di Maria Maria
Esiste una tremenda voracità di materie prime per la transizione energetica del capitalismo multiculturale verde, una versione carbon neutral e più inclusiva del capitalismo, che, a detta sua, impedirà ulteriori catastrofi climatiche.
L’ambientalismo è una nuova forma di governo, che riorganizza il potere politico sulla vita dei cittadini e sulla natura stessa.
La transizione verso le rinnovabili ha preso forma: controllata da investitori privati in ogni parte della catena di approvvigionamento, è guidata dalle economie occidentali e sfruttata dalla Cina, e vede le nazioni in via di sviluppo quale vittima sacrificale, a causa della loro storica “maledizione delle risorse”, e quindi funzionali ad una ipotetica crisi che, peraltro, non è neppure una loro responsabilità.
L’estrattivismo è una modalità di accumulazione di materie prime attraverso la quale alcune regioni, solitamente del nord del mondo, estraggono le risorse naturali di altre regioni, principalmente per l’esportazione ed ha caratterizzato le relazioni dell’Europa con le Americhe, l’Africa e l’Asia fin dall’epoca della loro conquista e colonizzazione.
La più recente forma di estrattivismo delle compagnie minerarie è il colonialismo del carbonio, sinergico alla loro attività, in quanto utilizzato per rendere i metalli necessari alla transizione carbon neutral.
Pertanto rendere “verde” un metallo è un sistema apparentemente semplice: tutto ciò che serve è un software blockchain, una foresta protetta e naturalmente i fondi necessari a pagare i crediti acquistati. Una volta acquistate le compensazioni e tracciate le spedizioni del metallo attraverso la tecnologia blockchain il gioco è fatto.

