influenzare il corpo e la mente, armonizzando i centri energetici (chakra) e favorendo uno stato di calma e pace interiore. L’atto stesso della recitazione aiuta a focalizzare la mente, riducendo il “rumore mentale” e i pensieri disturbanti.
Psicologico e mentale: La ripetizione costante di un mantra agisce come un punto focale per la meditazione. Distrae la mente dalle preoccupazioni quotidiane e la canalizza verso un’unica intenzione. Questo processo non solo migliora la concentrazione e la consapevolezza, ma può anche aiutare a superare emozioni negative come l’orgoglio, la gelosia, l’avidità o la rabbia, a seconda del mantra utilizzato. Ad esempio, nel Buddhismo tibetano, ogni sillaba del mantra universale Om Mani Padme Hum è associata alla purificazione di un’emozione disturbante.
Spirituale e di trasformazione: I mantra sono considerati veicoli di potere spirituale. Non sono semplici formule, ma invocazioni che connettono il praticante con le qualità specifiche di un Buddha o di un Bodhisattva. Recitare un mantra non è solo un atto di devozione, ma un mezzo per coltivare e far crescere in sé stessi le qualità che il mantra rappresenta, come la compassione, la saggezza, la generosità e la pazienza. L’obiettivo finale è purificare il proprio corpo, parola e mente per raggiungere lo stato di un Buddha.
Esempi di mantra e il loro significato:
Om Mani Padme Hum: Questo è uno dei mantra più noti e diffusi nel Buddhismo tibetano, associato al Buddha della Compassione, Avalokiteśvara. Le sei sillabe del mantra rappresentano la purificazione delle sei emozioni disturbanti (orgoglio, invidia, desiderio, ignoranza, grettezza, ostilità) e la coltivazione delle sei perfezioni (generosità, autodisciplina, pazienza, perseveranza, concentrazione, saggezza).
Oṃ Śākyamuni Mahā Mūnaye Svāhā: Questo mantra è dedicato a Buddha Śākyamuni. “Muni” significa “saggio” e la recitazione di questo mantra è un modo per onorare e invocare la saggezza e la consapevolezza del Buddha.
Oṃ Āh Hūṃ: Questo mantra, spesso usato nelle pratiche tantriche, rappresenta la purificazione del corpo, della parola e della mente. “Om” simboleggia il corpo, “Āh” la parola e “Hūṃ” la mente.
In sintesi, la pratica del mantra nel Buddhismo non è un’azione meccanica, ma un profondo processo spirituale che, attraverso la ripetizione consapevole e l’intenzione, porta a una profonda trasformazione interiore, purificando la mente e sviluppando le qualità illuminanti del Buddha.

