NETUREI KARTA: I GUARDIANI DELLA CITTA’ E LA FEDELTA’ ALLA TORAH CONTRO LE DERIVE DEL SIONISMO

Di Luciano Tovaglieri,
Segretario Nazionale di IGNIS – Fuoco Italico

I Neturei Karta sono un gruppo ebraico piccolo ma estremamente significativo, nato a Gerusalemme negli anni Trenta del Novecento. La loro origine è legata a una forte opposizione al sionismo, considerato un movimento politico e nazionalista che travisava l’essenza dell’ebraismo trasformandolo da religione spirituale a progetto di potere terreno. Il loro stesso nome, che in aramaico significa “Guardiani della Città”, racconta la missione che si attribuirono fin dall’inizio: preservare la purezza della fede e proteggere la comunità dalle tentazioni secolarizzanti e dalle manipolazioni della Torah a fini politici.

I fondatori appartenevano soprattutto al mondo dell’ebraismo haredi, quell’universo ultra-ortodosso che già negli anni Venti e Trenta vedeva con sospetto il sionismo laico, percepito come una ribellione contro Dio e contro la tradizione. Secondo la loro visione, solo il Messia avrebbe potuto riportare il popolo ebraico alla sua terra e ricostruire Israele, mentre ogni tentativo umano di farlo con la forza era non solo illegittimo, ma blasfemo. La nascita del movimento fu quindi più una scelta teologica e morale che politica, un atto di fedeltà alla Torah contro una nuova ideologia percepita come estranea e pericolosa.

Col passare dei decenni i Neturei Karta si sono consolidati come una delle voci più radicalmente anti-sioniste nel mondo ebraico. Pur essendo rimasti numericamente limitati, hanno saputo costruirsi un ruolo simbolico ben più ampio della loro effettiva consistenza. Oggi nel mondo si contano forse tra le cinquemila e le diecimila persone che si riconoscono nel movimento, con i nuclei principali concentrati a Gerusalemme, nei quartieri ultra-ortodossi come Mea Shearim, e comunità più ridotte a New York, a Monsey e in alcune città europee. Se si pensa che la popolazione ebraica mondiale è stimata intorno ai quindici milioni, i Neturei Karta rappresentano una frazione infinitesimale, meno dello 0,1 per cento. Eppure, nonostante questa irrilevanza dal punto di vista demografico, la loro visibilità mediatica è notevole: la loro presenza a manifestazioni pubbliche, a conferenze o persino a incontri con leader palestinesi e musulmani ha fatto spesso scalpore, suscitando critiche ma anche curiosità.

La radicalità delle loro posizioni li ha resi spesso bersaglio di repressione e violenze. Non è raro che durante le manifestazioni a Gerusalemme contro il servizio militare obbligatorio o contro le celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza israeliano i Neturei Karta vengano dispersi con la forza. Vi sono stati casi documentati in cui la polizia israeliana li ha manganellati, trascinati a terra, arrestati e umiliati pubblicamente, trattandoli di fatto come “nemici interni” nonostante la loro identità ebraica. Alcuni rabbini anziani del movimento sono stati visti uscire dalle proteste con i segni delle percosse, mentre i più giovani raccontano di essere stati insultati e picchiati per il semplice fatto di esibire cartelli contro il sionismo e a favore della pace con i palestinesi. Immagini circolate sulla stampa internazionale hanno mostrato uomini con la barba e i tradizionali abiti neri ortodossi presi a spinte e a colpi dai reparti antisommossa, un paradosso che colpisce chiunque osservi una scena in cui ebrei devoti vengono aggrediti dalla polizia di uno Stato che pretende di rappresentare l’intero popolo ebraico.

Il cuore della loro posizione rimane comunque la fedeltà assoluta alla Torah e alla tradizione rabbinica. Il Talmud, per i Neturei Karta, non è un insieme di norme superate ma la bussola che orienta la vita ebraica e fissa i limiti della diaspora. La Kabbalah, con la sua dimensione mistica, è parte integrante di questo patrimonio, ma non deve mai essere trasformata in un gioco esoterico o, peggio, in un’arma politica. In entrambe le direzioni, la regola è la stessa: la Torah e i suoi commentari non possono essere manipolati per giustificare conquiste, oppressioni o stermini.

Il loro messaggio al mondo ebraico è che un buon ebreo non è colui che occupa terre o scaccia altri popoli, ma colui che vive in fedeltà ai precetti divini e porta nella vita quotidiana pace e giustizia. Le derive del sionismo vengono viste come la prova di cosa accade quando i testi sacri vengono piegati a interessi mondani. In questo senso, la loro opposizione è anche una forma di vigilanza: essere “guardiani della città” significa custodire la Torah e impedire che venga deformata in strumento di dominio.

Per i Neturei Karta non è legittimo occupare case appartenenti ad altri popoli né sterminare in nome della religione. Tutto ciò rappresenta una violazione profonda dello spirito della Torah, che non è mai stata pensata come giustificazione alla sopraffazione, ma come cammino di santità e giustizia. La loro lotta si combatte soprattutto con la testimonianza pubblica, con la memoria costante del principio messianico e con l’insegnamento rivolto agli altri ebrei.

Il valore dei Neturei Karta, dunque, non si misura in numeri. Anzi, proprio la loro piccolezza numerica li rende paradossalmente più interessanti, perché il loro peso reale non è demografico ma simbolico. In un mondo in cui il sionismo è diventato quasi sinonimo di identità ebraica, la loro voce ricorda che l’ebraismo non coincide con un progetto politico, che il vero compito del popolo ebraico è spirituale e non nazionale, che la grandezza non consiste nell’occupare terre ma nel rimanere fedeli al patto con Dio.

Ai futuri ebrei, siano essi ashkenaziti o sefarditi, israeliani o della diaspora, i Neturei Karta offrono un monito chiaro: non siate manipolatori della Torah, ma custodi della sua verità. Non trasformate la religione in ideologia, ma vivetela come via di pace e prosperità. In questa prospettiva, i “Guardiani della Città” non sono soltanto un piccolo gruppo ultra-ortodosso, ma una memoria vivente di ciò che l’ebraismo può e deve essere quando rimane fedele alla sua radice più autentica.

NETUREI KARTA: I GUARDIANI DELLA CITTA' E LA FEDELTA' ALLA TORAH CONTRO LE DERIVE DEL SIONISMO
NETUREI KARTA: I GUARDIANI DELLA CITTA’ E LA FEDELTA’ ALLA TORAH CONTRO LE DERIVE DEL SIONISMO

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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