IL RISPETTO DEL DHARMA

di Luca Rudra Vincenzini

“Senāyor ubhayor madhye”,”nel bel mezzo (madhye) di due eserciti (senāyoḥ ubhayoḥ)”, Arjuna, sopraffatto dallo sgomento (viṣāda), interroga Kṛṣṇa sul senso intimo della guerra e sul “rispetto” del dharma in pieno conflitto.

La Bhagavadgītā è tutta incentrata su questo tema, ovvero la definizione del concetto di dharma. Il termine deriva dalla radice dhṛ sostenere e come significato primario si intende ciò che sostiene l’ordine cosmico. Non è dunque solo un mero ordine morale, piano sul quale Arjuna era bloccato da uno sgomento tipicamente umano.

Kṛṣṇa così, partendo con un sorriso, srotola con l’andare degli eventi un’analisi impeccabile sulla natura delle cose. L’ordine cosmico sovrasta quello umano che, a stento, si inserisce in uno stato di subordinanza rispetto al precedente, ben più ampio e complesso, a meno che l’essere umano non comprenda il suo ruolo.

Abhinavagupta commenterà che il dharma universale si compone di tutte le variabili creative (svātantrya), è proprio qui che una visione contratta (paśu) della realtà cade in conflitto e non coglie due punti fondamentali di esso:

1) il primo è che l’essere umano deve trovare un posto in questo motore cosmico, riscoprendosi come un mero ingranaggio nel momento in cui trova il proprio dovere di vita (svadharma) nell’abbandono alla volontà che lo sovrasta;

2) il secondo è che le azioni perché siano libere devono essere svincolate dal desiderio dei frutti (niṣkāma-karma), è necessario agire senza l’attaccamento o la repulsione verso i risultati legati ad essi, se si vuole toccare con mano la libertà di cui la Coscienza può essere capace.

Solo in tale ottica lo kṣetra fisico, ovvero il campo di battaglia in cui gli eserciti si affrontano, può essere letto come l’allegoria della mente, mentre Pāṇḍava e Kaurava possono essere visti come le qualità ed i vizi della stessa da canalizzare in “alto”, verso la coscienza che li ingloba entrambi.

Infine, solo accettando la complessità della vita si può trovare il proprio posto (svadharma) e solo seguendolo con il dovuto distacco (niṣkāma) si può ottenere il fine della liberazione in vita (jīvanmukti).

IL RISPETTO DEL DHARMA
IL RISPETTO DEL DHARMA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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