di Daniele Perra
Il governo Meloni ricorda il cosiddetto “holodomor” definendolo “sterminio per fame di milioni di ucraini voluto dal regime sovietico di Stalin”. La realtà storica naturalmente è assai più complessa. Presento un passaggio del mio libro “Obiettivo Ucraina” (Anteo Edizioni 2022).
“Più o meno nello stesso periodo, una grande carestia colpì le regioni sud-occidentali dell’Unione Sovietica. Su di essa è necessario fare un minimo di chiarezza visto il ruolo di mito fondativo della rinascita nazionale ucraina che è stato attribuito a tale evento da quella propaganda occidentale che tende a considerarlo come una sorta di genocidio etnico mirato. Di particolare rilievo in questo senso è il lavoro dello storico britannico Robert Conquest The harvest of sorrow: soviet collectivization and the terror-famine (Oxford University Press, 1986) le cui tesi di fondo sono state smentite dagli storici Stephan G. Wheatcroff e Robert W. Davies che hanno evidenziato come la carestia del 1932-1933 non fosse affatto il prodotto di una pianificazione delle autorità sovietiche (la causa è da ricercarsi in politiche sostanzialmente errate e nell’ampia resistenza alla collettivizzazione che portò molti kulaki a bruciare i loro stessi raccolti pur di non farli finire in mano sovietica) né tanto meno un tentativo mirato di genocidio etnico visto l’assai elevato numero di morti non ucraini. A ciò si aggiunga il fatto che lo storico di origine armena Ronald Grigor Suny ha messo in luce come lo stesso Conquest fosse dal 1948 a libro paga dell’Information Research Department dei servizi segreti britannici con il compito di diffondere propaganda antisovietica. Non a caso, proprio Conquest è stato a più riprese accusato di aver enormemente esagerato il numero delle vittime delle comunque errate politiche sovietiche. Inoltre, sempre Suny ha ribadito come le teorie propagandiste sulla russificazione forzata portate avanti da Conquest nel libro The nation-killers: the Soviet deportation of nationalities (Palgrave MacMillan, 1970) siano sostanzialmente sbagliate visto che, al contrario, le politiche sovietiche avrebbero creato un terreno fertile per la creazione della coscienza nazionale nei popoli sottoposti al potere di Mosca al posto di distruggerla.”
