di Marco Guzzi
Mi ricordo il mio maestro di Karate, quando ero ragazzo, che gridava con la sua voce roca di settentrionale: Basci, Basci, dovete stare Basci! e intendeva che dovessimo piegare di più le gambe nella posizione di Kiba Dachi, e così abbassare di molto il nostro baricentro.
Cosa non molto facile, e piuttosto faticosa …..
Nella tradizione giapponese è fondamentale centrarsi in quel punto del corpo, un po’ sotto l’ombelico, che viene detto anche Hara.
Più sei saldo, infatti, centrato nello Hara, e meno sei volatile, diventa molto difficile spostarti, e saprai affrontare ogni avversario da una posizione di forza.
In tal senso i maestri giapponesi considerano noi occidentali parecchio squilibrati, sempre in bilico, e pronti a cadere.
Ecco, oggi pensavo a questo bisogno di stare bassi, centrati in quel punto, dove in realtà sfumano tutte le nostre illusioni.
Oggi più che mai restare bassi, bassi, sempre ben radicati.
Se infatti impariamo ad espirare lasciando che l’espiro scenda fino a lì, quattro dita sotto l’ombelico, la nostra visione del mondo cambia radicalmente, e il nostro cuore ritrova uno strano equilibrio, una grande pace.
D’altronde in un certo senso quel punto sembra lo sbocco finale della nostra vita, lì sembra cioè che andiamo a morire, in quanto da lì in fondo ha preso il via anche la nostra esistenza
Ma questa morte, che ritaglia il nostro cordone ombelicale, può diventare il miracolo di una nascita nell’Eterno, in una Sfera cioè definitivamente salda e sicura, dove in ogni momento possiamo tornare a riposare.

