di Matteo Brandi
Per quanto la consideri cancerogena, mi tolgo il cappello davanti alla potenza dell’egemonia culturale “de sinistra”. È lì che risiede il potere, e non smetterò mai di dirlo.
Scuole, università, produzione culturale. Una base ideologica forte, materialista ma con tutti i crismi di una religione (libri sacri, simboli, promessa del paradiso), capace di mostrarsi in mille forme diverse per poi, con un singolo richiamo, generare un collettivo riflesso pavloniano.
Un richiamo che diventa ancestrale, a cui quasi nessuno di coloro che è cresciuto in quell’humus può resistere. Come se si riattivasse un programma incastonato nel cervello.
Questa forza incanala, non può essere incanalata. Egemonizza. Non tollera né concepisce nulla al di fuori di sé.
Provare a cambiarla equivale a gettare cubetti di ghiaccio nella lava incandescente, sperando di raffreddarla. Invece la lava si pietrifica solo quando raggiunge il mare. Lì si ferma.
Al mare bisogna lavorare.

