di Giuseppe Aiello
Ammonite quelle [le donne] di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele (idribuhunna).
Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.
La radice araba ḍ-r-b della parola idribuhunna ha molti significati
– “colpire”
– “allontanare”,
– “separare”,
– “(far) partire”, “
– “dare l’esempio”
Per questo motivo alcuni intendono idribūhunna come “battetele”, altri invece traducono come “allontanatele”, “separatevi da loro”.
Ibn ʿArabī illustra il significato simbolico ed esoterico del versetto, ossia il rapporto tra l’uomo (lo spirito, rūḥ) e la donna (l’anima).
Quando l’anima “disobbedisce”, cioè devia dalla verità, il versetto indica tre livelli di disciplina spirituale:
– “ammonire” → richiamare la propria anima mediante consapevolezza;
– “separarsi nei letti” → distaccare il cuore dai desideri inferiori;
– idribūhunna , “colpire” la nafs con un esempio, un atto che interrompa il suo errore.
Spesso si completa l’interpretazione del versetto facendo riferimento all’hadith del miswak (sorta di spazzolino per purificare i denti)
Lo hadīth del miswak è riportato in varie raccolte minori ed è considerato “debole”, a ogni modo è:
«…e se devono essere “colpite”, allora ghayr mubarraḥ» (cioè non violentemente, non che lasci segni, e alcune versioni aggiungono: “come con un miswāk”).
Il “miswāk”, essendo un bastoncino per pulire/purificare i denti, non sarebbe stato scelto a caso, ma appunto come simbolo della purificazione, quindi colpire con un miswāk = correggere la propria nafs con un gesto minimo, delicato, purificatorio.

