a cura di Tania Perfetti
L’arrivo dei Longobardi in Italia nel 568 d.C., sotto la guida del re Alboino, segnò una fase cruciale di transizione politica e culturale nella penisola. Popolo germanico dalle origini ancora in parte avvolte nel mito, essi portarono con sé un complesso sistema di valori in cui la dimensione guerriera e la sacralità del potere erano strettamente intrecciate. Nel processo di conversione al cristianesimo, avvenuto in più fasi e caratterizzato inizialmente da un’adesione all’arianesimo e solo successivamente al cattolicesimo, i Longobardi trovarono in San Michele Arcangelo una figura capace di incarnare, senza contraddizioni, il loro ethos bellico e il nuovo orizzonte religioso.
ORIGINI DELLA DEVOZIONE
Il culto di San Michele si era già diffuso nell’area mediterranea nei secoli precedenti, favorito dall’episodio della sua apparizione sul Monte Gargano nel 490, che diede origine al celebre santuario pugliese. L’Arcangelo guerriero, difensore della Chiesa e capo delle schiere celesti, rappresentava un modello di militanza spirituale perfettamente compatibile con la mentalità longobarda, nella quale il prestigio e la protezione del guerriero celeste potevano facilmente sostituire il pantheon germanico.
È plausibile che la scelta di San Michele fosse anche una forma di “traduzione culturale”: per un popolo che venerava divinità associate alla guerra e alla giustizia, come Odino o Týr, l’Arcangelo offriva una figura analoga, ma radicata nel cristianesimo ortodosso. Questa transizione facilitava l’integrazione nella cultura religiosa latina, senza abbandonare completamente i simboli identitari legati alla forza e al comando.
MONTE SANT’ANGELO E I LONGOBARDI
L’adozione del santuario del Monte Gargano come fulcro devozionale fu un passo decisivo. Situato in un’area di progressiva penetrazione longobarda, esso divenne non solo luogo di pellegrinaggio, ma anche centro di legittimazione politica e religiosa. I duchi di Benevento, in particolare, promossero il culto dell’Arcangelo come simbolo della protezione divina sul loro potere e sulle loro conquiste. L’iconografia micheliana entrò nelle monete, nelle decorazioni e perfino nella toponomastica, creando un legame profondo tra identità politica e fede.
SIGNIFICATI SIMBOLICI E MILITARI
Per i Longobardi, San Michele non era soltanto patrono celeste, ma anche garante della giustizia e della vittoria. La sua spada, rivolta contro il drago, si prestava a molteplici letture: vittoria della fede sull’eresia, trionfo dell’ordine sul caos, legittimazione del dominio longobardo come missione provvidenziale. In questo senso, la devozione a Michele funzionava come un potente strumento ideologico, integrando la funzione guerriera del re con un mandato divino.
PERSISTENZA E EREDITA’
Anche dopo la caduta del Regno longobardo nel 774, la devozione a San Michele non venne meno. Anzi, essa si radicò ulteriormente nei territori un tempo sotto il loro controllo, passando a far parte del patrimonio religioso delle comunità locali. Lungo le vie di pellegrinaggio medievali, come la cosiddetta “Via Micaelica” che collegava il Gargano al Mont Saint-Michel in Normandia, si ritrovano tracce materiali di questa eredità: chiese, edicole, e raffigurazioni dell’Arcangelo come cavaliere vittorioso.
In prospettiva storica, il culto di San Michele tra i Longobardi rappresenta un caso esemplare di sincretismo religioso riuscito: un popolo guerriero, entrato in contatto con il cristianesimo latino, trova in una figura biblica non solo un nuovo oggetto di venerazione, ma anche un mezzo per rielaborare e perpetuare il proprio ethos all’interno di un contesto culturale mutato. Fonti e problemi di metodo: il culto micaelico tra agiografia, storiografia e memoria materiale.
La ricostruzione del rapporto tra Longobardi e San Michele si regge su un insieme di fonti eterogenee, testi agiografici e storici, documenti beneventani, e testimonianze materiali, che vanno lette con attenzione critica.
1) Agiografia garganica: il Liber de apparitione Sancti Michaelis
Il Liber de apparitione Sancti Michaelis in Monte Gargano (BHL 5948) è il testo fondativo della memoria garganica, redatto in età carolingia e strutturato in episodi miracolosi che legittimano il santuario come luogo scelto da Dio. Non è cronaca diretta degli eventi del V–VI secolo, ma una costruzione identitaria: mostra come, fra IX e X secolo, il Monte fosse già pienamente inserito in reti di pellegrinaggio e in un orizzonte politico dominato dai Longobardi di Benevento.
2) Storiografia longobarda: Paolo Diacono
La Historia Langobardorum di Paolo Diacono (fine VIII secolo) offre una cornice politica e militare in cui il Gargano assume rilevanza strategica. L’episodio del 663, con la difesa del monte da parte di forze beneventane contro i Bizantini, suggerisce un uso politico-militare del luogo, coerente con la sua sacralizzazione.
3) Diplomatica ed epigrafia: Arechi II e la regia dell’immaginario sacro
L’azione dei principi di Benevento, soprattutto Arechi II, mostra un interesse costante per santuari di forte valore simbolico. Pur non dedicando direttamente Santa Sofia a Michele, Arechi integrò il santuario garganico in un programma di monumentalizzazione e legittimazione che univa potere temporale e protezione divina.
4) Tracce materiali e geografia devozionale.
Il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo è oggi parte dell’ UNESCO “Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568–774 d.C.)”, riconoscimento che segnala l’importanza del sito nella storia politica e religiosa altomedievale. La cosiddetta “Via Micaelica” collegava il Gargano a Mont Saint-Michel, testimoniando una rete trans-europea di luoghi micaelici, spesso su alture o grotte, coerenti con l’immaginario guerriero-sacrale longobardo.
INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA
Il culto di San Michele tra i Longobardi è un esempio di sincretismo religioso riuscito. L’Arcangelo divenne il patrono ideale di un popolo che, pur convertendosi al cristianesimo latino, voleva conservare il proprio ethos militare. La sua figura permise di legare il potere politico a un mandato celeste, rafforzando l’autorità dei principi e creando un’eredità culturale che sopravvisse ben oltre la caduta del regno Liber de apparitione Sancti Michaelis in Monte Gargano (ed. e discussioni moderne). Vedi introduzioni e edizioni.
• critiche. Wikipedia De Gruyter Brill.
• Paul the Deacon, Historia Langobardorum — edizioni e traduzioni moderne. thule-italia.org Ziereis Facsimiles.
• UNESCO, Longobards in Italy. Places of Power (568-774 A.D.) — scheda ufficiale e dossier tecnico. Centro Patrimonio Mondiale UNESCO +1.
• Studi sul Santuario di Monte Sant’Angelo e sulla “Via micaelica”, vedi saggi e articoli su paesaggio sacro e pellegrinaggi. ResearchGate Wonders.
• Documentazione e studi su Arechi II e Santa Sofia (Benevento) – schede storiche e studi di archeologia e diplomatica.

