di Giuseppe Aiello
Breve profilo biografico
in questi anni molti amici mi hanno chiesto informazioni sul mio percorso esistenziale, non per pettegolezzo o curiosità, ma perchè alcune scelte, le letture, le svolte decisive possono aiutare chi è in cammino a riconoscersi o immedesimarsi, e dunque a trarne riflessioni utili per se stesso. Per questo lo faccio pubblicamente, non per vanità o pettegolezzo, cercando di essere sintetico.
Tra i 14 e i 18 anni da ricordare un interesse per gli UFO, gli alieni, paranormale e i misteri in generale, anche per effetto di strane esperienze personali. Interessato anche alle profezie e a tutto ciò che riguardava la Fine dei Tempi. Per il resto, nutrivo una generica simpatia storico-politica per i regimi sconfitti (fascismo e nazismo).
Tra i 19 e i 25 anni: giunto a Roma per l’università, approfondisco Nietzsche: lo divoro in poche settimane, partendo da “Genealogia della morale”. Ne segue un “mare aperto”, una nichilismo esistenziale che cerca un porto, non mi basta infatti il cristianesimo scialbo, moralistico e piatto in cui sono nato e cresciuto.
Ancora interessato a UFO e misteri archeologici (Hancock, Bauval, ecc.) e storici (seguo quasi tutte le conferenze e le riviste degli anni d’oro dell’ufologia italiana, ossia 95-00), per puro caso scopro “Rivolta contro il mondo moderno” di Evola: sfogliandolo avevo visto un capitolo su Atlantide ecc. Da lì mi si apre a cascata il mondo della Tradizione: divoro Evola, Guénon ed epigoni. Non ho dubbi, ho trovato il “mio Graal”, per così dire, la Tradizione. Si, ma “quale” Tradizione (o “forma tradizionale”) devo seguire?
Essendo l’Islam l’ultima tradizione del ciclo, mi concentro su di esso. Mi avvicinai al Sufismo, sul punto di contattare i rappresentanti di una nota tariqa per chiedere di essere iniziato. I dubbi permangono però perchè l’interesse politico in me non si è mai eclissato, e i sufi mi sembrano apolitici o troppo distaccati.
Ecco allora che con Corbin scopro il mondo inesplorato e affascinante dell’Islam sciita e il “suo” esoterismo, il quale con l’esperienza della Rivoluzione islamica iraniana risponde anche alle mie esigenze di azione politica (viva sin dagli anni liceali) in questo mondo, e con l’attesa del Mahdi disseta la mia sete escatologica (altra mia fissazione fin dall’adolescenza).
Non ho quindi più dubbi, nel 2001 divento musulmano sciita.
Da allora è stato solo un percorso di approfondimento su molti temi e discipline, ma nell’essenza e nei principi nulla è cambiato.
Da musulmano sciita rispetto e mi sento amico e fratello di tutti coloro che seguono un percorso spirituale tradizionale.
Cammino spirituale, Azione politica (in senso lato, superiore, non partitico e profano), Attesa escatologica: i tre fronti principali della mia vita, i tre fronti principali di un visionario primordiale, indipendentemente dalla propria professione di fede religiosa.
