Sull’Esoterismo

di Marco Calzoli

Hartmann sosteneva che dentro ogni essere della natura vi è un potere intrinseco o anima che lo guida nello sviluppo. Ogni essere apparentemente animato, ogni pianta, ogni animale e ogni uomo possiedono un principio interno che fa sviluppare la forma di cui sono costituiti. Per Hartmann si tratta di un potere magico. Egli, infatti, ha queste parole: “La natura è un Mago e tale è ogni pianta, animale o uomo che impiega i propri poteri inconsciamente e istintivamente per produrre il proprio organismo; in altre parole, ogni essere vivente è un organismo in cui è attivo il potere magico dello spirito della natura. Se un uomo dovesse conseguire la conoscenza di come controllare questo potere vitale, impiegandolo consciamente invece di sottomettersi inconsciamente alla sua influenza, allora egli sarebbe un Mago e potrebbe guidare i processi della vita nel proprio organismo e forse in quello di altri esseri”.

Sull'Esoterismo
Sull’Esoterismo

Per diventare dei Magi, occorre sviluppare questo potere interno, che la mistica indiana chiama Kundalini, raffigurandolo come un serpente di fuoco attorcigliato alla colonna vertebrale. Nella maggior parte degli uomini, la Kundalini è in stato dormiente: se inizia a destarsi, ascendendo verso l’alto, allora la persona può lavorare coscientemente per acquisire poteri magici consapevoli. I pensieri sono reali come cose, ma appartengo ad un altro grado di realtà. Nel risveglio della Kundalini il Mago riesce consapevolmente ad indirizzare le sue forme-pensiero verso la realtà sì da mutarla. Besant e Leadbeater proponevano una riflessione articolata riguardo le forme-pensiero. L’Uomo, il Pensatore, è rivestito di un corpo composto di innumerevoli combinazioni di materia sottile del piano mentale; questo corpo è più o meno raffinato nelle sue parti componenti e più o meno completamente organizzato per l’adempimento delle sue funzioni, secondo il proprio grado di sviluppo. Ogni pensiero mette in movimento una serie di vibrazioni correlative nella materia del corpo mentale, accompagnata da un gioco di colori meraviglioso, come lo zampillo di una fontana illuminata dal sole. Il corpo, sotto questo impulso, espelle una parte vibrante di sé stesso, e questa prende la sua forma dalla natura stessa delle vibrazioni, nello stesso modo che sopra un disco ricoperto dì sabbia si formano date figure sotto l’influenza di note musicali diverse. In questa operazione avviene che la particella espulsa attrae a sé materia dementale del mondo mentale, materia che è di natura straordinariamente sottile.

Otteniamo così una forma-pensiero pura e semplice, una entità vivente oltremodo attiva, che attinge vitalità all’idea che l’ha generata. Se essa è fatta di materia delle più sottili, avrà grande forza ed energia, e sotto la direzione di una volontà calma e forte potrà servire per creare portenti al di fuori, nella realtà esterna. Gli studiosi di scienze occulte conoscono tutti l’essenza elementale, quella strana vita semi-intelligente che ci circonda e che vivifica la materia dei piani mentale ed astrale. La materia cosi animata risponde facilmente all’influenza del pensiero umano ed ogni impulso emanato, sia dal corpo mentale dell’uomo che da quello astrale, si riveste di un veicolo temporaneo di questa materia vivificata. In tal modo, un pensiero o un impulso diventa per il momento una specie di essere vivente, del quale l’energia mentale sarà l’anima e la materia vivificata il corpo.

Ogni individuo si muove nello spazio, racchiuso in una specie di gabbia di costruzione propria, circondato da una massa dì forme-pensiero, che sono il frutto delle sue abituali attività mentali; attraverso tale ambiente egli osserva il mondo, e naturalmente colorisce tutto con il suo colore predominante; anche le vibrazioni che gli giungono dall’esterno sono sempre più o meno modificate dal grado vibratorio del suo ambiente. Le forme-pensiero dirette verso un dato individuo producono effetti ben determinati, i quali o si ripercuotono parzialmente sull’aura del ricevente, aumentando così il risultato totale, oppure ne vengono respinte. La forma di un pensiero di amore o di protezione, diretto con forza verso un essere amato, muove verso l’oggetto e rimane nella sua aura quasi come scudo, come agente protettore. Tale forma-pensiero cercherà tutte le occasioni per rendersi utile, per proteggere e difendere. Una forma-pensiero, sia buona sia cattiva, non potrà mai raggiungere l’aura di un’altra persona se quest’ultima non è adatta a riceverla, anzi rimbalzerà e ritornerà al mittente. Quindi un cuore puro e una mente elevata sono una vera e propria protezione contro le maledizioni (forme-pensiero cattive). Pertanto benedizioni e maledizioni ritornano al mittente se incontrano delle persone non disposte a riceverle.

Ogni uomo produce questi tre tipi di forme-pensiero:

  • Quelle che si allontanano subito da lui, perché si dirigono verso un obiettivo particolare;
  • Quelle che gli aleggiano intorno e lo seguono ovunque vada;
  • Quelle che egli lascia dietro di sé come un’orma che traccia il suo sentiero.

Per questo bisogna sempre fare attenzione ai pensieri che abbiamo, i quali si ripercuotono prima di tuto su noi stessi, creando attorno a sé stessi una atmosfera di negatività. Il pessimismo, la paura, la cattiveria sono armi che ci auto-sabotano senza che ce ne accorgiamo, e che poi possono anche ledere gli altri.

Besant (1895) ha queste parole: “Egli dunque non è soltanto un magnete che lancia linee di forza-pensiero oltre l’area del suo campo magnetico, ma è pure un magnete che attira verso di sé le sostanze che rispondono alla forza magnetica che egli emana; che la sua mente sia piena di buoni o di cattivi pensieri, ciò dipenderà ampiamente dalle linee lungo le quali la sua forza mentale si eserciterà ed egli comincerà a comprendere che col generare un pensiero buono non solo adempie un supremo dovere verso i suoi simili, ma che – come sempre avviene quando l’uomo si trova in armonia con la Legge Divina – egli stesso ritrae un utile da ciò che dà; ogni qualvolta egli manda nel mondo un nobile pensiero, costituisce in sé stesso un centro di attrazione verso il quale convergono senza sforzo altri nobili pensieri, attirati come da un’affinità magnetica, di modo che la sua mente riceverà aiuto e sarà fortificata da questi pensieri che in essa fluiscono dall’esterno. Egli riconoscerà pure con dolore e vergogna che quando lancia nel mondo un pensiero basso, crea nella propria coscienza un centro di uguale natura che attirerà i pensieri più vili esistenti nell’atmosfera, e cosi accrescerà le sue stesse tendenze verso il male, come gli altri pensieri accrescono le sue tendenze verso il bene”.

Secondo Leadbeater, la conoscenza dell’uso di queste correnti-pensiero ci rende possibile dare assistenza a chi sappiamo essere in condizioni di sofferenza o dolore. Accade molto spesso che non siamo capaci di fare qualcosa per chi soffre nel mondo fisico; la nostra presenza fisica può non essere di aiuto a lui; il suo cervello fisico può essere chiuso ai nostri suggerimenti a causa di pregiudizi o bigotterie religiose. Ma i suoi corpi astrale e mentale sono molto più facilmente impressionabili di quello fisico, e sono sempre aperti al nostro approccio attraverso onde di pensieri di aiuto o di affetto e calma. Non dobbiamo dimenticare che la legge di causa ed effetto agisce nella materia più sottile così come in quella densa, e che, conseguentemente, l’energia che vi immettiamo raggiunge il suo obiettivo e produce degli effetti.

Questo discorso è in generale per le persone comuni. Il Mago, che si trova sveglio nella sua Kundalini, ha un potere ancora maggiore di creare e di proiettare verso l’esterno le forme-pensiero. Si tratta di vera Magia! A detta di Kremmerz, chi vuole diventare Mago deve tacere, ma tacendo deve operare. Operare è agire. Si agisce sulle cose apparentemente inanimate e sugli esseri animati visibili e invisibili per mezzo di tre fattori:

  • Della volontà
  • Della scienza
  • Dell’equilibrio.

I riti esteriori sono espedienti che servono alla volontà per avere la forza di manifestarsi. È necessaria quindi una tecnica (scienza) che permetta di conoscere dove indirizzare la volontà. L’equilibrio è indispensabile per essere in armonia con la natura durante il rito magico. Secondo una legge esoterica, il polo positivo assoggetta il polo negativo. Chi è mentalmente più forte tende a guidare la persona più debole. Si tratta del magnetismo personale, quello che hanno i grandi leader carismatici. Ma anche un amico che fa presa su di noi. Chi è dotato di magnetismo personale e si avvicina a un soggetto magneticamente più debole, espande inconsapevolmente la sua aura fino a farla penetrare in quella del soggetto più debole.(Giuliano-Kremmerz)

Il Mago è dotato di una forza mentale superiore, simile al magnetismo mentale. Riesce a far sì che le proprie forme-pensiero esercitino influenza sul pensiero, sulle emozioni e sulla materia di un’altra persona. La materia altro non è che mente apparentemente solidificata. Per questo le forme-pensiero riescono a essere efficaci anche sul corpo, come nella terapeutica magico-religiosa. Anticamente il malato veniva portato in un tempio e lì, mentre assisteva a cerimonie e invocazioni, veniva guarito. Succedeva che le forme-pensiero generate dai riti producevano effetti terapeutici sul corpo del malato. Ancora oggi entrando in una chiesa si avverte una energia spirituale particolare che intride l’atmosfera, si tratta delle forme-pensiero dei sacerdoti e dell’assemblea che si sprigionano durante le celebrazioni, restano nell’aria  e danno beneficio a mente e corpo.

