di Eric Zuesse
Uno dei modi principali con cui il regime statunitense e i suoi alleati (o nazioni vassalle) ingannano il pubblico è quello dei titoli falsi, che spesso non rappresentano nemmeno in modo equo o del tutto la notizia. Un buon esempio recente è stato un articolo della Reuters del 23 agosto 2022 intitolato “Analysis: As Ukraine war drags on, Europe’s economy succumbs to crisis“ (“Analisi: Mentre la guerra in Ucraina si trascina, l’economia europea soccombe alla crisi”). La menzogna che il titolo intendeva impiantare nella mente dei lettori era che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non ha semplicemente contribuito a “far soccombere l’economia europea alla crisi”, ma che quando arriverà l’inverno e gli europei sperimenteranno un’economia ancora peggiore, ciò sarà dovuto in gran parte, se non principalmente, alla “guerra in Ucraina che si trascina”.
In realtà, le stesse sanzioni europee contro la Russia hanno prodotto e stanno producendo un’impennata dei prezzi delle materie prime che gli europei stanno sperimentando non solo per i carburanti, ma anche per gli alimenti e che sperimenteranno sempre di più durante l’inverno, quando ci sarà una domanda ancora maggiore per i carburanti che la Russia, più di ogni altro fornitore, ha venduto agli europei a prezzi più bassi rispetto a qualsiasi altro Paese – ma ora, a causa di quelle sanzioni imposte dai leader europei, i carburanti russi sono banditi dai mercati europei. I leader europei hanno imposto queste sanzioni, i media europei le hanno elogiate e i cittadini europei le hanno approvate, ma ora gli europei iniziano a sentire le inevitabili conseguenze di questa politica: l’impennata dei prezzi delle materie prime e il declino dell’economia.
Il 9 maggio 2022, l’emittente russa RT News ha pubblicato che “La più grande economia europea affronta un’ondata di fallimenti – il capo delle banche: Le sanzioni aggressive contro la Russia stanno mandando onde d’urto finanziarie in Germania”. Si trattava di un titolo e di una notizia onesti, che non si vedono nei media statunitensi e alleati. L’incipit è stato:
La Germania sarà colpita da un’ondata di fallimenti a causa delle sanzioni contro la Russia legate all’Ucraina, secondo l’amministratore delegato di Commerzbank Manfred Knof.
“L’approvvigionamento energetico in Germania è a rischio, le catene di approvvigionamento si stanno rompendo, abbiamo un’inflazione elevata”, ha dichiarato Knof citato dal quotidiano Handelsblatt.
Secondo il dirigente, quasi un terzo del commercio estero tedesco è stato colpito, costringendo le aziende a gestire problemi complessi con i clienti, tra cui l’aumento dei prezzi delle materie prime e le strozzature della catena di approvvigionamento.
“Non dobbiamo illuderci: il numero di insolvenze nei nostri mercati probabilmente aumenterà e con esso le garanzie contro i rischi delle banche”, ha detto Knof.
Mentre la “notizia” della Reuters aveva un titolo falso e il contenuto che seguiva era incomprensibile su ciò che sta causando la sofferenza delle economie europee – e il titolo implicava che la colpa fosse di Vladimir Putin e che Putin l’avesse causata quando ha preso la decisione del 24 febbraio che (presumibilmente) ha causato il crollo economico dell’Europa – questa notizia dalla Russia (a differenza di quella della Reuters) non aveva bisogno di mentire. Questa è la differenza tra propaganda e notizie. La propaganda è una “notizia” falsa. Le “notizie” false provengono dai “media” approvati.
Molte persone non leggono nemmeno oltre il titolo. Sono molto più numerose le persone che leggono il titolo che quelle che leggono effettivamente la notizia che si trova sotto di esso. E anche chi non legge oltre il titolo si fa imprimere nella mente l’impressione che il titolo suggerisce. L’inganno dei titoli è quindi una delle principali tecniche di propaganda.
Chiunque in Occidente paghi un abbonamento per ricevere “notizie” dai media approvati dal governo, paga per essere ingannato dal governo. Potrebbero dare alla gente una “buona sensazione” perché si pensa che provengano dal “nostro governo”, anche se in realtà provengono solo dai “media” che sono posseduti e controllati dai miliardari che finanziano le campagne politiche dei candidati politici vincenti, ma quelle quote di abbonamento stanno in realtà comprando veleno – veleno per la mente.
Ovviamente, i media che pubblicano questo articolo non farebbero mai una cosa del genere. Ma tutti i principali media statunitensi e alleati lo fanno continuamente e sanno cosa stanno facendo e perché.
Traduzione a cura di Costantino Ceoldo
Foto: Idee&Azione
