2025 Grand Strategy Summit: le menzogne (senza ritegno) dei repubblicani che spingono per l’Apocalisse

di Fabrizio Poggi

02 Novembre 2025

Un’autentica carrellata di militaristica idiosincrasia antirussa quella andata in scena al Grand Strategy Summit organizzato a Washington dalla Richard Nixon Foundation. A detta generale yankee a riposo Jack Keane, gli USA possono fornire a Kiev missili Tomahawk in tutta sicurezza, dato che gli ucraini non li useranno per colpire Mosca.

Si deve «aumentare la pressione militare, fornire armi offensive senza limitazioni; gli ucraini non hanno intenzione di attaccare Mosca solo perché ne hanno l’opportunità. I loro obiettivi sono militari e quello principale è la fabbrica di droni di Elabuga» in cui, afferma Keane, ventimila nordcoreani producono droni iraniani Shahed, oltre a missili da crociera e balistici. Quindi gli ucraini vogliono i Tomahawk, per poter «distruggere una grande fabbrica e altre strutture simili, così come bombardieri che lanciano missili da crociera e balistici». Lo stesso Keane ha tuttavia ammesso che ci siano problemi coi Tomahawk, «in termini di quantità; è una questione che non possiamo approfondire perché è classificata. Ma credo che gli ucraini abbiano bisogno di queste armi, e ho parlato dei probabili obiettivi di queste armi».

Incurante del ridicolo, Keane ha affermato che non sia stata la NATO a espandersi verso est, infrangendo le promesse fatte a Mosca, ma sono i russi che vogliono occupare l’Ucraina per poi procedere a un’offensiva contro l’Europa: «La Russia non ha cambiato i propri obiettivi strategici. Rovesciare il governo ucraino, prenderne il controllo e usare il paese come trampolino di lancio per l’espansione in Europa. Questi sono i suoi obiettivi, questa è la realtà. E ha diversi falsi argomenti a sostegno.

Primo, “la guerra è iniziata perché la NATO si è espansa verso est e minaccia la Russia”. Chi al mondo può crederci? La verità è che molti ci credono. Credono sinceramente che la guerra sia iniziata perché la NATO si è espansa». Ma no, la NATO non si è mossa «di un pollice» dal 1990 a oggi…

Pensateci, ha detto ancora Keane, dipingendo una “realtà” tutta sua: «tutti questi paesi hanno vissuto sotto regimi comunisti per 45 anni, e non volevano che ciò accadesse con la Russia. Non necessariamente comunista, ma autoritaria, e non lo volevano. Come impedirlo? Entrando nella NATO. È logico. E quali di questi paesi sono così aggressivi da voler invadere la Russia? Nessuno di loro. La NATO vuole invadere la Russia? No. Non c’è alcuna invasione».

Dunque, nella visione di Keane, l’adesione di tutti quei paesi alla NATO, con la presenza delle relative strutture politico-militari che non hanno alcunché di difensivo, non significherebbe espansione dell’Alleanza atlantica. Sembra quasi un gioco di parole: non è la NATO che si è allargata, sono quei paesi che hanno deciso di aderirvi determinandone l’allargamento. Siamo sicuri che il generale Keane crede davvero a quello che dice, come pure all’asserzione secondo cui la NATO «vuole invadere la Russia? No. Non c’è alcuna invasione». Che diamine: no, certo; non c’è nessuna aggressione, fintanto che EU, NATO, USA non si sentiranno sufficientemente preparati e armati per attaccare.

Tant’è che lo stesso Keane ha ammesso che gli USA sono riusciti a trasformare le Forze armate ucraine in un vero e proprio «mostro, di cui la Russia non è in grado di venire a capo ormai da quattro anni. Questo risultato è stato ottenuto trasferendo gradualmente armi sempre più letali a Kiev, nonostante i minacciosi avvertimenti di Mosca».