Secondo Atkinson, le guarigioni o miracoli che operano le varie sette del mondo (e tutte li fanno) non dipende da un dogma ma dal potere mentale sprigionato nei riti. Però ci sarebbe da considerare anche la evocazione di divinità, angeli o spiriti dei defunti, come avviene tra gli sciamani. Non ogni fenomeno occulto è riconducibile all’uomo. I sistemi magici e le religioni sono dei grandi canali per attirare anche spiriti non umani altamente evoluti. Oppure diavoli, che distruggono l’umanità.

Pensiamo solo a Lilith, una demonessa che fa la sua comparsa nel mondo accadico, ma della quale si trovano tracce in tutte le culture del mondo. Si tratta di un demone notturno, che secondo la tradizione ebraica si ribellò ad Adamo perché non voleva essere sottomessa e che divenne la sposa di Samael, che per alcuni coinciderebbe con Satana. Rubava il respiro degli infanti come un vampiro, con lo scopo di ucciderli. Nella tradizione cristiana medioevale Lilith sarebbe un demone che si accoppia con gli uomini per divorarli. I sacrifici umani rivolti a Lilith si compiono a mezzanotte durante la luna nuova. Secondo Rendhell, sarebbe possibile trovare alcune caratteristiche di Lilith anche nel mondo induista, nei geni che erano in contatto con Kali e Shiva. Inoltre quando Kali si trasforma nella Nera Kali formando una triade con i suoi figli, intorno a lei girano degli spiriti e nel complesso si potrebbe rintracciare una figura vampiresca associabile a Lilith. Unendo l’immagine della Nera Kali a quella della Durga con le teste mozzate attorno al collo, si forma la sintesi amore-morte riconducibile sempre a Lilith.

Ci sono persone particolarmente sensibili che riescono a vedere queste energie mentali. Nel piano fisico l’elettricità accende una radio ma non si vede; invece nel piano superiore l’elettricità c’è veramente e ha un colore. Allo stesso modo la maggior parte delle persone percepisce solamente il primo livello (quello della materia solida), dove non si vedono le energie mentali. Ma molti esperti di occultismo si rendono conto anche del secondo livello, dove le forme-pensiero hanno dei colori. Il punto allora è questo: Come si può fare per svegliare la Kundalini? Brizzi scrive che il segreto degli alchimisti, per trasmutare il piombo in oro, cioè per avviare la trasformazione iniziatica, è: l’attenzione. Essa è la Porta d’oro che permette l’acquisizione dei poteri, lo svegliarsi delle facoltà latenti che sono in ognuno di noi.

Alla nascita veniamo dotati di un apparato psico-fisico assai sofisticato, ma pochi riescono a manipolare le chiavi che permettono di utilizzarlo pienamente. Siamo schiavi del pensiero comune, delle false identificazioni, quindi non sappiamo bene chi siamo in realtà. Allora l’attenzione rivolta al nostro corpo e alla nostra interiorità ci permette innanzitutto di renderci conto di fenomeni e costanti profonde. L’attenzione applicata a lungo su tutto il nostro sistema psico-biologico porta alla fine al risveglio. Il risveglio è la separazione tra attività mentale e coscienza. Noi siamo identificati con la mente materiale (il manas degli induisti) e ci dimentichiamo che la nostra vera natura è l’Atman, l’anima come sede del divino. Noi siamo ogni cosa ma crediamo di essere limitati. L’attenzione fa proprio questo: impariamo a capire che siamo parte del tutto e non solo un singolo frammento di ciò che esiste. Brizzi scrive: “Se a una macchina capita un episodio di Unità col Tutto prima che questa sia stata risvegliata dalla amorevole, inamovibile Attenzione dell’anima, le conseguenze solitamente sono gravi. Si va dalla malattia psichiatrica a quella organica. Nella migliore delle ipotesi uno crede di essere un illuminato e fonda una setta”.

Secondo una interpretazione, la magia e l’alchimia non sarebbero altro che una scienza dell’animo anteriore alla psicologia, espressa in maniera simbolica. Anche i cristiani si sono adoperati nell’alchimia: la chiesa non ha mai condannato gli alchimisti cristiani, tranne quando essi usavano il demonio per i loro lavori.

L’alchimia è una scienza che ha posto le basi della chimica moderna. Gli alchimisti cercavano materialmente di estrarre dal piombo l’oro tramite la pietra filosofale. Quindi i loro sforzi erano concentrati nel cercare o produrre la pietra filosofale. Non ci riuscirono mai, però nei loro laboratori escogitarono delle tecniche e idearono degli strumenti poi ripresi dai chimici. Ma molti alchimisti parlavano di procedimenti tecnici in maniera allusiva, per comunicare a cerchie di iniziati verità dell’animo umano e del mondo dello spirito. Gli alchimisti cristiani parlavano velatamente di Dio e del cristianesimo.  Fu per primo nel Duecento Raimondo Lullo a porre in chiaro che la pietra filosofale fosse Cristo. Come la pietra filosofale permette di trasmutare le cose vili in oro, così Cristo è la nostra salvezza in quanto ci fa passare dal peccato alla vita eterna. Non solo, ma anche la Santa Messa presenta dei richiami alchemici. I paramenti del sacerdote variano in base ai tempi liturgici: il bianco per le Feste di Cristo, della Vergine e dei Santi; il rosso è per la memoria dei martiri; il verde è del tempo ordinario, segue l’Epifania e la Pentecoste; il viola per l’Avvento e la Quaresima; il nero per i morti; l’oro può sostituire tutti i colori, tranne il nero.

Nel pallone dell’alchimista il composto varia di colore. L’alchimista vede nel ripetersi di quei colori la progressione della materia prima che si sta trasformando in oro. Così nel progredire dei colori liturgici i fedeli possono assistere al progredire della loro fede e alla attualizzazione del Mistero di Cristo calato nel tempo. In questa maniera è Cristo che compie la Grande Opera nel cuore dei fedeli che partecipano alla Messa, trasmutandoli dalla condizione peccaminosa a quella di redenti. E secondo la teologia classica il redento partecipa già sulla terra della salvezza nei Cieli: la salvezza è un ripristino della condizione primitiva dell’Eden, prima del peccato originale, quando gli uomini avevano dei poteri terribili, anche mentali. Erano insomma dei Maghi.

Nel laboratorio dell’esistenza terrena il santo non è colui che fa effetti speciali o che è più bravo degli altri, bensì colui che accetta l’opera di Dio nella propria vita. Il santo è colui che decide di farsi trasmutare da Cristo fino a diventare immagine sua. Dio trasmuta il nostro peccato e ne nasce l’oro della salvezza. Purificazione del cuore per far emergere la santità di Dio che risplende nel cuore del santo. Sono i cristiani il santo tempio, che Dio edifica pietra su pietra, con l’ausilio dei redenti. Il Testamento di Salomone è un apocrifo dell’Antico Testamento attribuito al re Salomone, scritto originariamente in ebraico in ambiente giudaico nel I secolo d.C., rielaborato in greco in ambiente cristiano nel III secolo d.C. In questo apocrifo è scritto che durante la costruzione del tempio di Gerusalemme i diavoli mettevano i bastoni tra le ruote, quindi Salomone ricevette dall’arcangelo Michele un anello a forma di esagramma (Stella di Davide) con il quale costrinse gli spiriti impuri a stare sotto il proprio comando e a coadiuvare nell’opera della costruzione del tempio. Secondo una lettura simbolica, i diavoli sono le anime macchiate dal peccato, che la chiesa (Salomone) purifica su mandato del Cielo (Michele) con lo scopo di costruire la Gerusalemme celeste, il paradiso, la dimora dei redenti.

Grant (2002) elenca i metodi che i vari sistemi esoterici hanno utilizzato nel tempo per risvegliare la Kundalini:

  • Concentrazione totale e assorbimento della mente nella sua fonte, provocata da studio o ricerca intensi, o da assoluta introversione;
  • Droghe e alcol;
  • Trauma (nella forma di intensa sorpresa, dolore, estasi, e così via);
  • Estasi indotta dalla musica;
  • Velocità, come la danza roteante dei dervisci e le frenetiche spirali dei praticanti di voodoo;
  • Attività sessuale magicamente controllata;
  • Compassione assoluta per le cose create;
  • Estasi estetica o rapimento impersonale indotto dalla contemplazione della suprema elaborazione artistica;
  • Entusiasmo religioso indotto dalla devozione totale all’Assoluto, concepito nella forma di una divinità personale;
  • Violenza portata al grado della frenesia, sia masochistica sia aggressiva verso altri.

Scrive Grant (2002): mentre la Kundalini ormai desta sale verso la testa “il suo progredire è segnato da visioni meravigliose e dall’acquisizione di poteri fino ad allora ignoti, sempre che i chakra siano debitamente sigillati. Il pericolo di questo genere di yoga è che si può destare il Potere Primordiale prima che tutto sia giustamente equilibrato; in tal caso, avviene una scarica nella direzione sbagliata e ne risulta l’ossessione”.

Nelle pratiche tantriche egiziane i chiaroveggenti avevano potuto osservare che la potente energia della Kundalini, fatta fluire lungo la spina dorsale dei praticanti, fuoriusciva dal chakra della gola; a quel punto avveniva un’inversione del flusso e la forma che si evidenziava sulla gola era la Croce ansata, Ankh, Vita. La colonna vertebrale ha 33 vertebre e il grado più alto della massoneria è il 33°, come a dire che, se la Kundalini risale fino alla trentatreesima vertebra, avviene la illuminazione, il passaggio alla “nuova vita”, quella iniziatica. Infatti la vera iniziazione significa entrare in un nuovo stato, dopo la morte, come avvenuto ad Hiram. Il Maestro dell’Umanità Gesù fu ucciso a 33 anni, nell’anno 33 d. C. Nell’occulto 33 è anche l’equivalente di AMEN, per cui 1+13+5+14 = 33.

