di Roberto Siconolfi
La contrapposizione della Russia al modello liberal e globalista, non si realizza attraverso la vittoria finale nella guerra all’Occidente, la distruzione del sistema dei (dis)valori occidentali e l’affermazione dell’Impero eurasiatico di stampo tradizionale.
Questa è una legittima aspirazione di una parte dell’intellettualità russa e occidentale, ma non rappresenta la funzione storica della Russia per quello che deve essere.
O meglio, ne rappresenta lo slancio “ideale”.
Slancio che però può trovare una realizzazione nel mondo politico, nella presidenza Putin, solo parziale, perché il “mondo delle idee” non può mai affermarsi in maniera integrale sul piano politico.
E poi bisogna considerare che le influenze “ideali” di Putin sono molto variegate, e Dugin è solo uno dei “vari” per intenderci.
La Russia deve fare semplicemente da diga, rallentare, “trattenere” la bestia d’Occidente.
Null’altro!
E ci sta riuscendo, e la ritirata tattica da Kherson, utile alle trattative di pace, va sempre in questa direzione.
La Russia non voleva questa guerra, dal 2014, non ha interesse a farla e a portarla fino in fondo, ed è anche un bene.
Diversamente sarebbe la catastrofe finale, prima del tempo.
Poi, potrei sbagliarmi e gli sviluppi possono andare in tutt’altra direzione.
Ma quello che è sicuro è che a questo punto della storia, nell’Europa occidentale del XXI secolo, il futuro è “solo” nelle nostre mani!
