LATINO: UNA LINGUA IMMORTALE

a cura di Guendalina Maddei

Sono fuori moda: amo il latino e odio l’inglese. Per me, il latino non è una lingua morta ma una lingua immortale. I nostri figli, invece, non so perché, non riescono a finire una frase se non c’infilano dentro almeno un paio di vocaboli inglesi, o per meglio dire americani. Sarà colpa della globalizzazione, di Internet o delle canzoni di successo… Ma perché mi piace tanto il latino? Perché è sintetico.

Perché va diritto al cuore del problema. Detto in altre parole, adoro la brevitas. Prendiamo Tacito per esempio, lì dove dice «Germani fingunt et credunt» Tre parole per esprimere un concetto che in italiano ha bisogno di almeno otto parole. Una frase come «I tedeschi prima si inventano le cose e poi finiscono col credere che siano vere» lui la riassume dicendo: “fingunt et credunt”. Eccezionale!” Forse alla fine è per questo che mi piace tanto il latino: di gente che parla e parla e parla per ore senza dire nulla oggi ce ne sono anche troppi.

Luciano De Crescenzo, Il caffe sospeso

LATINO: UNA LINGUA IMMORTALE
LATINO: UNA LINGUA IMMORTALE

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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