I PRINCIPI MORALI DI OGGI

di Luca Rudra Vincenzini

Esiste oggi ortodossia nell’applicazione dei principi morali dei principali pensatori del passato? Un pò di sano realismo?

No. Oggi, lo dico senza nessuna retorica, semplicemente fotografando la realtà, oggi dicevo, è tutto, nulla escluso, “neo”, ossia un’applicazione moderna, surrogata, annacquata, insipida, razionalizzata, depauperata, perché no, svilita e cambiata di ciò che fu.

Perché questo? Semplicemente perché nella migliore, nonché più remota, delle ipotesi in cui ci sia rapporto diretto con le ipsissima verba di un autore, tutto il contesto che c’è a corredo è artefatto dalle logiche moderne. Per questo parliamo di neobuddhismo, neoinduismo, neocristianesimo, neoyoga, neotantra, neosufismo, etc.

Proviamo solo per un attimo a pensare alla vita degli anacoreti del passato, anche quelli organizzati in gruppi monastici stanziali, erano: mal nutriti, mal vestiti, poca igiene personale, carenza di cure mediche, senza elettricità né tecnologie, in ripari di fortuna, alla mercé delle intemperie e delle fiere, di briganti, potenti, antagonisti facenti parte di gruppi religiosi magari facinorosi, armati e violenti, dotati di poteri magici, etc. In contesti simili: la rinuncia, la fede, la carità, il sacrificio, lo sforzo, l’ascesi, la temperanza, la custodia vicendevole, la fratellanza, la cura, l’attenzione, la questua, il silenzio, assumevano uno spessore pari a quello dei giganti.

Cosa abbiamo oggi? Cosa siamo oggi? Medioborghesi, tendenzialmente cacasotto, un divano, un incenso, una tisana, una lezione online, un tg, una disputa, così tra le righe perché non fa fine farla all’ultimo sangue (vādavivāda), qualche libro quà e là, narcotizzati dalle favole mediatiche, esperti di politica, economia, costumi, cultura e sport, illusi di poter lasciare il segno in un’epoca il cui spartito è stato però, purtroppo per noi, già scritto a tavolino.

Ho, io personalmente, amarezza di questo? No, senza veli né peli sulla lingua, perché nella filosofia non-duale tutto ciò è stato abilmente già previsto. Non c’è contraddizione tra lo spirito dei pensatori passati e le variabili odierne, tutto è manifestazione (ābhāsa) e gioco (līlā) della mente universale, anche il non crucciarsi del gioco stesso è una regola del gioco prevista a monte dall’abilità logica di essi. Tutte le variabili celano lo stesso principio eterno (sarvātmā).

Cosa fare, allora, tra un corso ed un’arringa? Credo serenamente: vivere, ma anche altrettanto serenamente praticare giornalmente la meditazione, perché se si è capito un qualcosa, quel qualcosa, lo si legge nello scintillìo dello sguardo. La società, purtroppo, è fortemente malata, sempre più squilibrata. Di fatto non è mai stata sana, in nessuna epoca, questa è un’altra illusione che ci portiamo dietro, quella di idealizzare il passato confezionato come merce su di un bancone nei libri di storia. Gli odierni palliativi compensatori offerti sono sempre meno remunerativi, l’unico mezzo per evitare gli psicofarmaci nel futuro, che verranno offerti per tenere a bada le nevrosi sempre più dilaganti, sarà prendere rifugio nella meditazione. Oggi più che mai, e cocludo la mia arringa sulla nostra società “neo” qualcosa, meditare è mezzo non tanto per raggiungere mokṣa quanto per rimanere sani mentalmente.

Meditate sul silenzio, non vi fate prendere per il culo, perché quanto siete belli dentro, lo sapete solo voi, agli altri non fotte nulla.

I PRINCIPI MORALI DI OGGI
I PRINCIPI MORALI DI OGGI

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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