di Vincenzo Di Maio
Dopo le profonde analisi geografiche dei cinque sacri continenti del nostro pianeta, per adduzione entra in scena un’altro argomento finora poco trattato, ovvero i mari terrestri che circondano i continenti terrestri conformando il completamento di una tettonica terrestre che va dal più profondo abisso fino al più alto monte, una tettonica marcata dell’elemento acqua che segna il livello di quota zero per la sua caratteristica uniformatrice su tutto il planisfero.
Questo nostro elemento acqua, che sgorga dai monti secondo un ciclo atmosferico di rigenerazione che congiunge terra, mare e cielo, è quindi un ulteriore ponte di comunicazione tra civiltà, culture ed etnie che ha sempre permesso il flusso di materialità, di temporalità e di spiritualità attraverso i viaggi e gli spostamenti degli umani in ciò che viene definito Antico Mondo, composto dal continente africano (Alkebulan) e dal continente eurasiatico (Aurania), segnando nei secoli una centralità insuperata che vede il continente di Aurania come padre semente di antiche migrazioni e il continente di Alkebulan come madre accogliente di antiche migrazioni che si sono tenute fin dal 10.000 a.C. (anno geologico dell’ultimo Diluvio Universale).
Infatti le antiche Vie della Seta, oltre a seguire gli spostamenti terrestri sulle strade carovaniere del nord alto, del centro mediano e del sud basso, seguivano anche vie marittime che misero in comunicazione molte civiltà tra loro, delle relazioni marittime che oggi sono seguite passo passo anche dalla Belt and Road Initiative promossa dalla politica di cooperazione internazionale della Cina e della Russia, delle relazioni marittime in cui spicca il ruolo centrale di un mare mite come il mar Mediterraneo, che ha permesso la grandezza di Roma nei millenni, e nonostante si possa pensare diversamente ritenendo il centro del mondo nell’oceano Atlantico e nella sua presunta capitale New York, la città eterna di Roma è ancora fino ad oggi il centro nevralgico planetario.
Non a caso i sapienti antenati dell’umanità hanno denominato il mare che circonda la penisola italica come medi-terraneum, ossia come terra di mezzo, come impero di mezzo, visto che l’unico sinonimo di civiltà terrestre era ciò che i romani definivano con il termine imperium, in quanto era un mare che ha messo in relazione una triade antropologica e spirituale che oggi mette in comunicazione tre civiltà: la civiltà del Maghrebistan, la civiltà del Muslimistan e la civiltà dell’Europastan, tre civiltà-motore che nel primo millennio d.C. erano rappresentate dall’impero romano, dall’impero egizio e dall’impero persiano, tre culle di civiltà che poi hanno vissuto vicissitudini di declino e della nascita di nuovi attori storici intervenienti come l’Islam di Muhammad, l’impero bizantino e i flussi barbarici del nord Europa.
Il mediterraneo quindi è sempre stato un crocevia di relazioni storiche consolidatesi nel tempo che ha permesso una comunanza di elementi sociali, ben trattati dal grande Fernand Braudel nell’omonimo libro, che definisce l’identità di un mare calmo che ha antropologicamente permesso uno scambio continuo di informazioni come quello che avviene nel corpo umano tra il cervello (Aurania) e il cuore (Alkebulan), laddove emerge centrale il ruolo dell’Italia come ghiandola pineale del pianeta, fatto che di per sè dimostra ulteriormente il ruolo chiave dell’Italia per il mondo e dell’attuale ruolo centrale di Roma in qualità di essere una delle tante città sacre della terra, purtroppo abusivamente occupata dal Vaticano.
Pertanto le relazioni marittime del mediterraneo sono fondamentali e vanno liberate dalle invadenti colonie inglesi come è Gibilterra, Malta e Suez, che invece ostacolano le naturali relazioni marittime delle nostre tre civiltà motore.
Il Primordialismo Visionario così, fa del mediterraneo uno scrigno dei desideri in cui la cooperazione internazionale deve emergere con un organizzazione simile alla Belt and Road Initiative per unire un’altro tassello mancante del tessuto chiave mondiale: la Medi Terraneum Initiative.
PRIMORDIALISMO VISIONARIO – movimento politico internazionale
