a cura di Martino Zeta
Gli stregoni parlano dello Spirito non per fede ma per esperienza diretta; non lo vedono come i cristiani vedono Dio, ossia un padre amorevole che si trova sopra tutto. Lo Spirito, invece, è qualcosa di molto più diretto e immediato: uno stato di coscienza che trascende la religione. Lo Spirito parla e lo si può ascoltare purchè si stia nel giusto stato di coscienza, silenzio interiore. Lo Spirito sussurra oppure dispiega immagini davanti al nostro occhio interiore. Per parlare con lo Spirito bisogna proprio cambiare stato di coscienza, ecco perchè spesso c’è stata necessità, come per gli antichi veggenti o anche, come si vede in occidente in tutti gli ordini esoterici, di particolari cerimoniali e rituali per passare da uno stato di coscienza ordinario ad un altro diverso, sottile, intenso. Il problema di queste pratiche è che vincolano e rendono dipendente il praticante dal simbolismo e gli fanno perdere di vista il collegamento originario, diretto e personalissimo con l’essenza autentica dello Spirito. Lo Spirito si trova dietro tutto ciò che esiste. Il cammino, come noi l’abbiamo intrapreso è l’arte del silenzio. Il silenzio è un passaggio tra i mondi: nel mettere a silenzio la mente, la persona diventa veicolo dello Spirito e tutte le sue azioni cominciano a radunare potere.
(Hermelinda – Memorie di una viaggiatrice dello spirito)