Nella storia dell’esoterismo sono due le tradizioni magiche adatte allo scopo magico, dette Sentiero della Mano Destra e Sentiero della Mano Sinistra. Il primo adotta questi metodi:

  • La preghiera e le comunicazioni canalizzate per collegarsi direttamente col mondo spirituale;
  • Un atteggiamento di gratitudine e amore verso il divino;
  • Propensione al perdono e visione della bellezza dappertutto;
  • Disciplina della mente e spirito di sacrificio;
  • Sviluppare una coscienza superiore di Sé attraverso la liberazione progressiva dai condizionamenti;
  • Adesione alle forme di trasmutazione naturali proprie della magia bianca;
  • Privilegiare i percorsi evolutivi simboleggiati dalla luce della tradizione solare;
  • Rispetto del libero arbitrio altrui e di ogni forma di vita;
  • Fiducia e apertura verso le indicazioni di angeli e spiriti guida.

Invece la Via Sinistra adotta questi metodi:

  • Assunzione di sostanze psicotrope;
  • Utilizzo di particolari mantra e tecniche respiratorie eccezionalmente potenti;
  • Ricorso a forme di magia sessuale, come il tantrismo;
  • Pratiche di meditazione dalla forte carica energetica;
  • Acquisizione accelerata delle capacità di aprire il terzo occhio o di viaggiare in astrale;
  • Seguire rituali e percorsi di conoscenza appartenenti a forme della tradizione lunare come la stregoneria o la wicca.

La Via più potente è quella Destra, in quanto questa è guidata dagli angeli, i quali sono il riflesso di Dio. Scriveva infatti Böhme: “Tutti gli angeli di un regno rappresentano la forza molteplice e multiforme di Dio il padre, ed il re angelico rappresenta il Figlio del padre o il cuore dalle forze del padre, ed egli è anche il cuore da tutte le forze da cui sono fatti gli angeli. Il movimento verso l’esterno dal re di un angelo nel suo angelo, o l’operazione attraverso la quale il suo angelo viene impregnato rappresenta Dio lo Spirito Santo: proprio come questo esce fuori dal padre e dal Figlio, ed impregna tutte le forze del padre, e anche tutti i suoi frutti e le forme celesti, da cui tutto trae la sua elevazione, ed in cui sta la gioia celeste, così ciò ha la stessa forma dell’operare o della forza di un Cherubino, o angelo sovrano, che opera in tutti i suoi angeli, proprio come il Figlio e lo Spirito Santo in tutte le forze del padre, o come il sole in tutte le forze delle stelle”.

Secondo la dottrina rosacrociana di Max Heindel (2024), nella natura agisce una legge dell’evoluzione per la quale ogni essere tende al suo perfezionamento, cioè a progredire. Di conseguenza, una persona può ambire a diventare anche un Mago, se ci sono le condizioni adeguate. La vera magia sarebbe quella bianca, in sintonia con la evoluzione di tutta la natura, che procede a spirale, sempre per traguardi superiori. Invece la magia nera sarebbe opera demoniaca, e in quanto tale tende alla distruzione dell’uomo. Secondo Heindel (2024), infatti, chi nella vita pratica la magia nera, si ritrova con un “corpo del peccato”, che ne impedisce l’ulteriore sviluppo.

Secondo Heindel, quindi, l’anima imperfetta non corre il rischio di andare all’inferno bensì quello di non progredire in una vita migliore. Heindel infatti scriveva nella Lettera n. 17 che nella Bibbia non c’è mai la parola “per sempre” (il termine greco così tradotto è aionos, che significa “per un epoca”). Inoltre avere la vita in Dio è una verità: se qualcuno si perdesse all’inferno, significherebbe che una parte in Dio sarebbe persa, cosa impossibile.

I diavoli sono spiriti luciferini, confinati su Marte. Gli astrologi attribuiscono a Marte il segno dell’Ariete, che regge la testa: il cervello sarebbe quindi costituito dalla forza sessuale (divina) fatta però deviare da loro per via dall’oppressione della materia densa (corpo). Agli spiriti luciferini è attribuito anche il governo del segno dello Scorpione, che regge gli organi della riproduzione. Ariete corrisponde alla prima Casa (vita), invece Scorpione alla ottava Casa (morte): pertanto tutto ciò che è generato dalle passioni è destinato a deviare. Quindi gli spiriti luciferini si oppongono a Dio che dirige la forza della fecondazione attraverso il Sole, tramite la Luna. Per questo il mago nero, che è preda delle proprie passioni, è destinato a non progredire.

Sempre secondo Heindel, gli spiriti luciferini sono però utili alla creazione perché spingono al progresso: l’impulso di Marte determina agitazione che provoca sia afflizione sia tensione ad evolversi. In ragione della legge dell’evoluzione, l’uomo deve sempre tendere consapevolmente al proprio sviluppo, sia intellettualmente sia spiritualmente, per conseguire meriti, cosa che però la maggior parte dell’umanità non fa, almeno coscientemente.

Sono illuminanti le parole di Gurdjieff: “Chiedetevi: “Sono libero?”. Molti saranno tentati di rispondere di sì, se si trovano in una condizione di relativa sicurezza materiale, senza preoccupazioni per il domani, e se non dipendono da nessuno per la propria sussistenza o per la scelta delle proprie condizioni di vita. Ma è quella la libertà? É soltanto una questione di condizioni esteriori? Vediamo.

Hai parecchi soldi, vivi nel lusso e godi del rispetto e della stima generale. In poche parole, la tua vita è un vero letto di rose. Pensi di essere totalmente libero, poiché, dopo tutto, il tuo tempo ti appartiene. Ti interessi alle cose spirituali e ti senti a tuo agio di fronte alle questioni filosofiche. Sei colto e istruito. Grazie alle tue conoscenze che coprono i più svariati campi del sapere, hai la reputazione di uomo intelligente in grado di risolvere qualunque problema. Sei il modello dell’uomo raffinato, una persona da invidiare. Questa mattina ti sei svegliato sotto l’influsso di un brutto sogno. Questo leggero malumore è scomparso rapidamente, ma ha lasciato qualche traccia: una specie di lentezza, di esitazione nei movimenti. Vai allo specchio per spazzolarti i capelli e, inavvertitamente, lasci cadere la spazzola. Appena la raccogli, ti sfugge di nuovo. La riprendi con un po’ di impazienza, e per la terza volta ti scivola dalle mani.

Cerchi di afferrarla al volo, e invece la mandi a colpire lo specchio. Inutilmente cerchi di fermarla. Crac! Una stella di frammenti compare sullo specchio antico di cui andavi così fiero. Accidenti! I nastri del disappunto cominciano a girare. Hai bisogno di scaricare l’irritazione su qualcuno. Accorgendoti che il tuo domestico si è dimenticato di posare il giornale accanto al caffè del mattino, il vaso trabocca e decidi che quel buono a nulla non può stare più a lungo in casa tua. E’ venuta l’ora di uscire per sbrigare un affare. Dal momento che è una bella giornata e non hai da fare molta strada, decidi di andare a piedi, mentre l’automobile ti segue al passo. Il bel sole ti fa un effetto rilassante. Un assembramento formatosi all’angolo della via attira la tua attenzione. Avvicinandoti, scorgi un uomo svenuto sul marciapiede. Con l’aiuto dei passanti, qualcuno lo adagia su un taxi che lo porta all’ospedale.

(Helena Blavatsky)

Tu osservi che il viso stranamente familiare del tassista ti ricorda per associazione un fatto che ti è capitato l’anno scorso. Stavi rientrando a casa dopo aver festeggiato allegramente un anniversario… c’erano dei pasticcini così deliziosi! Il tuo stomaco comincia a brontolare. Quel dannato domestico, dimenticandosi il giornale del mattino, ti ha rovinato la colazione. Non si può rimediare a questo guaio? Dopo tutto, i dolci e il caffè hanno la loro importanza! Eccoti davanti al caffè dove vai ogni tanto con gli amici. E adesso, toh! Due belle ragazze al tavolo vicino. Che bionda incantevole! Lei ti lancia uno sguardo malizioso e sussurra all’amica: “Ecco il tipo di uomo che mi piace”. Certamente nessun fastidio merita più la tua attenzione, né val la pena di prendersela per delle sciocchezze. C’è bisogno di farti notare com’è cambiato il tuo umore mentre facevi conoscenza con la bella bionda, e come si è mantenuto per tutto il tempo passato in sua compagnia?

Ritorni a casa canticchiando un motivetto allegro, e persino lo specchio rotto può solo strapparti un sorriso. Ma… e l’affare per cui eri uscito stamattina? Solo ora te ne sei ricordato. Niente di grave! Dopo tutto, si può sempre telefonare. Chiami ma la centralinista ti passa un numero sbagliato. Chiami un’altra volta, e l’errore si ripete. Un uomo ti avverte sgarbatamente che lo stai seccando. Tu rispondi che non dipende da te; ne segue una discussione dalla quale apprendi con stupore che sei un cafone, un idiota e che, se chiami ancora…Il tappeto che ti si è arricciato tra i piedi ti esaspera, sei colto dall’ira e dovresti sentire con che tono di voce sgridi il domestico che ti porta una lettera. É la lettera di una persona che tu stimi e la cui opinione ti preme molto. Il contenuto del messaggio è così lusinghiero che la tua irritazione a poco a poco svanisce, per lasciare il posto a quella deliziosa sensazione di imbarazzo che è solita suscitare l’adulazione. Al termine della lettera, sei di ottimo umore.

