a cura di Roberto De Lorenzo Meo
Un’eventuale adesione al BRICS dell’Italia
saldamente legata a UE, NATO e USA, apporterebbe diversificazione e ampliamento al proprio margine diplomatico e geopolitico senza dipendere più completamente da Bruxelles e da Washington, con più spazio di manovra nel Mediterraneo e verso l’Africa, regioni cruciali per i BRICS.
Il BRICS da semplice forum economico si sta man mano evolvendo a pilastro del nuovo ordine multipolare, promuovendo cooperazione, sviluppo e autonomia dei Paesi emergenti. Se riuscirà a superare le rivalità interne e a costruire istituzioni solide, potrebbe segnare la fine del monopolio geopolitico Anglo Occidentale e l’inizio di un equilibrio mondiale più inclusivo.
A ● Consolidamento economico e monetario
riducendo la dipendenza dal sistema SWIFT e. dal dominio del dollaro. Stabilizzazione dei tassi di cambio favorendo scambi più equi.
B ●Espansione geopolitica, più sicurezza alimentare energetica, con il possibile allargamento del gruppo ad altri paesi emergenti.
C ● Cooperazione infrastrutturale. La Nuova Banca di Sviluppo (NDB) dei BRICS può diventare una vera alternativa alla Banca Mondiale e al FMI.
D ● I Paesi BRICS possono ridurre la loro dipendenza finanziaria e commerciale dall’Occidente, avendo accesso a finanziamenti in valute locali o in moneta BRICS.
E ● Diversificazione dei mercati. Avere nuovi canali di scambio con partner non occidentali significa maggiore resistenza alle crisi (come sanzioni o recessioni USA/UE).
F ● Un mondo multipolare, in cui più potenze cooperano invece di competere distruttivamente, può portare a una governance globale più equilibrata e stabile.
G ● Nuovi modelli di sviluppo con un’idea di globalizzazione più equa, basata su scambio di risorse e conoscenze, non solo sulla finanza o sul debito.

