di Matteo Brandi
Presidente PRO ITALIA
4 Ottobre 2025
In piazza per i palestinesi è scesa, e sta scendendo, tanta gente in buona fede che nulla ha a che fare con la feccia globalista. Ma è quest’ultima che ha egemonizzato politicamente quelle piazze. Non da ora: da subito.
La CGIL traditrice dei lavoratori, il degrado conformista dei centri sociali, gli anti-italiani del PD, gli psicopatici woke, i classisti del green e i fanatici dell’immigrazionismo sans frontières. Mondi che sventolano la bandiera palestinese perché non si sognerebbero mai di sventolare quella italiana. Sigle che incarnano il peggio del peggio dell’attacco alla nostra sovranità, politica, economica e culturale.
L’obiettivo di queste mobilitazioni, in Italia, è ricompattarsi, rimescolarsi, in vista dell’assalto elettorale al governo Meloni. Che per quanto faccia schifo non è più servo nei confronti di Israele di quanto lo siano stati i suoi predecessori. Il centrodestra lucida le terga a Tel Aviv in maniera solo più sfacciata. E idolatra l’UE come farebbe, solo con più enfasi, un esecutivo di centrosinistra.
Improvviso risveglio delle masse? Gli italiani erano già, prima della “Global Sumud Flotilla”, in maggioranza dalla parte dei palestinesi. L’operazione, che non poteva e non ha mai voluto avere un risvolto concreto, aveva un unico scopo: fornire un simbolo, un collante. Per chi?
La risposta sarà chiara nei prossimi mesi, quando vedremo sui palchi, sotto simboli immondi, parecchi personaggi protagonisti di questi mesi.
Chi pensa di poter dirottare queste manifestazioni da un’altra parte, verso imprecisate “lotte di classe” o movimenti popolari, si metta l’animo in pace: politicamente è roba loro. La macchina è ben oliata, è già partita e funziona alla grande.
Quindi bene condannare Israele, bene difendere i gazawi, bene far sentire le propria voce. Ma se avete a cuore la sovranità italiana, da cui tutto parte, non è in quelle piazze che troverete la risposta. Proprio no.

