di Stefano Erario
Da un paio di giorni, in diversi paesi si stanno moltiplicando iniziative pubbliche da parte di gruppi di Ebrei ortodossi che affermano un’accrescente attesa per la venuta imminente del Mashiach (מָשִׁיחַ, “Messia ebraico”).
Il simbolo più visibile è una bandiera gialla con una corona blu e la scritta “מָשִׁיחַ” al centro, già utilizzata da correnti messianiste legate al movimento Chabad-Lubavitch.
Le manifestazioni sono comparse in città come Gerusalemme, New York e Londra: piccoli gruppi distribuiscono materiale informativo, affiggono cartelli o sventolano la bandiera come segnale pubblico dell’annuncio. Non sono proteste politiche, ma dichiarazioni di fede basate sull’idea tradizionale secondo cui il Melekh ha-Mashiach (מֶלֶךְ הַמָּשִׁיחַ, “Re Messia”) dovrebbe comparire in un’epoca di cambiamenti globali.
All’interno del mondo ebraico osservante non mancano divergenze: alcuni rabbini considerano queste azioni un rafforzamento legittimo dell’attesa messianica, altri le giudicano premature o potenzialmente fuorvianti se presentano la venuta del Mashiach come evento imminente.
Nonostante le critiche, la bandiera gialla con la scritta “מָשִׁיחַ” sta diventando un elemento riconoscibile a livello internazionale, simbolo di un dibattito interno che oggi è tornato al centro dell’attenzione mediatica e religiosa.
Ma perché tutto questo dovrebbe interessare noi italiani?
Semplicemente perché la venuta di questo messia coinciderebbe con la distruzione di Roma (vendica della distruzione del secondo tempio).
Adesso, io il mio dovere l’ho fatto, a voi spetta il resto.
P. S. Netanyau (la bestia di Israele) alla risposta di un giornalista che gli chiedeva che libro stesse leggendo ultimamente, ha risposto quello di Barry Strauss sulla distribuzione del Tempio da parte dei “romani”, aggiungendo, dove abbiamo perso quella.
Poi con sorriso beffardo ha aggiunto: penso che dovremmo vincere lí adesso.
La bestia confonde i romani con i poveri palestinesi, se ne accorgerà della differenza.
Insomma tutto secondo i “piani” che vi dico da sempre.
Shalom

