di Giuseppe Aiello
Praticamente in tutte le tradizioni spirituali, sia d’Oriente che d’Occidente, si parla in molti modi e in maniera costante, a volte quasi “fastidiosa”, dell’autocontrollo, della disciplina di sè, della lotta contro il proprio ego, ecc.
Questi riferimenti sono talmente numerosi e persistenti che a volte, umanamente, ci viene da pensare che in noi – nell’essere umano – ci sia qualcosa di cattivo, di sbagliato, qualcosa di cui dovremmo vergognarci.
Che pensare quindi?
In realtà per comprendere appieno questo aspetto, e “fare pace” con esso, basterebbe prendere l’esempio di un bambino tra 0 e i 5 anni.
Chi è genitore sa che in quella fase il bambino è costanemente in pericolo – con il cibo, gli oggetti, i mobili, le finestre, il fuoco, le prese elettriche, le auto, le scale e tutti i luoghi non idonei alla sua età, le altre persone ecc. – perchè la parte del suo essere che guida le sue azioni non comprende minimamente, o solo in piccolissima parte, tutti gli effetti negativi o i pericoli insiti in essi, fa i capricci, vuole tutto e subito.
C’è forse qualcosa di “sbagliato” in quel bambino? Certo che no!
Semplicemente, necessita di un adulto – un Intelletto – che sappia orientarlo, fermarlo anche con le cattive se necessario, limitarlo ecc. ecc. PER IL SUO BENE.
Ecco, la nostra nafs non è “sbagliata”, ma semplicemente è immatura e ci porta quasi costantemente verso il ciò che è male e pericoloso, ma allo stesso tempo ci spinge ad agire e a scoprire il mondo.
Basta saperla gestirla, guidarla e disciplinarla con uno sforzo costante.
Appunto…

