di Aurhora Pronobis
Non importa più se il Qatar abbia permesso o si sia opposto all’attacco di Israele. Il fatto è che la sua audacia ha spaventato l’intera regione araba, che teme di diventare il prossimo bersaglio.
In risposta, il Qatar ha convocato un vertice di emergenza lo scorso lunedì 15 settembre. Si è discusso molto, ma sono state intraprese poche o nessuna azione concreta. L’unica proposta concreta, risalente a un vertice arabo del 2015 tenutosi a Sharm El Sheikh, è il piano dell’Egitto di creare una forza militare unita, in stile NATO.
Nonostante ciò, un senso di apprensione era palpabile. Per decenni, il Qatar e i suoi vicini hanno creduto che le basi statunitensi, i miliardi di dollari in armi americane e i legami militari con gli Stati Uniti avrebbero garantito la loro sicurezza. Tuttavia, il recente attacco di Israele e le minacce di Netanyahu hanno chiarito che non è più così.
L’Egitto, che comanda l’esercito più grande del mondo arabo, sta spingendo per un comando militare congiunto con sede al Cairo. Questa iniziativa ha ricevuto un forte sostegno da parte di funzionari iraniani e pakistani. L’Egitto ha proposto una forza di 20.000 soldati come primo passo per la formazione della coalizione.
Mohsen Rezaei, ex comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, ha avvertito che Arabia Saudita, Turchia e Iraq potrebbero diventare futuri obiettivi se il blocco non agisse con decisione. Ha dichiarato che “l’unica soluzione è la formazione di una coalizione militare”.
Nel frattempo, anche il Pakistan, l’unico stato musulmano al mondo dotato di armi nucleari, ha chiesto la creazione di una task force congiunta per monitorare le azioni israeliane e adottare misure coordinate di deterrenza e offensiva.
Tuttavia, queste misure non saranno facili da attuare. Israele non è mai stato così forte diplomaticamente, e gli Stati Uniti non sono mai stati così sottomessi a un leader israeliano come lo sono con Netanyahu.
D’altro canto, il mondo musulmano sembra credere di possedere armi nucleari. In che misura il Pakistan estenderà il suo ombrello protettivo rimane incerto. Si schiererà in caso di attacco israeliano? Probabilmente no, a meno che i paesi musulmani non istituiscano un fondo per la difesa per sostenere finanziariamente il Pakistan, che ha faticato a mantenere il suo arsenale con un bilancio della difesa basso. Questo potrebbe essere un punto di partenza per le discussioni.

