a cura di Zenit
Il New York Times – che ha visionato una serie di documenti strategici interni di Amazon – ha rivelato che l’azienda prevede di sostituire 160.000 posti di lavoro entro il 2025, con l’obiettivo di ridurre di circa 30 centesimi i costi di lavorazione e spedizione per ogni prodotto venduto.
Ciò riguarderà soprattutto i magazzini e le strutture per le spedizioni rapide, dove l’obbiettivo è di automatizzare il 75% delle operazioni.
Già da alcuni anni l’azienda opera verso una riduzione sistematica del personale. Nel 2023 – dopo l’aumento delle assunzioni dovuto al picco di domanda durante la pandemia – Amazon aveva tagliato 27.000 posti di lavoro. Nel 2024 i dirigenti avevano dichiarato al Consiglio di Amministrazione l’obbiettivo di ridurre ulteriormente il numero di lavoratori, puntando a evitare 600.000 nuove assunzioni – raddoppiando al contempo le vendite – entro il 2033.
Al posto dei lavoratori umani, il colosso dell’e-commerce intende introdurre sistemi robotici e di Intelligenza Artificiale. «Man mano che lanceremo più applicazioni di IA generativa e più agenti, cambierà il nostro modo di lavorare» e «ci aspettiamo che ciò riduca la nostra forza lavoro aziendale complessiva, man mano che otterremo guadagni di efficienza dall’uso estensivo dell’IA in tutta l’azienda», ha scritto sul blog aziendale il CEO di Amazon.
Tra le più recenti innovazioni Amazon ha introdotto Blue Jay, un sistema robotico che assisterà gli operatori dei magazzini nelle attività di spostamento e sollevamento e testerà durante il periodo natalizio Project Eluna, un modello di IA capace di svolgere analisi complesse e suggerire azioni appropriate ai manager dei centri logistici.
Proprio in questi giorni la Vice-Presidente Senior per l’area «People Experience and Technology» sul blog aziendale ha annunciato una nuova riduzione del personale di 14.000 ruoli.
«Questa generazione di Intelligenza Artificiale rappresenta la tecnologia più trasformativa dai tempi di Internet e sta consentendo alle aziende di innovare molto più velocemente che mai. […] Siamo convinti della necessità di un’organizzazione più snella, con meno livelli gerarchici e maggiore senso di proprietà, per poter muoverci il più rapidamente possibile a beneficio dei nostri clienti e del nostro business», ha spiegato la Vice-Presidente.
Nell’era della Rivoluzione Digitale alcune grandi aziende mirano a sfruttare le potenzialità della tecnologia per rendere più efficiente la produzione e aumentare i profitti, trovando più conveniente sostituire gli Umani con le macchine.
Con il progresso tecnologico il nostro lavoro sarà sempre più affiancato da robot automatizzati e dall’assistenza dell’Intelligenza Artificiale, ma ciò non deve avvenire a scapito dei lavoratori.
Le autorità politiche hanno il compito di ricordare alle imprese che svolgono una funzione sociale che non può essere subordinata agli interessi economici dei soli proprietari e investitori privati.
Gli extra-profitti derivanti dall’automazione devono essere redistribuiti e si deve finanziare la formazione e il reinserimento nel mercato dei lavoratori che hanno perso il lavoro.