Potrei continuare a lungo a descrivere la vostra giornata, o voi, uomini liberi! Pensate che esageri? Quelle che vi ho raccontato sono delle istantanee di un uomo importante, ricostruite dal medesimo quella sera stessa come esempio vivente di pensieri e sentimenti associativi. Ecco un esempio di ciò che chiamiamo “uomo”, cui aggiungiamo spesso delle parole come “talento” e “genio”. Eppure, il nostro “genio” vedrà il suo umore guastarsi per tutto il giorno se al mattino, svegliandosi, non trova le pantofole accanto al letto.

Dov’è allora la libertà, quando le persone e le cose dominano un uomo al punto ch’egli dimentica il suo umore, i suoi affari e sé stesso? Un uomo soggetto a cambiamenti del genere è in grado di avere un atteggiamento serio verso la propria ricerca? Quanto alle vostre convinzioni, non le avete mai viste cambiare? Non sono soggette anch’esse a delle oscillazioni, come tutto ciò che è in noi? Non sarebbe più corretto chiamarle opinioni anziché convinzioni, visto che dipendono tanto dal nostro umore che dalle nostre informazioni, o semplicemente dallo stato della nostra digestione?

Ciò che gli uomini ordinari chiamano “volontà” non è nient’altro che la risultante dei loro desideri contraddittori. Probabilmente pensate che, per fare ciò che fate e per vivere come vivete, siano necessari un’”anima” e persino uno “spirito”. Ma per la vita ordinaria, l’anima non è affatto necessaria. Ognuno di voi non è che un banale esemplare di automa animato. Forse basta una chiavetta per ricaricare la molla del vostro meccanismo. La vostra razione quotidiana di cibo contribuisce a ricaricare questa molla e a rinnovare continuamente l’inutile sarabanda delle vostre associazioni. Da questo sfondo emergono dei pensieri slegati, che voi cercate di connettere insieme presentandoli come preziosi e personali. E così coi sentimenti e le sensazioni passeggere, con gli umori e le esperienze vissute, ci creiamo il miraggio di una vita interiore. Pensiamo di essere coscienti, capaci di ragionamento, parliamo di Dio, dell’eternità, della vita eterna, e di argomenti elevati; parliamo di tutto ciò che si può immaginare; discutiamo, definiamo e valutiamo, ma omettiamo di parlare di noi stessi e del nostro reale valore oggettivo.

Ora siete in grado di capire meglio che un uomo non è necessariamente quel che sembra, e che non sono i fatti esteriori o le situazioni che contano, ma la sua struttura interna e il suo atteggiamento rispetto alle circostanze. “Uomo”: una parola altisonante, ma dobbiamo chiederci di che uomo parliamo. Non certo dell’uomo che si irrita per delle sciocchezze, che presta attenzione a delle meschinità e si lascia coinvolgere da tutto ciò che gli succede intorno. Per avere il diritto di chiamarsi “uomo”, bisogna esserlo, e ciò è possibile soltanto grazie alla conoscenza di sé, e al lavoro su di sé nella direzione indicata da tale conoscenza.

Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua macchina, l’uomo non è libero, non può governarsi e resterà sempre schiavo delle forze che agiscono su di lui. Dobbiamo lottare per liberarci, lottare per conoscerci. Conoscere e sviluppare sé stessi costituiscono un impegno così importante e così serio, cui bisogna dedicare uno sforzo così intenso, che assumerselo nel modo solito, in mezzo a tutte le altre cose, è impossibile. L’uomo che si assume questo impegno deve metterlo al primo posto nella propria vita, perché la vita non è così lunga da poterla sprecare in cose inutili”. L’uomo deve tendere a conoscere la propria vera natura, ma questo è pericoloso, in quanto egli, in questo modo, si muove contro i preconcetti che ha assimilato sin dalla nascita. Solo colui che si è guardato dentro fino in fondo, può diventare un Mago, a detta degli esoteristi.

Le persone anziché vedere preferiscono giudicare in base ai preconcetti, perché è più comodo, ci vuole meno fatica ed è meno rischioso. Jung insegnava ad andare oltre il velo della Persona (l’uomo sociale) e ad immergersi nell’ Ombra, cioè nei meandri nascosti dell’inconscio. È lì che abita la Kundalini, la quale aspetta un nostro sguardo profondo per destarsi e invade la nostra natura per portarla consapevolmente alla perfezione. È vero che la Via Sinistra è più rapida e dà risultati eccezionali e anche nel breve tempo, però porta alla distruzione. Per questo gli angeli mettono sempre in guardia il praticante da questa Via, soprattutto se ha a che fare con la magia nera.

Il vero Mago pratica la Via Destra, quella della magia bianca, che è assai più potente, anche se meno spettacolare. Invece il mago nero non avrebbe l’anima. La magia bianca porta nientemeno che alla salvezza finale e i poteri che concede non sono sempre spettacolari ma conducono ad aiutare gli altri, guidandoli lungo il cammino. Infatti la legge dell’evoluzione prevede che aiutando gli altri conseguiamo dei meriti.

Per Bailey una legge della magia bianca è la purezza. Da qui si evince che la Via Destra non è per molti, perché pochi riescono ad essere puri, cioè a passare per la “via stretta”. Si tratta di un percorso elitario, mentre la Via Sinistra è più facile, ma terribile nei risultati finali. Bailey ha queste parole:  “L’impulso emana da Colui che dimora nella forma, egli governa l’azione subordinandola al fine predisposto e la sua caratteristica è purezza entro i limiti del gruppo; la purezza assoluta esiste infatti soltanto quando sia raggiunta la completa libertà da ogni dominio. L’anima ha coscienza di gruppo e sotto il suo dominio e, fintanto che il corpo causale non sia stato superato e non sia raggiunta la liberazione dal suo dominio, il vero significato di purezza non sarà compreso. Basti dire che esiste una stretta connessione fra impurità e limitazione qualunque essa sia, fisica, emotiva e mentale.

Dall’aspirante non si pretende la purezza assoluta. Fra gli appartenenti ai gruppi esoterici del mondo, nessuno è finora pervenuto alla quinta iniziazione, quando il significato giunge alla coscienza in un lampo della più intensa realizzazione. Per la maggioranza, l’obiettivo da raggiungere è la purezza fisica ed emotiva, quindi principalmente la liberazione dal dominio del desiderio di natura emotiva. Ecco perché in molti libri d’esoterismo troviamo la ingiunzione, seppure così malamente espressa, “uccidi il desiderio”. Una versione più appropriata per il presente immediato potrebbe essere “riorientare il desiderio” o “ridirigere il desiderio”, poiché un costante processo di riorientamento di tutta la natura del desiderio, in modo da farne uno stato abituale della mente, è la chiave d’ogni processo di trasmutazione e di un efficace lavoro magico. Progredendo lungo il sentiero, i processi di pensiero dell’aspirante diventano più potenti e le forme pensiero, create con un preciso scopo durante la meditazione, diventano più efficaci nel produrre risultati. È quindi evidente che nell’opera magica (che deve sempre compiersi sul piano fisico) esisterà sempre la tendenza verso il “sentiero della mano sinistra”, fintanto che la coscienza dell’anima non sia stabilita in modo permanente e la purezza di movente non sia divenuta un abito mentale”.

La Via Sinistra accompagna l’umanità come tentazione costante alla propria distruzione. La stregoneria nasce in Caldea da tempi immemorabili. Presso tutte le civiltà vi è l’adorazione e il servizio ai diavoli, proprio coloro che si oppongono al bene e alle divinità. Heindel (1997) scriveva che la leggenda di Fleta (raccontata da Collins) nasconde una grande verità. Fleta uccise un suo amante e da ciò ebbe un certo potere, quello di evocare gli spiriti; poi, con tale potere, costrinse un altro suo amante ad uccidere un’entità, ottenendo un altro potere. Fleta impiegava così la sua conoscenza. Era infatti una maga nera. È giusto fare così? Heindel diceva senza mezzi termini che la conoscenza che ciascuno possiede implica delle responsabilità. Tutti noi siamo responsabili di ciò che sappiamo, e questo si esplica nella necessità di aiutare gli altri, cioè di comportarci in maniera altruistica. Durante le vite precedenti abbiamo ottenuto sempre più delle conoscenze, che dobbiamo però impiegare bene.

Fleta sbaglia perché la sua conoscenza (e i relativi poteri) non deriva dalle sue vite, ma dalle vite di altri: è una conoscenza inutile, senza scopo. La conoscenza deve essere acquisita in prima persona per essere veramente utile, altrimenti si cade nel dominio della magia nera. Fleta sbaglia anche perché usa la conoscenza per fare del male agli altri. E’ un po’ quanto emerge nel Parsifal. Il Sangue Purificatore del Salvatore, offerto nel nobile sacrificio, viene raccolto nel calice e diventa un talismano assai potente per chi lo contempla, purché costui sia puro, casto e innocente. Anche la lancia, bagnata del Sangue, diventa un talismano che porta fortuna. Ma quando il calice passò nelle mani di Amfortas, figlio di Titurel, egli partì, armato della sacra lancia, per uccidere Klingsor. Egli quindi perde la sua innocenza usando il potere per uccidere un suo nemico.

Un avatar del Graal (il calice che contenne il sangue di Cristo) lo si trova nella religione autoctona persiana, il mazdeismo. A Kang-der, nel cuore spirituale della terra, il mitico re Kay Khosraw riunì l’ordine di una cavalleria descritto nel poema nazionale persiano Shah Nameh. Su di lui era disceso il calice chiamato Jam-e Kay Khosraw. Chi vede il calice viene investito di Gloria, viene convertito nella manifestazione del proprio mandato. Quando questo si attivi, non si muore più, si torna al luogo di dove il mandato proviene. Anche questo calice, come il Graal, è una grande Forza del Bene, si dice che in sua presenza persino i pensieri dei malvagi si purificano come le tenebre fuggono dal sole. Un vero re e mago potrebbe, con i suoi mantra, infondere al calice la giusta energia trasformandolo in un rubino raggiante. Perciò si effigia Zarathustra che regge nel palmo un fuoco senza fumo.

