di Roberto Siconolfi
Uno dei migliori assist della fase storica ed epocale che stiamo vivendo è la possibilità di ricominciare tutto da capo.
Se lo stesso sistema, che aveva generato le forme politiche che siamo abituati a conoscere, ha letteralmente messo via – almeno in Italia e in Occidente – tali forme politiche, allora molto meglio crearne delle nuove su altre basi.
E quali sono queste basi? Le basi sono nuove come nuova è l’epoca nella quale ci addentriamo!
Ma se vi è una falla del sistema politico rintracciabile nella storia, essa non può che essere nell’avvento della modernità, la modernità materialista, economicista ed egualitarista.
In questa ottica è quantomeno fuorviante l’accanimento terapeutico con il quale numerosi gruppi, forze politiche e personaggi si rivolgono verso le forme oramai morenti della liberal-democrazia.
Così come quantomeno fuorviante è questa vera e propria ossessione per la costituzione italiana, una carta inattuata perché “inattuabile”, e proprio perché infarcita di concezioni politico-religiose figlie di una certa deviazione moderna e che sono contrarie al principio di realtà (vedere il catto-comunismo).
L’idea fondamentale che va delineandosi sempre più, invece, come figlia del nostro tempo specifico e che riprende le leggi della realtà in maniera molto più concreta e veritiera, è quella di una grande rinascita antropologica, “umana”, e di conseguenza comunitaria.
Di comunità però consapevoli, “vissute”, in quanto formate da uomini consapevoli.
Una consapevolezza a più livelli che necessità innanzitutto di un risveglio culturale, delle capacità logico-razionali e in ultim’analisi di ambito etico-morale.
E per etico-morale non va intesa l’etica di stampo borghese, marxista o giudaico-cristiana, ovvero un mondo di valori e principi non vissuti, “invivibili”, perché collocati fuori dal mondo in una specie di dimensione “da raggiungere” ma che diverge da ciò che si è.
Il principio etico-morale come base sulla quale articolare una pratica spirituale “concreta”, e dunque l’attività maestra che conduce ciò che è terreno verso la dimensione celeste.
Il principio guida che è in grado di tenere in piedi una comunità, oltre che l’uomo stesso, e che è poi è esattamente quello che è mancato dall’avvento della modernità!
E’ questo lo scenario, seppur molto embrionale, della situazione politica alternativa italiana.
E’ questa la strada che va battuta senza sé e senza ma, e che è fondata sulla separazione “dal” modello imperante piuttosto che sulla presa delle leve del potere “del” modello imperante, come si è abituati a pensare.
Ma tutto ciò prevede una scelta!
Una scelta “vera”, non quella formale della scheda elettorale che vale quanto il due di briscola.
La scelta è quella di riorientare completamente la propria vita sulla base di se stessi, e non del condizionamento effettuato dalla società nella quale si vive, e che a quanto pare chiede dazi e sempre maggiori e peggiori.
Solo ponendosi in una situazione di sostanziale “autarchia” che è prima interiore e individuale, e poi comunitaria e politica, che è possibile per davvero staccare la spina.
Una rete di comunità autorganizzate ed auto-responsabili che non si interessano più dello Stato, perché ne creano un altro!
