a cura di Flottiglia di Anime
“Ora che cosa vuol dire Roma? (…) Se noi vediamo la Roma di Costantino e la confrontiamo con quella di Numa Pompilio ci accorgiamo che sono diverse. Quindi non è quello, non è il sistema politico. Non è una razza, almeno nel senso fisico del termine. Voi sapete quante razze ci siano state in Roma. In Roma c’erano gli Etruschi, in Roma c’erano i Latini, in Roma c’erano i Cimbri e il resto delle popolazioni italiche che poi sono diventate tutte romane. E poi sono diventati romani anche i Galli e i Dalmati anche perché Roma si estendeva. Non si estendeva come dominio politico, si estendeva come Civiltà. Diventavano romani. I romeni si chiamo ancora così perché erano romani, e parlano una lingua latina. Quindi non é una razza, non ne ha nulla a che fare. Roma non ha nulla di nazionalistico. Non è una religione: certamente, Roma aveva la sua religione, ma aveva una religione estremamente tollerante. Voi sapete che a Roma c’è il Pantheon, che è un grande tempio, non è mica una chiesuola. Costruito apposta dai romani, da Menenio Agrippa, per quei popoli che avevano religioni poco rappresentate a Roma, non potendo in quindici persone farsi un tempio, allora i romani fecero un tempio buono per tutti. Il tempio per tutte le religioni, tutte accolte, tutte per la romanità, che era più grande di loro. E allora cos’è Roma? Roma è un modo di essere. Romano è anzitutto il senso del sacro.”