Ragion per cui, secondo Heindel, le conoscenze che abbiamo dobbiamo ottenerle in prima persona, con i nostri sacrifici, e dobbiamo usarle sempre a fin di bene. Questo fanno i veri iniziati. L’iniziato alla Via della Mano Destra è la vera progenie di Cristo. Secondo una interpretazione, il Graal alluderebbe alla discendenza di Gesù, ma non carnale bensì spirituale. Gesù alluderebbe al prototipo del vero iniziato, che come tale ha vinto la morte, al contrario del mago nero. Per questo il Graal spinge alla virtù e dona l’immortalità a chi lo possiede.

Blavatsky (1985) ha queste parole: “Al Serpente caduto dall’alto fu attribuito il possesso delle chiavi dell’Impero della Morte, fino al giorno che Gesù disse che cadde “come il fulmine… dal cielo”, nonostante l’interpretazione cattolica romana data alle parole “cadebat ut fulgur”. In realtà, esse significano che anche i diavoli sono soggetti al Logos, il quale è Sapienza, ma contemporaneamente, come antagonista dell’ignoranza, Satana o Lucifero. Quest’osservazione si riferisce alla Sapienza Divina, che cade come la folgore e risveglia gli intelletti di coloro che lottano contro i demoni dell’ignoranza e della superstizione. Fino al tempo in cui la Sapienza, in forma di Spiriti incarnati di Mahat, discese dall’alto ad animare e richiamare la Terza Razza alla vera vita cosciente, l’Umanità, se si poteva chiamarla così, in quello stato animale senza sensi, era naturalmente condannata alla morte morale non meno che fisica. Gli Angeli caduti nella generazione sono chiamati metaforicamente Serpenti e Draghi di Sapienza. D’altro canto, considerato alla luce del Logos, il Salvatore cristiano, al pari di Krishna, sia come uomo che come Logos, si può dire che ha salvato dalla “morte eterna” quelli che hanno creduto negli Insegnamenti Segreti, e che così ha conquistato il Regno della Tenebra, l’Inferno, come fa ogni Iniziato. Questa è la forma umana, terrestre, degli Iniziati, ed anche — poiché il Logos è Christos — quel “principio” della nostra natura interiore che diventa l’ego spirituale — il Sé Superiore — formato dall’unione indissolubile di Buddhi, il sesto principio, e la fioritura spirituale di Manas, il quinto. “Il Logos è Sapienza passiva in Cielo, e Sapienza cosciente, attiva sulla Terra”, ci insegnano. Queste sono le nozze dell’“Uomo Celeste” con la “Vergine del Mondo”, la Natura, come le descrive il Pimandro; il risultato e la loro progenie è l’uomo immortale”.

Altrimenti si pratica magia nera e quindi si sta ancora nell’alone della imperfezione, e per alcuni anche della dannazione eterna! La magia nera può essere sì potente, ma è sbagliata alla radice. Per questo tutte le religioni temono, assieme ai diavoli, anche gli stregoni, che con loro sarebbero in combutta.

I circassi, nel Caucaso, proteggevano i loro morti dagli spiriti maligni ungendone le tombe con acqua santa e suonando campane. In India quando qualcuno muore viene un sacerdote (brahmino) e inizia a pregare invadendo l’aria di mantra potenti e santi. A Pegu vasi di rame e campane risuonavano nella notte per respingere i diavoli irrequieti che molestavano i morti; i sacerdoti lenivano i diavoli con lauti banchetti, dove gli amici degli ammalati danzavano al ritmo di melodie inquietanti.

Nel Medioevo cristiano la campana era vista come la lingua del predicatore: come il sacerdote dal pulpito scaccia i diavoli che attentano l’anima, così la campana scaccia col suo suono le varie influenze negative dell’aria. La magia nera sarebbe dominata da Saturno, che per alcuni non sarebbe il Male assoluto ma semplicemente una energia della creazione, accanto alle altre. Come diceva Goethe nel Faust, il diavolo opera sempre il male ma esegue sempre gli ordini di Dio. Pertanto, sulla base di quest’altra visione, il mago nero alla fine della vita terrena non andrebbe perduto, dannato da quegli stessi diavoli che in vita lo servivano mostrandosi amichevoli, ma semplicemente sarebbe inglobato nella sfera di qualche demone che ha venerato in vita e lì avrebbe la sua eternità, che non sarebbe l’inferno, bensì un mondo parallelo.

Questo perché il mago nero non commetterebbe il male inteso come Male Assoluto. Nell’immaginario collettivo il nero viene spesso associato al male e alla cattiveria, donde la denominazione della cosiddetta “magia nera”. In realtà da altri studiosi dell’occulto (taoismo, neoconfucianesimo) si evince che l’oscurità è associata a visualizzazione, certezza, forza psichica. Quindi il vero significato ella magia nera va ricercato nella sapienza tradizionale e non in quella di impronta giudeo-cristiana, che negativizza tuto ciò che non pratica.

In realtà la “negazione” è necessaria nel mondo, pensiamo solo al cambiamento delle forme da parte del tempo, cui preside Saturno. All’apparenza tale “morte” sembra negativa, cioè “il Male Assoluto”, in realtà è uno scotto da pagare per ristabilire l’equilibrio dell’universo. La dottrina esoterica insegna, infatti, che essere in combutta con l’ingiustizia, in un atteggiamento di buonismo, crea più svantaggi che vantaggi. Per questo la magia nera, nei suoi rituali distruttivi, sarebbe l’espressione di un principio di giustizia sostanziale (per punire una colpa commessa dal bersaglio), e mai per far del male a un innocente. In ciò sarebbe ristabilita la legge dell’universo, cioè il karma.

Il mago bianco e il mago nero evocano spesso delle entità, rispettivamente angeli e diavoli, che desiderano qualcosa in cambio. Ciò che accomuna magia bianca e magia nera è quindi lo scambio tra mago e entità evocata. Il mago bianco riceve favori dagli angeli, con i quali crea un’armonia, in cambio del proselitismo, ad esempio (far conoscere un particolare santo o angelo). Invece il mago nero evoca i diavoli per sottometterli alla propria volontà e loro in cambio vogliono sacrifici animali per nutrirsi (e raramente anche umani), oltre ad altre energie di cui vanno ghiotte, tra cui quella sessuale. Per via della terribile forza che hanno i diavoli e per la natura degli scambi che essi richiedono al mago, la magia nera è “pericolosa”, può evocare forze assai distruttive e mal governabili, quindi paradossalmente richiede una integrità morale e psicologica molto avanzata, che le persone in genere non hanno.

Spesso un mago nero è un satanista, ma non sempre in quanto esiste anche il cosiddetto “satanismo spirituale”, che non pratica rituali distruttivi. Per la visione cristiana Satana o Lucifero era il più bello degli angeli creati da Dio al quale poi si ribellò, venendo cacciato nell’inferno. Invece negli scritti dei catari Lucifero era il figlio di Satana e che creò il mondo costituito dalla terra e dai sette cieli.

Per la visione satanista, invece Lucifero sarebbe il “portatore di luce” (in latino Lucifer), cioè colui che aiuta l’uomo nel passaggio dalla oscurità della ignoranza alla luce della sapienza.  Il suo simbolo è Venere, la Stella del Mattino. Nell’Antico Testamento l’espressione “stella del mattino” o “figlio del mattino” rende l’originale ebraico helel ben shahar; quando la Bibbia ebraica fu tradotta in latino tale espressione apparve come Lucifer, cioè lux (luce) e ferre (portare). Il termine Lucifer è la traduzione di un epiteto precedente molto importante presso i greci: eosphoros, “portatore dell’aurora”, che compare in tutta la letteratura greca antica e indica una divinità maschile del mattino, fratello di Hespero, la divinità della luce serale. Secondo un’altra teoria, Lucifero trae la simbologia da Prometeo, il quale fu punito per aver dato all’umanità il fuoco. In base a tale interpretazione, Lucifero è in realtà la divinità che accende nell’uomo la Kundalini, il Serpente di fuoco, facendolo diventare un vero Mago, un iniziato, simile agli Dei.

Secondo la cabala, l’Albero Cosmico aveva 10 livelli divini e 22 sentieri, ma non c’era posto per la morte. Invece l’Albero della Vita ha anche la morte ed è la undicesima sephirah, detta Daat. Daath si trova al di sopra di Tiphareth e sta assieme alla triade suprema costituita da Keter, Chochmah, Binah. Per cui abbiamo due divisioni dell’Albero della Vita: sotto Tiphareth c’è il mondo inferiore, sopra Tiphareth c’è il mondo superiore. Tiphareth ne è il Sole inferiore, invece Daath è il Sole superiore. Il Sole inferiore è governato dall’arcangelo Michele, invece il Sole superiore è dominato da Lucifer. Lucifer quindi è il guardiano e il mediatore tra la luce divina e le sfere inferiori.

