a cura di Monaco Guerriero
Nell’Antico Testamento si narra che il Serpente indusse al “peccato” Adamo ed Eva, che disobbedirono al comando divino e per questo furono “cacciati” dal Paradiso terrestre e condannati al lavoro.
Diversa è la visione degli gnostici Ofiti o serpentini (Ofis in greco = serpente) come venivano anche chiamati per la parte di rilievo da loro assegnata al serpente.
Secondo gli Ofiti il serpente sarebbe stato inviato da Sophia (o avrebbe assunto ella stessa le sembianze del Serpente) per risvegliare la coscienza dell’Uomo, che sonnecchiava in uno stato di indistinta beatitudine. Allontanatosi spontaneamente dall’Eden, venuta meno l’integrazione divina, l’Uomo si accorge di “essere nudo”, scopre il bene e il male, percepisce la natura duale dell’Universo.
Non tentatore, quindi, ma piuttosto vivificatore, veicolo di Conoscenza, il serpente (serpente gnostico) che libera l’Uomo dalla schiavitù dell’Eden e lo spinge a non vegetare, ma piuttosto a vivere coscientemente e consapevolmente, permettendogli di cogliere, gustare e nutrirsi dei frutti della Conoscenza.
Nella narrazione biblica di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, l’antagonista di Yahweh, che aveva causato ai due la conoscenza (la capacità di procreare) era il Serpente, Nahash in ebraico.
Il vocabolo ha anche due significati: “Colui che conosce i segreti” e “Colui che conosce il rame”. Questi altri significati o giochi di parole, li troviamo anche nell’epiteto sumero BUZUR, che sta a indicare Enki, che significava “Colui che svela i segreti” e “Colui che è delle miniere di metallo”.
Il serpente poteva essere Enki stesso. Il suo emblema erano due serpenti intrecciati; era anche il simbolo del suo centro di culto Eridu in Africa.
L’emblema dei serpenti intrecciati simboleggia la struttura a doppia elica del DNA, in poche parole la struttura del codice genetico. Vale a dire la conoscenza segreta che consentì a Enki di creare Adamo e successivamente di garantire ad Adamo ed Eva la capacità di procreare.
Energia vitale quindi il serpente che, con la stessa significazione è presente in certi passi del rituale templare, passi per i quali i Templari furono accusati di atti innominabili e addirittura vennero additati al pubblico disprezzo durante il processo al quale furono sottoposti.
Durante la cerimonia di iniziazione il neofita riceve un bacio alla base della spina dorsale, particolare di derivazione Ofita, a sua volto accolto, probabilmente, della tradizione indù, secondo cui esiste nell’Uomo un’energia vitale, rappresentata da un serpente, il serpente kundalini, che dorme acciambellato in fondo alla schiena e che, una volta risvegliato, risale lungo la spina dorsale, ridestando vari centri (chakras) fino ad arrivare nel mezzo della fronte, dove apre il terzo Occhio, ed alla sommità della testa, dove schiude la Conoscenza del Divino.
Viene alla mente la simbologia egizia: la testa del cobra (Ureo) si erge nel mezzo della fronte del Faraone a significare la natura ignea sovranità.
L’ureo, era una decorazione a forma di cobra in origine posta ai lati del disco solare e poi sul copricapo dei sovrani e delle regine egizie; esso rappresentava il Basso Egitto e la dea Wadjet, ed insieme alla barba posticcia era uno dei segni esteriori della regalità; talvolta era affiancato dall’avvoltoio (la dea Nekhbet, simbolo dell’Alto Egitto), come nella maschera e nel diadema di Tutankhamon, ed in epoca tarda e tolemaica i sovrani utilizzarono anche corone con due o tre urei affiancati.
Esso rappresentava la forza e la potenza del faraone, incuteva sottomissione ai sudditi e richiamava l’arma letale del cobra dall’alito infuocato che inceneriva i nemici e che secondo le leggende sacre si trovava sulla fronte di Horus quando il dio andava sul campo di battaglia.
Diversi altri sono i simboli collegati al serpente o le effigi in cui esso compare.
