Ai tempi nostri anche se l’esasperazione mediatica della cultura dell’informe utilizza aggettivi come esoterico, iniziatico, karmico, in serie televisive o in aggiunta ai titoli di modesti romanzi popolari (raddoppiandone la tiratura), nei Sodalizi poggiati su di una schietta ricerca interiore l’idea dell’esoterismo, generalmente vaga, assume comunque un significato abbastanza alto e nobile.
Permane invece, per l’infelice colpa di indicatori, invero di scarsa statura interiore, sia pure onesti in quanto ricercatori dello Spirito ma nemici della Libertà (per la coscienza umana contemporanea che si risveglia questa è una contraddizione perfetta), una grande confusione tra l’esoterico ed il segreto.
Quando ci si rappresenti l’esoterismo identico ad una conoscenza riservatissima e posseduta da associazioni qualitativamente differenziate, che ritengono opportuno non comunicarla a causa dell’intrinseco potere in essa contenuto, il correttivo informale a una simile rappresentazione ingenuo-romantica potrebbe essere una bella risata liberatoria. Nei casi in cui tali associazioni esistono davvero, lo Spirito, se un tempo c’era, si è ormai ritirato, e ciò che rimane è solo la segretezza aggiunta ad una entità psichica di dubbio segno, poiché portatrice di erranti cariche medianiche.
Se si è capaci di superare l’estroversione materialistica del pensato convenzionale, appare chiaro che una vera conoscenza esoterica non è qualcosa che per ragioni misteriose debba essere rifiutata alla conoscenza generale, ma che trova senza dubbio notevoli impedimenti a causa del grado di destità di coscienza necessaria per venir comunicata ed accolta.
La segretezza eccita come non mai la vanità umana personale e nelle grandi organizzazioni profane come nelle piccole conventicole occultistiche c’è molto dell’anelito a penetrare in ciò che si presume essere intimo, segreto: nel circolo più interno. Esiste un bel libro di C.S. Lewis intitolato Questa orribile forza (raro caso in cui il piacere della narrativa fantastica si coniuga senza sforzo al racconto morale e ad originali intuizioni) in cui, incarnato nelle vicissitudini di un protagonista, l’autore descrive con arguta sapienza questo prepotente difetto.
Difetto che, insieme alla presunzione ed alla litigiosità, ha pesato sulle organizzazioni di carattere esoterico, confondendo il ragionevole riserbo con segretezze personalizzate, rendendo in pratica alquanto peregrina per molte anime una corretta connessione interiore con l’Insegnamento originario, ostacolato persino da pretese mediazioni formali-amministrative.
Ingiustificabili lotte di distinzione e di potere hanno pesato, sulla bilancia dell’agire, molto più di un corretto lavoro interiore, quest’ultimo anzi venendo di solito osteggiato o respinto. Il problema è mondiale, come dall’Oriente ci conferma Lu K’uan Yu, che dedicò molti decenni della sua vita a tradurre e pubblicare in lingua inglese i testi più segreti ed antichi della grande tradizione alchemica e buddistica cinese per divulgarli presso gli occidentali: «Il buddismo in Oriente è in declino, perché il Dharma si è frantumato in diverse scuole in ostile contraddizione tra loro …invece di praticare si abbandonano a interminabili disquisizioni prive di concretezza e di risultati pratici …senza sforzarsi di comprendere il profondo significato dei Sutra…». Ecco il triste ponte tra Oriente ed Occidente: la disgrazia comune!
Chi incontra la moderna Scienza dello Spirito occidentale dovrebbe riascoltare (o rammentare) le parole, nette e decise, di Massimo Scaligero: «Non c’è alcun segreto, il Dottore ha detto tutto». Scaligero aveva ragione. Un esempio?
Due pagine della Scienza Occulta (testo diffuso in molte nazioni da cent’anni, letto da milioni di persone) minuziosamente dedicate alla costruzione della più importante meditazione d’Occidente, sintesi tecnica dell’immaginare, del meditare e della concentrazione, la cui dinamica reintegrativa può permettere al discepolo l’esperienza dell’astrale sidereo e la connessione sovrasensibile con la Comunità interiore che guida l’umanità: in pratica l’accesso al più grande dei Misteri dei nostri tempi.
Il segreto, quello inviolabile, certamente esiste, ed esiste una linea di confine tra l’esoterico e l’essoterico, ma essi non stanno nei libri o nelle conferenze e nemmeno nei testi della Classe, bensì nella capacità o nell’incapacità dell’uomo di mutare una parte di sé, di modificare la propria coscienza.
Finché l’approccio all’esoterismo rimane una curiosità da soddisfare o una facile risposta a questioni poste dalla leggerezza intellettuale, allora è soltanto l’incontro tra illusioni. Se la Scienza Sacra fosse veramente capace di rispondere in siffatta maniera, allora dimostrerebbe di essere Essa stessa null’altro che un prodotto illusorio (ed è proprio in questa visione che spesso viene giudicata da chi fuggevolmente Le si accosta). Per la coscienza immatura, le domande e le risposte che l’esoterismo pone ed insegna all’uomo non sono altro che parti di parole incrociate: essa è soddisfatta quando queste si combinano.
Il pensiero addormentato sogna fatalmente il materialismo: il dato oggettivo a sé stante. Il pensiero addormentato quando sogna lo Spirito lo sogna al pari di un oggetto, perciò può coerentemente sognare che il manoscritto riservato o la conferenza secretata contengano l’insegnamento più esoterico.
Il pensiero addormentato non conosce il proprio potere: quello di essere lui stesso lo Spirito cercato altrove.
Troppo spesso il ricercatore del Sacro non riesce a destarsi alla sperimentabile realtà di essere lui stesso il pensatore che pensa la Scienza Occulta o il Trattato del pensiero vivente. È nostra l’attività di pensiero che riaccende significati e forze di risveglio giacenti come inerti segni in tali Testi. Il pensiero che, finalmente portato a coscienza, possa volere solo e semplicemente se stesso, si libera da ciò che esso non è.
Abbandonato il riflesso di ciò che esso non è, permane il suo moto impersonale, perciò sovrasensibile, poiché inizia dove cessa il proprio sentire se stessi, ossia il limite della temporanea illusione sensibile.
Sentire se stessi è l’inganno necessario alla nascita della coscienza individuale. Per l’asceta dotato di coscienza individuale il senso della vita è spezzare il prolungarsi dell’inganno.
Da questo punto inizia l’esoterismo perenne (poiché di continuo rinnovantesi) che, come ripeto spesso, è essenzialmente esperienza: in cui ci si ritrova colmi di una speciale devozione, perché è l’Infinito che diviene parte del nostro essere.

