a cura di Maria Gloria Sirabella
Un uomo venne da Al-Hasan Al-Basri e gli disse:
“Ho sentito che ogni disobbedienza ha una punizione, ebbene io ho disobbedito molto a Dio e lui non mi ha punito”.
Rispose: “Figlio mio, quanto Dio ti ha punito, e tu non lo sai”.
Disse: “come?”
Al Basri: “Non ti ha privato della dolcezza del dialogo con Lui ?
Non sono passati i giorni senza che tu leggessi il Corano?
Non hai passato lunghe notti senza stare ritto (in preghiera)?
La tua lingua non è stata trattenuta dal menzionarLo?
Non ti ha afflitto con l’amore per il denaro, il prestigio e la fama?
Non hai sentito il peso dell’obbedienza sul tuo cuore?
Maldicenze, pettegolezzi e bugie non ti sono state rese facili?
Non hai dimenticato l’aldilà e non hai fatto del mondo la tua più grande preoccupazione?
Non ti sono passati (inutilmente) le migliori stagioni: Ramadan, i sei giorni di Shawwal, il decimo di Dhul-Hijjah, e non sei stato in grado di approffitarne nel bene?
La punizione più facile per Dio è ciò che è tangibile, che sia in denaro, figli o salute, e la punizione più grande è ciò che è impercettibile nel cuore.
La punizione di Dio è più grande di quanto tu realizzi. Infatti, fa parte della Sua punizione concederti benefici del mondo fino a farti dimenticare l’Aldilà, e spingerti alla conoscenza mondana che ti distrae dalla conoscenza profonda o dalla comprensione della tua religione, e donarti molto denaro, privandoti però del piacere dell’obbedienza e degli atti di culto. Giuro che in tutto ciò è una delle più grandi forme di punizione.
