a cura di Zenit
Il Segretario dell’Esercito degli Stati Uniti – Driscoll – nei giorni scorsi si è recato a Kiev per presentare al Presidente d’Ucraina – Zelenskij – un nuovo piano di pace in 28 punti elaborato dall’Amministrazione Trump e visionato preventivamente dal Rappresentante Speciale del Cremlino – Dmitriev.
Il primo punto afferma che «la sovranità dell’Ucraina sarà confermata», ma non la sua integrità territoriale.
Le annessioni della Crimea e della totalità delle Regioni di Donetsk e di Lugansk alla Federazione Russa saranno infatti riconosciute «de facto» – ma non de jure – anche dagli Stati Uniti, mentre i confini nelle Regioni di Kerson e Zaporoğe «verranno congelati lungo la linea di contatto». Mosca rinuncerà ad altri territori che attualmente controlla, Kiev ritirerà le sue truppe dal Donetsk «e questa zona di ritiro sarà considerata una zona cuscinetto demilitarizzata neutrale».
L’Ucraina inserirà nella propria Costituzione la promessa di non aderire alla NATO, mentre l’Alleanza Atlantica includerà «nei propri statuti una disposizione che stabilisce che l’Ucraina non sarà ammessa in futuro». A Kiev sarà però consentito di entrare nell’Unione Europea.
L’Ucraina limiterà la dimensione delle proprie forze armate a 600.000 effettivi, terrà elezioni entro 100 giorni e riconoscerà i diritti delle minoranze linguistiche e religiose.
Le garanzie di sicurezza prevedono che «se la Russia invade l’Ucraina, oltre a una risposta militare coordinata decisiva, tutte le sanzioni globali saranno ripristinate, il riconoscimento dei nuovi territori e tutti gli altri benefici di questo accordo saranno revocati».
«Una volta che tutte le parti saranno d’accordo su questo memorandum, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente dopo che entrambe le parti si ritireranno nei punti concordati per iniziare l’attuazione dell’accordo».
Il piano contiene anche diverse disposizioni economiche, tutte a vantaggio di Washington. Basti un esempio, 100 miliardi di dollari in beni della Russia attualmente congelati «saranno investiti negli sforzi guidati dagli Stati Uniti per ricostruire e investire in Ucraina. Gli Stati Uniti riceveranno il 50% dei profitti da questa impresa».
Zelenskij ha riconosciuto, in un discorso rivolto alla Nazione, la difficoltà della decisione: «In questo momento l’Ucraina sta subendo una pressione senza precedenti. In questo momento l’Ucraina potrebbe trovarsi di fronte a una scelta molto difficile. O la perdita della nostra dignità o il rischio di perdere un partner fondamentale. O i difficili 28 punti o un Inverno estremamente rigido, il più rigido mai visto, con tutti i pericoli che ne derivano. Una vita senza libertà, senza dignità, senza giustizia e la fiducia in qualcuno che ci ha già attaccato due volte».
Il Presidente d’Ucraina forse s’illude di poter ancora strappare condizioni più vantaggiose.
Il Presidente della Federazione Russa – Putin – durante una riunione con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato di ritenere che questo nuovo piano «potrebbe anche servire come base per un accordo di pace definitivo».
Come abbiamo spiegato nel nostro articolo «La Politica Estera degli Stati Uniti con Trump», dopo aver provocato lo scoppio della guerra in Ucraina e ora che ha raggiunto i suoi obiettivi strategici, la Casa Bianca ha tutto l’interesse a interrompere le ostilità per far partire il business della ricostruzione e rivolgere gli sforzi delle sue forze armate verso altri teatri.
Leggi «La Politica Estera degli Stati Uniti con Trump»:
https://www.redazionezenit.it/…/la-politica-estera…/

