LA TORRE CHE CADE

<<IL RE DI UNA TORRE E’ IL SERVO DELLA GLEBA DI QUELLA SEGUENTE: MISTERO DELLA LAMA XVI.>>

(non-Chiara)

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Più o meno tutti conosciamo il significato di pericolo che porta la Lama XVI dei Tarocchi (La Torre): non esiste spiegazione di questa Lama che non ne evidenzi il messaggio di distruzione che investe colui che si erge superbo della propria “grandezza” interiore, il delirio dell’ego spiritualizzato.

Però, a quanto pare, esiste anche un’altra interpretazione, in pieno rispetto dei livelli del cabalistico P.a.R.D.e.S., e questo flash me ne ha offerto sorprendentemente un’ulteriore…

Secondo il modo di intendere del flash infatti, il re che cade dalla torre rappresenterebbe il massimo sviluppo spirituale raggiunto ad un certo livello vibrazionale, livello rappresentato dalla torre da scalare.

Per passare al livello superiore e rizzare la torre del grado vibrazionale seguente, bisogna lavorare coi mattoni intatti caduti a causa della distruzione della torre precedente, coi quali è possibile erigere la nuova torre. In questo caso allora, i mattoni intatti rappresenterebbero ciò che di valido siamo riusciti a edificare sviluppando i talenti interiori e sgrezzando la nostra Pietra.

Significativa trovo la definizione di SERVO DELLA GLEBA per l’uomo che si ritrova a edificare e poi scalare la nuova torre: non è la propria terra (zolla di terra) interiore che un Alchimista deve saper lavorare per elevarsi dallo stato di schiavo a quello di Re?

Sul Cammino di Ritorno ci sono quindi tante torri quanti sono i livelli da superare, e ogni passaggio di ottava è preceduto da una caduta/prova la quale può essere non esclusivamente di natura interiore, ma anche fisica abbinandosi all’espulsione dei vecchi paradigmi. Il nostro fisico è espressione esterna del nostro animico interiore ed è logico che, modificandosi/espandendosi l’interiore, lo stesso sforzo debba essere sostenuto anche dall’esteriore. Non esistono confini fissi nei vari elementi costitutivi di un uomo: tutto è espressione di un’unità a vari stadi di manifestazione e cristallizzazione. Siamo noi che riusciamo a concepire solo linearmente con un prima, un adesso ed un poi ma, se facciamo lo sforzo di staccarci da questa interpretazione oggettiva spazio-temporale, ci accorgeremmo che in realtà, come esseri essenti, non esiste né prima né dopo e neanche inizio e né fine essendo il Tutto (ed anche noi che ne facciamo parte) un gran circolo omnicomprensivo e multidirezionale: in sintesi una sfera infinita.

Mi faccio una domanda: quante torri dovrà edificare e distruggere un figlio di Dio prima di tornare a Casa?

LA TORRE CHE CADE
LA TORRE CHE CADE

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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