a cura di Giuseppe Aiello
“In nessun modo ogni pace è gradita a Dio, né è necessario amare ogni pace. I Santi Padri, istruttori nella vita spirituale, dicono che ci può essere “gloriosa discordia” così come ”più disastrosa unanimità”. Dovremmo amare solo la buona pace, quella che ha un buon proposito che unisce con Dio.
Lo stesso Maestro dell’Amore, nostro Signore Gesù Cristo, dice che non tutta la pace è gradita a Dio e che non è necessario valorizzare tutta la pace: “non pensate che io sia venuto per mandare la pace sulla terra; non sono venuto per mandare la pace, ma una spada”. (Matt. 10:34)
Allo stesso tempo, il Signore costantemente insegnato ai suoi discepoli la pace, la mitezza e l’umiltà, e nel separarsi durante l’Ultima Cena elargito su di loro la Sua pace dicendo: “Pace lascio con voi, la mia pace vi do”. (Gv. 14:27).
Questa “pace di Cristo” che supera ogni comprensione, secondo l’espressione dell’apostolo, è una pace particolare che non ha nulla in comune con nessun’altra pace umana. Questa è proprio quella “buona pace“ che, secondo l’espressione dei padri, “ha un buon proposito e ci connette con Dio.” Ogni altro tipo di pace, per quanto attraente possa sembrare, dovrebbe essere respinto come un’illusione satanica.
Così, secondo i Santi Padri, dove esplicita empietà è interessato, dovremmo ricorrere al fuoco e la spada, e non “partecipare di cattivo lievito e di essere aggiunto al numero di infettati. “Pertanto, un cristiano non può essere in pace con Satana, con atei, con apostati, con teomachisti, né con eretici maligni. Non ci può essere pace con i persecutori della fede e della Chiesa, con i diffamatori e i profanatori delle cose sante, né con i seminatori dell’ateismo e dell’empietà.”
• Arcivescovo (ortodosso-russo) Averky Taushev di Siracusa