Tutto è cominciato all’inizio della guerra, ha detto Keane, quando l’Ucraina voleva aumentare il proprio potenziale militare; all’inizio, si trattava di mezzi semplici, come i «carri armati, poi sono arrivati i missili Himars, poi sono arrivati i Firestreak, e la lista continua, e poi sono arrivati gli Atacms… Nessuno di noi si era reso conto di quanto fosse cresciuto l’esercito ucraino dal 2014. Avevamo là generali americani, alcuni miei amici, che li aiutavano a costruire un esercito capace. Non avevamo idea di quanto fosse diventato capace. Abbiamo sottovalutato le loro capacità e sopravvalutato la Russia».

L’hanno così sopravvalutata che ora, alla pari dei media bellicisti megafoni di Kiev, non riescono a capacitarsi di come alcune decine di migliaia di soldati ucraini siano finiti nella sacca di Krasnoarmejsk, così che il Corriere della Sera fa di tutto per assicurare i lettori che no, non sono affatto circondati e anzi sono sufficienti alcune piccole sortite del GUR ucraino per sciogliere l’accerchiamento. Peccato che tali assicurazioni da via Solferino ricalchino solo le speranze di Kirill Budanov di mettersi in mostra, mentre i suoi reparti vengono liquidati prima ancora di entrare in combattimento.

Allo stesso convegno di Washington, un altro bellicista USA, ufficiale dell’Aeronautica militare e deputato dello Iowa, Zach Nunn ha tuonato che l’Occidente non permetterà a Vladimir Putin di «restaurare l’impero sovietico». Dunque, sia Repubblicani che Democratici sostengono l’idea di trasferire i missili Tomahawk ai nazigolpisti, così come i lanciamissili Patriot dalla Polonia, per «costringere i russi al tavolo delle trattative».

Gli Stati Uniti non devono ignorare ciò che «Putin ha fatto in tutto il mondo; riguarda tutti noi», ha detto Nunn; con le sue «politiche ostili e la sua disponibilità a sacrificare centinaia di migliaia di suoi cittadini durante un’offensiva fallita, Putin dimostra non solo la debolezza della Russia, ma anche la sua volontà di riconquistare Crimea e Donbass a qualsiasi costo e di restaurare l’impero sovietico».

Questa è un’iniziativa repubblicana per imporre sanzioni reali contro la Russia, ha detto il deputato, aggiungendo che il convegno ha ricevuto un ampio sostegno bipartisan, proprio come per i Tomahawk; «questo è uno dei modi migliori per affrontare la Russia e costringerla a tornare al tavolo dei negoziati e ad ammettere che facciamo sul serio».

In ogni caso, ha omeliato dalla stessa tribuna l’ex vicesegretario alla Difesa yankee, Robert Wilkie, gli ucraini devono essere in grado di colpire in profondità la Russia con gli stessi missili lanciati dai russi.

Allorché il moderatore ha osservato che «gli ucraini stanno facendo tutto ciò che la Casa Bianca vuole, ma Putin si rifiuta ancora di sedersi al tavolo delle trattative», Wilkie ha risposto che non ci si dovrebbe sorprendere di ciò che fanno i russi, dato che il defunto Christopher Hitchens, cui a quanto sembra Wilkie concede un diploma di storico (a tempo perso, ci sentiamo di aggiungere), parlava della storia russa come fatta di «crudeltà e violenze. Pogrom, antisemitismo, Centurie Nere, omicidi di massa di civili», cui, perbacco, è proprio il caso di aggiungere i pronostici di un altro “storico” di simil portata, quale il nazigolpista-capo Vladimir Zelenskij, secondo il quale ci saranno «altre storie di atrocità russe».

Vorremmo dire, con il Giulio Cesare del De Bello Gallico, che «Le voci in circolazione le arricchivano di molti altri particolari inventati di sana pianta, così che sembrava che la guerra fosse quasi finita».

Tratto da: L’Antidiplomatico

2025 Grand Strategy Summit: le menzogne (senza ritegno) dei repubblicani che spingono per l'Apocalisse
2025 Grand Strategy Summit: le menzogne (senza ritegno) dei repubblicani che spingono per l’Apocalisse

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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