di Luca Rudra Vincenzini
Ci sono diversi approcci alle pratiche (ogni approccio corrisponde ad uno dei vari profili psicologici presenti nei Tantra) ed ognuno di essi traccia la linea del nostro livello. C’è chi pratica per:
1) ottenere potere e nuocere al prossimo, costui è un demone (asura);
2) vantarsi e darsi un tono, costui è un mondano (laukika);
3) godere dei sensi, costui è un godereccio (bhogin);
4) ricevere favori e conseguimenti materiali, costui è un pazzo (unmatta);
5) venerare una divinità, costui è un devoto (bhakta);
6) acquisire poteri sovrannaturali, costui è un perfetto (siddha);
7) raggiungere la propria liberazione, costui è un asceta (yogin);
8) aiutare gli esseri viventi, costui è un futuro Buddha (bodhisattva).
C’è poi chi pratica consapevole del fatto che nulla di ciò che si fa aggiunge né, tanto meno, sottrae un qualcosa all’Assoluto, che è completo in sè. Chi pratica, perché è nella natura della mente essere consapevoli, non è lontano dalla meta, costui è un liberato in vita (jīvanmukta).
Tu dove ti collochi?

