di Alexander Dugin
La tradizione (religione, gerarchia, famiglia) e i suoi valori sono stati rovesciati agli albori della modernità. In realtà, tutte e tre le teorie politiche sono state concepite come costruzioni ideologiche artificiali da persone che comprendono, in vari modi, la ‘morte di Dio’ (Friedrich Nietzsche), il ‘disincanto del mondo’ (Max Weber), e la ‘fine del sacro’. Questo è stato il nucleo della Nuova Era della modernità: l’uomo è venuto a sostituire Dio, la filosofia e la scienza hanno sostituito la religione, e i costrutti razionali, forti e tecnologici hanno preso il posto della Rivelazione.
Tuttavia, se il modernismo si esaurisce nella postmodernità, al tempo stesso, si conclude con esso il periodo della “teomachia” diretta. I postmoderni non sono inimici verso la religione, ma piuttosto, indifferenti. Inoltre, alcuni aspetti della religione, di norma, che riguardano le regioni infernali, la “texture demonica” dei filosofi postmodernisti sono alquanto attraenti. In ogni caso è finita l’era della persecuzione della Tradizione, anche se, seguendo la logica del post liberalismo, ciò porterà probabilmente alla creazione di una nuova pseudo-religione globale, basata sugli scarti di culti sincretici disparati, ecumeni caotici di una dilagante “tolleranza”. Mentre questa svolta di eventi è, per certi versi, ancora più terrificante dell’ateismo dogmatico e del materialismo diretto e senza complicità, l’indebolimento nella persecuzione della Fede potrebbe essere quella occasione, se i rappresentanti della Quarta Teoria Politica agiscono insistentemente e senza compromessi nel difendere gli ideali e i valori della Tradizione.