Da ciò il collegamento con Saturno quale dominatore della magia nera. Saturno è il guardiano della soglia tra i mondi spirituale e materiale, la porta tra l’eternità e il regno del tempo e dello spazio. Con Saturno, il più distante dei pianeti visibili, inizia la discesa nella materia. È il pianeta delle restrizioni e delle inibizioni. Quale signore dell’ordine, dell’autoconsapevolezza e della disciplina, può essere un severo sorvegliante. Presiede a tutti i processi di condensazione, cristallizzazione e indurimento, e governa lo scheletro e l’invecchiamento. Saturno è equiparato alla figura scheletrica della Morte, o del Vecchio Padre Tempo, che abbatte tutto ciò che è vecchio, inutile o indegno con la sua falce. Secondo questa visione, l’aspetto terrificante di Kali di Saturno può precipitare in un terribile tumulto che ha fine solo abbandonando vanità e falsità per seguire un cammino di ritorno. Il premio è l’energia del chakra della radice, Muladhara, e il risveglio di Kundalini. Si diventa iniziati al compimento della prima fase della grande opera. Secondo le conoscenze iniziatiche, Saturno sarebbe il più importante dei tre pianeti minori e dei tre maggiori dell’astrologia, esso quindi è esotericamente posto al centro dei sei pianeti. Viene per questo chiamato Mediatore Elementare Universale. In ragione di ciò, Mosè e Salomone ci hanno raffigurato l’assetto dei lumi del candeliere sacro ebraico a sette braccia. Mosè e successivamente i nove sacerdoti del tempio di Salomone facevano differenti trasposizioni di questo candeliere nel tempio: lo ponevano alla sinistra per ammaestrare il popolo nella istruzione temporale, invece alla destra per la istruzione spirituale. Assieme ai tre pianeti minori, Saturno è una potenza quaternaria: esso è la base spirituale dei tre pianeti minori, i quali agendo sulle tre essenze animali contenute nella materia indifferenziata, che non ha vita, ricevono così origine dal principio spirituale di Saturno.

I tre pianeti minori sono:

  • Giove: putrefà per riprodurre;
  • Marte: fermenta per la vegetazione;
  • Venere: modera, col suo fluido rarefatto, all’attività degli altri due, la materia che devono servire per la concezione e formazione delle differenti forme corporee.

Quindi Saturno, con la congiunzione con i tre pianeti minori, è l’anima attiva e potente sull’operazione e sull’azione corporea di questi stessi pianeti, di fronte ai quali esso è come l’anima per le tre essenze animali. Con la sua congiunzione con i pianeti maggiori (Luna, Mercurio, Sole), Saturno è l’anima universale  di questo universo. Esso racchiude tre potenze attive (mentre quelle dei pianeti minori sono passive e senza vita né conoscenza), che impiega sulle sue tre corrispondenze, che sono il minore o il terrestre, il maggiore o il celeste, il superiore o il sovraceleste. Per questo l’uomo fu creato, nel suo corpo, il sesto giorno, in ragione delle tre forze minori e delle tre forze maggiori. Ma un corpo non vive senza anima, quindi le 6 forze assieme all’anima attiva (Saturno) danno il numero 7, che caratterizza la vita spirituale.

Secondo l’interpretazione alchemica, quando Lucifero stava cadendo dal cielo punito da Dio per la sua ribellione, gli cadde dalla fronte uno smeraldo, emblema della sua bellezza e perfezione. Lo smeraldo è il gioiello di Mercurio, il personaggio che appartiene alla sfera centrale: messaggero celeste, intermediario tra i mondi. In alchimia quindi lo smeraldo è la pietra del flusso e dalla trasformazione – trasmutazione della materia e dello spirito dal basso verso l’alto, dall’effimero al solido.

Invece per Grant (2005) non bisogna confondere la magia nera (operante per distruggere gli altri e che è sempre da non fare) con la Via Sinistra. Certe pratiche sessuali, l’uso di droghe, e altro, non avrebbero nulla a che vedere con il male, essendo semplicemente dei rituali neutri, che si accordano alle forze della natura, che non sono né giuste né sbagliate. Grant afferma che i maghi di tutti i tempi cercano il modo di proiettare fuori del proprio corpo il Doppio Animico, esso entrerebbe nel corpo di un’altra persona e il mago avrebbe acquisito l’immortalità.

Grant analizzava il materiale di molte culture dell’antichità e arriva a scoprire che Horus (il dio bambino egiziano che formava il nome di innumerevoli faraoni)  ha anche un significato esoterico. Il bambino e il seme  sono sinonimi. Il bambino denota, simbolicamente, la gemma della volontà, o vibrazione del seme latente nell’energia creativa del mago (o sacerdote), e la natura di Horus era determinata dalla direzione della volontà del sacerdote al momento della sua proiezione nella matrice dell’utero. La formula di Horus è quindi una formula magica che implica l’uso dell’energia solare-fallica. I momenti del concepimento e della nascita sono intimamente connessi, non solo da un punto di vista astrologico ma anche al livello più arcano della magia sessuale. L’influenza del sole nelle Case dei cieli gioca una parte vitale nel determinare la natura di Horus e di quell’ “altro bambino”, la cui produzione magica è stata il proposito degli occultisti di tutti i tempi.

Nel mondo fenomenico quindi abbiamo almeno due elementi: una materia e uno spirito. Lo spirito è insoddisfatto fino a che non trova la materia giusta in cui stare. Secondo una legge esoterica, ogni effetto ha una causa. Il mondo fenomenico ha le sue cause sia qui sia in una esistenza anteriore, secondo Kardec. Spesso le nostre vicissitudini dipendono dalla nostra responsabilità (una società che fallisce per negligenza), altre volte no, come quando un bambino muore in tenera età. Come spiegare la sorte che si accanisce verso le persone, senza una responsabilità attuale?

Kardec spiegava che, se ogni effetto ha una causa, queste miserie sono degli effetti che debbono pur avere una causa. “Dal momento in cui si ammette un Dio giusto, questa causa deve essere giusta. Siccome la causa precede sempre l’effetto, poiché tale causa non esiste nella vita attuale, deve essere anteriore a questa vita, ossia appartenere a una esistenza precedente. Ma poiché Dio non può punire per il bene che si è fatto, né per un male che non si è fatto, se siamo puniti è perché abbiamo fatto del male; se non lo abbiamo fatto in questa vita, l’abbiamo fatto in un’altra”.

Il mondo fenomenico appare formato da ternari, come dimostra magistralmente Saint-Martin. Vediamo le cose secondo tre dimensioni. Inoltre per formare la prima figura possibile sono necessarie almeno tre linee. Ogni corpo poi è formato da questi tre principi: uno focoso che lo fa ardere, uno umido che lo combatte e uno medio che li concilia. Ancora. Ogni animale ha in sé stesso sangue (fuoco, lo Zolfo degli alchimisti), carne (parte fredda, acquosa, Sale) e ossa (che col loro midolla conciliano i due opposti, si tratta del Mercurio). Ogni uomo agisce sulla base del ternario: 1 (agente), 2 (strumento di cui si serve), 3 (azione). Il corpo umano è costituito da un ternario fondamentale: testa (cervello), petto (cuore), addome (parti vegetative).

Invece lo spirito risponde al quaternario, che evoca i 4 elementi: il Fuoco (trasmette forza e passione per perseguire gli obiettivi e mettere a dimora un’opera), la Terra (mette a dimora i semi del nostro intelletto per costruire l’azione, farla crescere), l’Aria (è la libertà che ci fa essere creativi nell’agire nel mondo), l’Acqua (è il nutrimento senza il quale i semi messi a dimora non possono svilupparsi). Secondo Heindel (2024), l’uomo è costituito di un settenario: tre corpi (denso, vitale, del desiderio), la mente, tre Spiriti.

Ma il mondo esiste nella sua realtà? E in questo mondo come agisce il Mago? Per il Buddhismo Zen esiste solo il Nulla, o meglio tutto è Nulla, niente esiste. Nel ventunesimo capitolo del Nirvana-Sutra (in cinese: Niech-pan-ching) è scritto: “La natura del Buddha non è né essere né non-essere”. Anche nella seconda parte del Pai-lun si legge: “Tutto – essere come non- essere – è nulla. Perciò ogni dottrina buddistica (Dharma) insegna che nella nostra vera essenza, tutto – essere come non-essere – è nulla”. Anche nel Chao-Iun, raccolta di trattati cinesi sul Buddismo del V secolo, ci si richiama a nient’altro che al “nulla assoluto” che si trova al di là di essere e non-essere.

(Georges Ivanovič Gurdjieff)

Ma come? Il nulla nello Zen è una situazione di piena e compiuta chiarezza che con sempre maggior evidenza e perspicuità viene conosciuta dalla nostra coscienza. Quantunque questa situazione venga riconosciuta da noi con la più estrema evidenza, in essa il nulla non ci è noto come oggetto, ma colui che conosce e ciò che viene conosciuto sono noti a sé stessi come Una e medesima cosa. Il che significa che il Nulla del Buddismo Zen riconosce sé stesso come il nulla in cui soggetto e oggetto sono inseparabilmente uniti. In questo senso si può dire che il Nulla del Buddismo Zen conosce sé stesso, nel momento in cui l’uomo diviene cosciente di sé stesso. Non può esserci perciò discorso alcuno che riguardi il nulla in una situazione di assenza di coscienza. Se vi fosse, un nulla sperimentabile nell’assenza di coscienza, sarebbe per noi estremamente facile introdurci in esso grazie al sonno, allo svenimento o alla morte. In verità questo Nulla del Buddismo Zen viene detto ora “non-cuore”, ora “non-riflessione”, ora “grande morte”, ora “Nirvana”, ma tutto ciò non significa assenza di coscienza come nel sonno, nello svenimento e nella morte. Al contrario, la situazione del “non-cuore” o della “non-riflessione”, è tanto chiara e luminosa quanto nessun’altra; è libera da ogni offuscamento come uno specchio immacolato, come la chiara luna autunnale. In nessuna situazione si è così desti e coscienti come in quella del “non-cuore” e della “non-riflessione”. Nessun attimo è così stracolmo di vita come quello in cui si entra nella “grande-morte”.

