L’ISLAM E L’ALCOL

di Giuseppe Aiello

RELAZIONE CON CHI CONSUMA BEVANDE ALCOLICHE IN PRESENZA

I musulmani che vivono in società occidentali, a prescindere che siano convertiti o meno, quasi ‎quotidianamente devono gestire situazioni e relazioni in cui è presente il consumo di bevande ‎alcoliche.‎

A prescindere dal comportamento che ogni credente decide di assumere secondo la propria ‎coscienza, quali sono le direttive formali e ufficiali delle scuole giuridiche islamiche al riguardo, a ‎cui si può fare riferimento?

PRINCIPIO DI BASE NELL’ISLAM

Nel Corano, il vino e le bevande alcoliche (khamr) sono chiaramente vietate:

“O voi che credete! In verità, il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche e le frecce divinatorie sono un’abominazione, opere di Satana. Evitateli, affinché possiate prosperare.”

(Sura 5, al-Mā’ida, 90)

Da qui deriva non solo il divieto di bere, ma anche di partecipare o approvare ciò che è vietato.

NELLE SCUOLE SUNNITE

1. Scuola Hanafi

Bevanda: harām (proibita).

Stare con chi beve:

Se l’individuo è presente solo per compagnia o lavoro e non approva né partecipa, è makrūh (fortemente sconsigliato).

Se invece resta volontariamente e partecipa alla convivialità come se approvasse, è harām, perché implica approvazione tacita del peccato (ridhā bi-l-ma‘ṣiya).

Basano questa opinione su un hadith:

“Chiunque crede in Allah e nell’Ultimo Giorno non si sieda a una tavola dove si serve vino.”

(Riportato da al-Tirmidhī, 2801)

2. Scuola Maliki

Considera il sedersi con chi beve come illecito (harām) se si partecipa alla stessa tavola o ambiente di consumo, anche senza bere.

Se si trova nello stesso luogo per necessità (ad esempio, un ristorante per lavoro) e si evita ogni approvazione, può essere permesso ma sconsigliato (makrūh).

3. Scuola Shafi‘i

Essere nella stessa stanza o tavolo dove viene consumato alcol non è lecito, anche se non si beve.

Tuttavia, se si è costretti o non si ha controllo sulla situazione (ad esempio, in un viaggio o contesto lavorativo), si consiglia di allontanarsi appena possibile.

4. Scuola Hanbali

Molto rigida: harām sedersi a una tavola dove si serve o si consuma alcol, anche se si beve solo acqua.

Il principio è quello di non condividere né apparentemente approvare un atto vietato.

NELLA SCUOLA SCIITA (Ja‘farita / Imamita)

Basandosi su hadith dagli Imam della Famiglia del Profeta (Ahl al-Bayt), la posizione è analoga, se non più restrittiva.

È vietato (harām):

Bere o servire alcol.

Sedersi alla stessa tavola o ambiente dove si consuma alcol, se ciò implica partecipazione o approvazione implicita.

Eccezioni:

Se la persona è costretta, o la presenza è necessaria (per motivi di lavoro, parentela, diplomazia, ecc.), e non c’è intenzione di approvazione né partecipazione → può essere makrūh (sconsigliato), ma non peccato.

L'ISLAM E L'ALCOL
L’ISLAM E L’ALCOL

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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