USA-Egitto: accordo GNL da 4 miliardi che mette sotto pressione Israele

di Chiara Cavalieri

22 Novembre 2025

WASHINGTON D.C.  Un recente rapporto del quotidiano economico israeliano Globes ha rivelato la firma di un accordo da 4 miliardi di dollari tra l’Egitto e la società statunitense Hartree Partners per la fornitura di gas naturale liquefatto (GNL). Un’intesa che, secondo molti analisti, potrebbe modificare gli equilibri energetici del Mediterraneo orientale e rappresentare una potenziale sfida indiretta al più grande accordo sul gas mai siglato tra Israele e il Cairo.

L’annuncio è arrivato direttamente dal vicesegretario di Stato americano Christopher Landau tramite la piattaforma X, sottolineando che tale operazione rientra negli obiettivi della politica estera statunitense sotto le amministrazioni Trump e Rubio: rafforzare gli interessi economici globali di Washington, creare posti di lavoro interni e garantire energia affidabile ai partner strategici.

Egitto: da esportatore a importatore di gas

Il quotidiano ricorda che la situazione energetica egiziana è radicalmente cambiata negli ultimi anni. Nonostante la scoperta dell’enorme giacimento offshore di Zohr – stimato in 850 miliardi di metri cubi di gas, una quantità paragonabile alle riserve complessive di Israele – il Paese sta affrontando una carenza crescente di forniture interne.

La causa principale è l’aumento vertiginoso della domanda, trainata da settori industriali energivori come:

  • acciaio,
  • cemento,
  • fertilizzanti,
  • petrolchimico.

Secondo Globes, queste industrie consumano da sole il 51% del gas totale egiziano. A questo si aggiunge il ruolo dei sussidi statali, che mantengono basso il costo dell’energia per il comparto industriale, incentivando però un consumo eccessivo.

Il risultato: l’Egitto, un tempo esportatore netto, è diventato un importatore netto di gas, anche da Israele.

L’accordo da 35 miliardi tra Cairo e Israele e il blocco dell’approvazione finale

Per fronteggiare il crescente fabbisogno interno, l’Egitto aveva firmato un accordo storico da 35 miliardi di dollari con i partner del giacimento israeliano Leviathan, volto a garantire forniture a lungo termine tramite gasdotto, una soluzione decisamente più economica rispetto al GNL trasportato via nave.

Tuttavia, Globes rivela che il Ministero dell’Energia israeliano ha deciso di ritardare l’autorizzazione finale all’esportazione. Le ragioni:

  • preoccupazioni sull’impatto dell’accordo sulle forniture interne israeliane,
  • rallentamento dei negoziati tra Israel Electric Corporation e il giacimento Tamar a causa dei prezzi,
  • rischio che Tamar resti l’unico fornitore affidabile per il mercato domestico.

Il rinvio ha spinto il Cairo a cercare alternative più rapide e flessibili.

Il GNL americano: costoso ma strategico

Il nuovo accordo con Hartree Partners, pur essendo molto più piccolo di quello israeliano, offre all’Egitto un prezioso vantaggio: diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Il GNL americano è più costoso rispetto al gas trasportato via gasdotto, ma:

  • garantisce maggiore elasticità nelle forniture,
  • aumenta la sicurezza energetica del Cairo,
  • riduce la dipendenza — economica e politica — da un unico partner.

Secondo il quotidiano israeliano, solo l’annuncio dell’accordo USA-Egitto ha generato ricadute immediate sui mercati: le azioni delle compagnie legate ai giacimenti Tamar e Leviathan hanno registrato cali nelle contrattazioni, segno della crescente incertezza intorno al mega-accordo con il Cairo.

Un equilibrio delicato tra interessi interni ed esterni

Il caso mostra come il settore energetico israeliano stia vivendo una fase di tensione tra:

  • necessità di garantire stabilità e prezzi accessibili al mercato interno,
  • volontà di sostenere accordi energetici strategici con l’Egitto,
  • crescente concorrenza internazionale, ora anche statunitense.

L’Egitto, dal canto suo, sfrutta questo momento per consolidare una strategia multipolare: ridurre rischi e dipendenze, bilanciare alleanze e mantenere la leadership energetica nel Mediterraneo orientale.

*L’autrice è Presidente dell’Associazione Italo-Egiziana Eridanus e Vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM.

USA-Egitto: accordo GNL da 4 miliardi che mette sotto pressione Israele
USA-Egitto: accordo GNL da 4 miliardi che mette sotto pressione Israele

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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