In altre parole possiamo dire che il vero iniziato ha sviluppato la piena coscienza, quindi è morto al mondo fenomenico, pur restando ancora qui. Ha raggiunto uno stato come il Nulla nel Buddhismo Zen. Il mondo fenomenico non esiste, è il nulla, non c’è. Quello che c’è è la pura coscienza, che in quanto tale è radicalmente diversa dall’insieme di illusioni e inganni del mondo quale percepito e fruito dai non iniziati. Pertanto l’iniziato è il Mago, cioè colui che ha sviluppato talmente sé stesso da trascendere del tutto il mondo della moltitudine, fino ad inverarsi nella Realtà suprema, che come insegna anche l’induismo è coscienza (Cit).

Cit è diversa dall’io, dalla identità cosciente, che è una illusione. Il Mago sviluppa Cit a discapito dell’io illusorio. Ma da dove deriva questo io illusorio? Secondo una scuola del buddhismo, la nostra mente ha otto aspetti, potremmo dire otto parti. Le prime cinque si basano sui sensi fisici: sono le coscienze che sorgono quando i nostri occhi ve-dono forme, le orecchie odono suoni, il naso percepisce un odore, la lingua assapora qualcosa, la pelle entra in contatto con un oggetto. La sesta sorge quando la mente entra in contatto con un oggetto della percezione. La settima, manas, è una parte di noi generata e utilizzata come sostegno dalla sesta parte. L’ottava è il fondamento, la base delle altre sette: è detta “coscienza deposito”.

Questa ha tre funzioni. La prima è contenere e conservare tutti i “semi” delle nostre esperienze. I semi sepolti nella nostra coscienza deposito rappresentano tutto ciò che abbiamo fatto, sperimentato e percepito: sono stati piantati da azioni, esperienze e percezioni, e costituiscono il “soggetto” della coscienza; la coscienza deposito li raduna tutti proprio come un magnete attira le particelle di ferro. Il secondo aspetto della coscienza deposito è costituito dai semi stessi. Un museo non è solo un edificio, è fatto anche delle opere d’arte che vi sono esposte. Allo stesso modo la coscienza deposito non è solo un magazzino di semi ma è fatta anche dei semi che vi si trovano. La terza funzione è immagazzinare l’attaccamento a un sé. Questo accade a causa della sottile relazione tra manas, settima parte e coscienza deposito.

Tutto ciò è da lasciare in vista di Cit. Il Mago muore a sé stesso e al mondo e così diviene un vero iniziato. Blavatsky (1990) rilevava come l’iniziato sia un nuovo nato. Nella gnosi segreta egiziana, l’iniziato è colui che morendo riceve una “seconda nascita”. Era rappresentata da Ankh, la Croce ansata, la Chiave della Vita, che in egiziano antico vuol dire “vita”. Ankh indica che la nascita spirituale aveva rigenerato e unito l’anima astrale con lo spirito divino. Ankh indica, nella sua parte circolare, l’infinito e quindi la Divinità somma, da cui gli uomini provengono; il tratto orizzontale indica il piano materiale; il tratto verticale esprime la forza divina che vivifica la materia.

Il vero iniziato è un Maestro. I Maestri contribuiscono in mille modi a far progredire l’umanità. Dalle più alte sfere riversano sulla terra la luce e la vita che possono essere, liberamente come i raggi del sole, ricevute e utilizzate da tutti coloro che sono sufficientemente recettivi. Quando un uomo raggiunge un certo livello spirituale non è più obbligato a rinascere sulla terra. La scelta è sua: o preferisce vivere per sempre un’esistenza disincarnata o dimora sulla terra per un tempo considerevole come Maestro di Saggezza, in questo caso egli avrà una funzione in seno alla Gerarchia Planetaria ed aiuterà lo sviluppo dell’umanità in molteplici modi.

I Maestri possono compiere miracoli, ma lo fanno raramente perché ritengono che, salvo in casi eccezionali, ogni miracolo è una forma di esibizionismo. Infatti la loro assenza di vanità è così totale che malgrado la loro nobiltà e i loro grandi poteri sono stati così modesti da chiamarsi Fratelli Maggiori e Servitori dell’Umanità; in effetti, secondo i loro propositi vivono per servire e guidare, infatti coloro che guidano non fanno altro che servire. Tuttavia, la loro funzione di guida non intralcia il libero arbitrio dell’uomo, perché ciò infrangerebbe la Legge. Essi suggeriscono, ma non esercitano pressioni, ispirano ma non ordinano mai. Possiamo dunque constatare che, sebbene i Maestri abbiano il loro spirito nel Cielo, i loro piedi calcano il nostro suolo, vale a dire che non sono vaghi sognatori, ma uomini fondamentalmente pratici. Non hanno più i vizi e le debolezze del comune mortale, perché hanno sofferto essi stessi per vincerli camminando sul sentiero che porta all’Adeptato (stato di altissima evoluzione spirituale). Cosi, essi hanno l’attitudine ad una totale comprensione e tolleranza, unite ad un’immensa compassione e, cosa importantissima come affermano essi stessi, un pronunciato senso dell’umorismo. Gli iniziati dei tempi di Atlantide si rivelavano apertamente e compivano miracoli e generavano spontaneamente sottomissione. Invece gli iniziati dei tempi moderni si nascondono nel segreto per lasciare libere le persone di seguirle o meno. Infatti Steiner scriveva: “Gli iniziati dei tempi posteriori, invece, sono esteriormente uomini in mezzo ad altri uomini. Rimangono tuttavia in comunicazione coi mondi superiori, e le rivelazioni e le apparizioni dei messi celesti li raggiungono. Soltanto in casi eccezionali fanno uso di certe forze che provengono loro di là, compiendo azioni che sembrano miracoli. Ma l’intenzione superiore in tutto ciò è di rendere l’uomo assolutamente indipendente e di svilupparne pienamente la forza pensiero. Gli iniziati umani sono oggi i mediatori tra il popolo e le potenze superiori, e solo l’iniziazione rende idonei gli uomini a comunicare con i messi celesti”. “I messi celesti superiori si ritirarono  sempre più dalla terra, lasciando la direzione a questi iniziati umani ai quali però continuarono a dare aiuto con il consiglio e con l’azione.  Se ciò non fosse stato, l’uomo non sarebbe mai riuscito a fare libero uso della propria forza pensiero. Il mondo è sottoposto ad una direzione divina; ma l’uomo non deve essere forzato ad ammetterlo, bensì deve riconoscerlo e comprenderlo per libera riflessione”.

Besant (1911) ricordava le linee energetiche dell’universo cui apparteniamo. In un sistema solare la materia esiste divisa in sette grandi modificazioni, o piani; su tre di questi piani, il fisico, l’emozionale (astrale), ed il mentale — spesso chiamati “i tre mondi”, il noto Triloki o Tribhuvanam della cosmogonia Indù — si va svolgendo l’evoluzione normale dell’umanità. Sui due piani successivi, i piani spirituali — quelli della sapienza e del potere, il buddhico e l’àtmico — si svolge l’evoluzione propria all’iniziato, dopo la prima delle Grandi Iniziazioni. Questi cinque piani formano il campo d’evoluzione della coscienza, finché l’elemento umano non si confonda col divino. I due piani al di là di questi cinque rappresentano la sfera dell’attività divina, che abbraccia ed avvolge il tutto, e donde scaturiscono tutte le energie divine che vivificano e sostengono l’intero sistema. Essi sono, per ora, completamente al di fuori della portata della nostra conoscenza; e, probabilmente, quei pochi cenni che sono stati dati a loro riguardo contengono tutto quanto la nostra limitata capacità può afferrarne.

Si insegna che essi sono i piani della coscienza divina, in cui si manifesta il Logos, o la divina Trinità dei Logoi; e da cui Egli irradia quale Creatore, Conservatore e Distruttore, evolvendo un universo, mantenendolo durante il suo periodo vitale, ritraendolo in Sé alla sua fine. Ci vennero dati i nomi di questi due piani: il più basso è l’Anupàdaka, nel quale “nessun veicolo è ancora stato formato”; il più alto è l’Adi, “il primo”, fondamento, sostegno e sorgente di vita d’un universo. Abbiamo così i sette piani di un universo, d’un sistema solare; e, secondo quanto abbiamo visto in questa breve descrizione, possiamo considerarli come divisi in tre gruppi: I. Il campo della sola manifestazione del Logos; II. Il campo dell’evoluzione umana supernormale, quella dell’ Iniziato; III. Il campo dell’evoluzione elementale, minerale, vegetale, animale ed umana normale.

Veniamo al presente. Cosa succede oggi? Gli esoteristi affermano che tutto, dalla materia allo spirito, sta evolvendo in questi ultimi tempi. Dal 1987 al 2012 la terra ha subito l’influenza della cintura fotonica, che si trova attorno alle Pleiadi. Questo fu il primo passo della evoluzione dell’intero pianeta, dopo secoli di stasi. Il secondo passo di questa evoluzione recente è all’insegna delle radiazioni benefiche di Sirio, come conseguenza del colossale cambiamento di dimensione del nostro pianeta. Esso si sta spiritualizzando sempre di più. In termini esoterici, si tratta di dare alla terra una nuova Griglia Magnetica. Non tutti i pianeti ne hanno, alla terra è stata donata una nuova.

Le competenti istanze creatrici esaminarono se eravamo maturi per una nuova griglia più spirituale e un nuovo grado di apprendistato. Questa cosmica dimensione creatrice voleva sapere non solo se il pianeta fosse abbastanza evoluto nella sua coscienza globale, ovvero – dal punto di vista della fisica – se vibrasse con intensità sufficiente, ma esaminò anche se c’erano abbastanza anime mature sulla terra che ce l’avrebbero fatta a passare in una Nuova Era – una Nuova Era con una nuova griglia magnetica. Il risultato dell’esame fu positivo, con gran soddisfazione di tutti, al che la suprema dimensione creatrice ordinò di procedere all’allestimento di una nuova griglia.

