di Lorenzo Tucci
Tra gli effetti del neoliberismo, il principale è la capacità di destrutturare la democrazia, svuotarla internamente e trasformarla in una prigione senza alcuna avvertibile differenza esteriore.
La democrazia si basa sul voto del popolo, che sceglie, o crede di scegliere, ciò che più conviene al popolo stesso. Ma il nord magnetico del neoliberismo non è il popolo, bensì la finanza, il grande capitale. È ovvio dunque che la finanza avrà prevalenza sul popolo.
Lentamente, e neppure troppo, il popolo si trova senza effettivi poteri. Il suo diritto al voto non è negato, ma il voto stesso, per così dire, è narcotizzato e intrappolato dal fatto che tutti i partiti di un determinato Paese sono sotto il controllo del neoliberismo, della finanza apolide globalista. Non predicano ideologie sane (tutto ciò che è frutto del libero pensiero è sano) ma sono veicoli di un ideologia unica.
La gente, narcotizzata, per lo più non si accorge di nulla. “C’è libertà, possiamo viaggiare, possiamo comprare quello che vogliamo, nessuno ci vieta niente” sentirete dire. Non è scritto da nessuna parte, ma una cosa vietata c’è: uscire dalle mura del neoliberismo, dalla logica del consumismo, specie quello globalizzato di Apple, Amazon e delle altre aziende multinazionali che stanno distruggendo la piccola e media impresa; uscire dalla finanza speculativa, prerogativa di fondi di investimento come Blackrock, Vanguard, State street che detengono il controllo delle maggiori realtà economiche mondiali; uscire dalla schiavitù di una moneta debito ad interesse emessa dal nulla da banche centrali private, attraverso la quale “lorsignori”, appartenenti ad una manciata di famiglie, tengono in scacco interi popoli.
Questa “democrazia fittizia” rappresenta il cavallo di troia attraverso il quale si può scegliere l’automobile, lo smart phone, la vacanza ai Caraibi, l’orologio, la giacca, l’abito da sera e il taglio dei capelli, quasi ogni cosa. Ma è una finzione di democrazia. È la democrazia vista in una serie di specchi deformanti. È un inganno da Luna Park, un gioco che ci ha intrappolati tutti.
E chi volesse uscire dalle camere degli specchi deformanti, non troverebbe più la strada per tornare indietro: è il mito del Labirinto che si ripete – come tutti gli immortali miti greci – e dentro al Labirinto c’è il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezzo animale, possente, crudele, invincibile, onnivoro che divora i poveri e accresce le fortune dei ricchi. Questo è il neoliberismo. Mancano però un Teseo e un filo di Arianna. Tale è la nostra condizione oggi. Se non ne diventiamo consapevoli siamo spacciati.
