di Monaco Guerriero
Il dio Cernunnos, Divinità Celtica e Pre-Celtica adorata e seguita dalle popolazioni celtiche e Gallo-Romane, conosciuto altresì col nome di Pan, Fauno e successivamente associato anche al Dis Pater romano ossia Plutone/Ade il dio dell’Oltretomba da cui probabilmente nacque l’associazione assieme alla sua animalità col Diavolo e i regni infernali (in parte giustamente e poi spiegherò perché).
Cernunnos è la Divinità della Virilità, della Fecondità, della natura selvaggia, della caccia e talvolta della guerra, ma anche dell’animalità sublimata, esso esprime il vivere in Armonia colla Natura Terrena e coi Cicli della Naturali-Astrali, pertanto ciò ne fa Gnosticamente parlando una divinità psichico-astrale, ecco perché in talune culture ha assunto una connotazione negativa, perché nelle Dottrine e Tradizioni dualistiche il Mondo Terreno veniva identificato come l’inferno (e in parte è vero)
Ciononostante esso non vuole demonizzato, poiché simboleggia semplicemente il vivere in Armonia colla Natura, e in un’ottica monista Simboleggia il Divino nella Materia, che sperimenta la Materia e una parte diventa Materia (Sanatana Dharma docet)
Analizzandolo possiamo notare che l’attributo che balza di più nell’occhio son senza ombra di dubbio le sue corna da cervo che sono l’equivalente delle antenne, simboleggiano la comunicazione colla quale si connette fallicamente alla Sorgente, penetrando nel Regno Divino ove attinge la Sua Energia, come simboleggiato altresi dalla Lancia di Longino che raffigura esotericamente l’Iniziato che penetra nelle Dimensioni Divine squarciando il Velo (il Corpo di Cristo) per giungere al Sangue/Acqua di Cristo, l’Essenza Divina.
Certamente negli animali le corna servono per difendersi e combattere pella contesa della femmina, e qua Cernunnos esprime il lato più basso dell’animalità, ma certamente sempre una forma di comunicazione è.
Gli animali attorno a Lui quasi attratti, attirati con magnetismo amoroso rappresenta l’attrazione che gli animali hanno pelle divinità, basti ricordare il Magnetismo di San Francesco ove ogni animale s’appropinquava ad egli senza timor alcuno.
Nella mano destra tiene il Torque, un antico bracciale/collare celtico-nordico ma anche usato dai romani, che simboleggia lo Spirito nella Materia, e pertanto la Ciclicità Naturale e l’Armonia naturale di nascita-morte-rinascita come altri simboli dal Triscele al più analogamente famoso Serpente che si morde la coda, l’Ouroboros, il Serpente Antico che imprigiona lo Spirito nella Materia, oppure lo Spirito che diventa Materia autolimitandosi per esperire la sua Natura opposta e dunque dualizzandosi in una testa che morde la coda ma che contemporaneamente la rigenera. La dualità nel Torque è delineata dal suo esser un cerchio interroto da due sfere, le polarità Yin e Yang, Bene e Male, Maschile e Femminile, Morte e Nascita.
Purtuttavia come c’insegna l’Enso del Buddhismo Zen, ch’è un cerchio con uno spazio che lascia entrare dentro di sé il Bianco Luminoso della Vacuità (Sunyata) il Torque ha la medesima apertura per simboleggiare la ricezione colla Dimenzione Divina, e ciò ne faceva ineluttabilmente un Simbolo di Protezione (come tutti i Cerchi del resto) per catalizzare la connessione coll’Energia Mistica della Divinità e degli dei.
Nella mano sinistra tiene un Serpente. E qua arriva il bello nella sua duplice accezione poiché esso può rappresentare un Simbolo di dominio della Materia e dell’Astrale, come l’Ofiuco, la 13esima costellazione che raffigura il dominio del Serpente la Coscienza Cristica o Buddhica (e così via) che spezza la Ciclicità degli astri e conduce alla Trascendenza. Ma attenzione… perché Cernunnos sembra che lo stia altresì ascoltando, pertanto da qui ne scaturisce l’inevitabile armonia cogli astri e di conseguenza colla natura materiale.
E infine è da notare la posizione in cui è seduto, che rammenta inequivocabilmente la posizione Yogica di Siddhasana ( la posizione del Saggio) da qui i collegamenti Esoterici e Ancestrali cogli indoari e all’Universalità di tale posizione non circoscritta e delimitata all’India.
In conclusione Cernunnos non è una Divinità di per sé negativa, Simboleggia il Divino nella Materia, e l’Armonia colla Natura e gli Astri, ma di contro anche il rimanere imprigionati per sempre in questo Mondo Fenomenico. La parola animale non a caso contiene due parole; Anima-le e Ani-male, Anima e Male, la Natura Animale può essere una prigione che sensorialmente ci tiene ipnotizzati e inebriati per stare qua coll’attaccamento e l’identificazione dei sensi, oppure un mezzo per trascenderli, l’Oro ha bisogno del Piombo pell’Opera Alchemica.
Noi non siamo in questa Terra di Mezzo a viverci per sempre, ma siamo qui per esperire la Dualità, codesta dimensione c’imprigiona, ci limita, ma una Scuola è altresì, per apprendere e tornare all’Uno, all’Assoluto, con una Consapevolezza maggiore. Pura è l’Anima che non si è mai staccata dalla Luce Divina, ma quanto più grande è l’Anima Coraggiosa ed Eroica che ha esperito il limite della Materia e l’Oscurita del Diavolo riuscendo a tornare a casa del Padre come c’insegna la parabola del Figliol Prodigo, del resto è anche il percorso di Lucifero, che esotericamente sul Piano Microcosmico altro non è che l’Anima che cade nella Materia, negli Inferi diventando il Lucifero-Satana abbacinanato da una falsa luce, e forme prosaiche per poi tornar ad essere il Cristo-Lucifero come c’insegna il Vangelo.
Due sono i Sentieri né più né meno.