La gioia per il risultato positivo dell’esame fu particolarmente grande perché, per tanto tempo, ossia ancora fino a 100 anni fa, non sembrava che il nostro pianeta ce l’avrebbe mai fatta a passare in una Nuova Era. Quando fummo interrogati 100 anni fa per la prima volta, molti di noi dissero no: considerate le vibrazioni ancora molto pesanti esistenti sul pianeta non credevamo di potercela fare. Invece grazie all’aiuto delle Entità Cosmiche benevole abbiamo superato la prova!

Soprattutto dopo il 1987, in numerose persone, a causa dei varchi energetici provocati dalla meditazione, si misero ben presto in moto i primi processi d’integrazione sul piano fisico e psichico. Altri, meno informati e meno coinvolti, cominciarono di colpo, da quel momento, a sen tirsi attratti dall’esoterismo. Ma non soltanto le anime più mature, bensì circa l’80 % della popolazione mondiale risentì, in un modo o in un altro, le ripercussioni della Convergenza Armonica (Nuova Griglia). Ripensiamo un po’ a tutto ciò che è accaduto sul nostro pianeta dopo il 1987, politicamente, economicamente e socialmente. Dal 1987 gli operatori di luce nelle varie cerchie esoteriche assunsero il Corpo di Luce, cioè una anima inconsapevolmente più attiva nel progresso spirituale proprio e degli altri.

Queste anime assunsero la guida diretta nell’intento di integrare il loro intero potenziale nella sfera della personalità (cioè in noi esseri umani incarnati). Questa è la caratteristica principale dell’uomo della Nuova Era: la sfera dell’anima è più fortemente integrata nella sfera della personalità, grazie al forte aumento della frequenza vibratoria dei corpi biologici. Per questo certi autori definirono la Nuova Era anche il Regno delle anime oppure il Cielo sulla Terra. I Fratelli Cosmici sono pronti ad aiutarci, ma noi dobbiamo prepararci spiritualmente per recepire le loro onde.

El Morya infatti scriveva: “Se le sostanze terrene agiscono in modo diverso su uomini diversi, quanto più variata sarà la reazione indotta dalle energie supreme! Molto tempo fa si sapeva che per accogliere adeguatamente quei raggi bisogna che l’organismo umano sia in stato di armonia. Perciò i Saggi indicavano il potere delle invocazioni sacre. “Aum”, o, foneticamente, “Om”, era la sintesi di tali aneliti risonanti. La preghiera e la concentrazione interiore sono eccellenti per la salute dello spirito. Ciascuno contribuiva a modo suo alla concentrazione spirituale, mediante la musica, il canto, la danza; né mancarono certi metodi grossolani che rendevano frenetici e intossicavano. Molti furono gli errori e le deviazioni, ma in sostanza si cercava di creare uno stato di esaltazione mentale per favorire la ricezione di quelle energie sublimi.

Non si può trascorrere la vita senza provare, non fosse che per una sola volta, il calore del cuore. Si tratta di una sensazione ignea, e se è fusa con le energie superiori la circonda di un diadema luminoso e iridescente. L’uomo non dovrebbe lamentarsi dicendo che nulla gli è accessibile; al contrario, la vita terrena gli consente il contatto con le grandi energie. È vero che il corpo fisico non può sempre recepirle, poiché ne andrebbe distrutto, ma se lo spirito è esaltato i raggi della Grazia sono sperimentabili. Che dunque gli uomini non si lagnino, e vivano in modo più puro. Se meditate profondamente percepite la Nostra via. Noi siamo pronti ad aiutarvi se la legge lo consente. Ci addolora vedere quelli che prima di aver raggiunto il livello della salvezza si gettano come pazzi nell’abisso. Quanti pensieri si devono fare per ottenere risultati più semplici e migliori. Eppure certi dementi osano dare l’assalto all’Altissimo ancora restando immersi nelle tenebre. È come gettare una pietra nel mare: un tonfo e uno spruzzo, che certo non ne mutano le maestose correnti.

Sapete bene che i pensieri inviati dall’Alto sono subitanei e fulminei. La difficoltà che si incontra nel ritenerli mostra fino a che punto sia estranea l’energia che intrude nel flusso usuale della coscienza. È un oblio che dipende non dalla qualità di quest’ultima, ma da una condizione del tutto diversa che è propria delle energie potenti. È bene rendersi conto di quanto sia arduo trattenere il ricordo di quelle ricezioni; a nulla serve il consueto sforzo di memoria, se le si rammenta è in modo inatteso, e ciò avviene per contatto con un’energia affine. I saggi antichi insegnavano che per richiamarle alla memoria bisogna esercitare una pressione sul terzo occhio. È un buon consiglio, poiché in effetti basta premere la radice del naso con le dita per costringere quel centro a ricordare il raggio del pensiero”. Per accogliere i messaggi dall’Alto bisogna anche essere pronti spiritualmente, meditando e praticando la Via della Mano Destra. È di questa Via Destra anche la evocazione di angeli (teurgia), mentre la Via Sinistra evoca i diavoli (goetia). La evocazione delle entità è detta Magia Cerimoniale o Alta Magia.

Barlet scriveva: “La Magia Cerimoniale è una operazione con la quale l’Uomo cerca di costringere, con il gioco stesso delle Forze Naturali, le Potenze invisibili dei diversi Ordini ad agire secondo ciò che da esse richiede. A questo scopo, le afferra, le sorprende, per così dire, proiettando, con l’effetto delle “corrispondenze” analogiche che implica l’Unità della Creazione delle Forze di cui egli stesso non è padrone, ma alle quali può aprire delle vie straordinarie, in seno stesso della Natura. Donde Pentacoli, sostanze speciali, condizioni rigorose di Tempo e di Luogo che occorre osservare pena i più gravi pericoli. Poiché, se la direzione ricercata è un pochino imperfetta, l’audace è esposto all’azione delle “Potenze” nei cui confronti non è che un granellino di polvere”.

Per “corrispondenza analogica” si intende che il mondo fenomenico è specchio del mondo sovrasensibile (dove risiedono gli angeli o i diavoli), dato che c’è una Unità della Creazione. Per cui un Simbolo (o altro) espresso nel mondo fenomenico può richiamare una entità che sta nel mondo sovrasensibile e spingerla a manifestarsi o ad agire qui.

Secondo una visione più profonda, le entità (buone o cattive) abitano nella mente del Mago, quindi la Magia Cerimoniale non sarebbe altro che la mente così potente del mago che opera dei miracoli, all’apparenza determinati da entità. I testi di evocazione si chiamano grimori. Forse il più oscuro e pericoloso grimorio di goetia è la bolla di Papa Onorio III (del Duecento), che probabilmente non fu scritta da lui, ma composta nel Cinquecento e pubblicata la prima volta solamente nel Seicento. Si tratta di un testo di Magia Cerimoniale che richiama gli spiriti infernali più oscuri con dei riti estremi, come i sacrifici di sangue.

Per esempio, questo grimorio prevede l’uccisione rituale di un gallo nero, quindi “di  Martedì,  all’alba,  si  celebrerà  una  Messa  degli  Angeli. La  penna  del  gallo  nero  dovrà  essere  posta sull’Altare, ed accanto ad essa un coltello nuovo. Con questo il mago tempererà la penna e, intingendola nel sangue del gallo, scriverà i simboli che seguono sopra un pezzo di carta vergine bianchissima …  Terminata  la Messa,   il   documento   è   avvolto   in   un   panno   di   seta   nuovo,   di   colore   violetto,   insieme   con   l’Oblazione, e l’evocatore lo sigillerà il giorno dopo con parte dell’Ostia consacrata”. Si tratta della Messa che si celebra per la Festa dell’Apparizione dell’Arcangelo Michele (8 maggio): l’evocatore richiama questo potente angelo (che sconfisse addirittura Satana) per essere preservato dai diavoli nel momento in cui li richiamerà dall’inferno mediante altri riti.

Invece forse il più famoso sistema rituale di teurgia è la magia enochiana, un sistema magico complesso e controverso, rivelato nel XVI secolo a John Dee e Edward Kelley da esseri angelici che credevano fossero angeli. Si basa su una lingua e un alfabeto sconosciuti, chiamati lingua enochiana, e su un sistema di evocazione chiamato le “chiavi”. Si tratta di una forma di Magia Cerimoniale che include l’esplorazione di gerarchie angeliche, l’uso di sigilli e la pratica di rituali per interagire con forze spirituali. I praticanti mirano a invocare e dare ordini a una vasta schiera di esseri spirituali, esplorare la filosofia mistica e comprendere le interrelazioni tra Dio, l’umanità e l’universo.

Bibliografia di riferimento:

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Marco Calzoli è nato a Todi, in Umbria, nel 1983. Prolifico poeta e saggista, ha dato alle stampe con varie Case Editrici 58 volumi. I suoi studi trattano di filosofia, psicologia, scienze umane, antropologia. Da anni è collaboratore culturale di riviste cartacee, riviste digitali, importanti siti web. Ha conseguito la laurea in Lettere, indirizzo classico, all’Università degli Studi di Perugia nel 2006. Conosce molte lingue antiche e moderne, tra le quali lingue classiche, sanscrito, ittita, lingue semitiche, egiziano antico, cinese. Cultore della psicologia e delle neuroscienze, è esperto in criminologia con formazione accreditata. Ideatore di un interessante approccio psicologico denominato Dimensione Depressiva (sperimentato per opera di un Istituto di psicologia applicata dell’Umbria nel 2011). Ha conseguito il Master in Scienze Integrative Applicate (Edizione 2020) presso Real Way of Life – Association for Integrative Sciences. Ha conseguito il Diploma Superiore biennale di Filosofia Orientale e Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa – Istituto di Scienze dell’Uomo nel 2022.

Tratto da: Pagine Filosofali

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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