a cura di Luca Rudra Vincenzini
Abhinavagupta nel Tantrāloka spiega il motivo della sacralità del numero 108, alla sua spiegazione ne aggiungo altre del jyotiṣa (astrologia).
Abhinava cita le cinque ipostasi di Śiva legate alle sue funzioni base, ovvero:
Sadyojāta – creazione (sṛṣṭi) – ovest;
Vāmadeva–mantenimento (sthiti) – nord;
Aghora–dissoluzione (saṃhāra) – sud;
Tatpuruṣa – celamento (tirodhāna) – est;
Īśāna – rivelazione (anugraha) – zenit (e l’aspetto che concede la liberazione-mokṣa); che moltiplicati per le cinque potenze: coscienza (citi), volontà (icchā),conoscenza (jñāna), azione (kriyā) e beatitudine (ānanda) ed aggiunte de l’unità di Śiva e la differenziazione della Śakti fa 27, questo moltiplicato per la potenza (Śakti) ed il possessore della potenza (Śiva) fa 54, che a sua volta moltiplicato per l’emissione (visarga) ed il riassorbimento (bindu) fa 108.
Le altre versioni riguardano: una le 27 costellazioni (nakṣatra) moltiplicato i quattro punti cardinali (kāṣṭhā), mentre la seconda i 12 segni zodiacali (jyotiṣacakra) moltiplicato per i nove pianeti (navagraha), entrambe ad indicare la totalità della volta celeste. Oppure per arrotondamento, 108 è la distanza media tra Sole e Terra, calcolato sul diametro del Sole, e/o la distanza media tra Luna e Terra, calcolato sul diametro della Luna.
A prescindere dalla completezza del numero, che a livello popolare racchiude in sé: la Mente Universale (1), il vuoto della realizzazione finale (0) e la manifestazione infinita (8), in metacognitiva quando pensi di avere chiuso un ciclo avvii la produzione di dopamina ed endorfine, ergo con moderazione non superstiziosa può far bene…

