di Adriano Scianca
Quando, pochissimi anni fa (era il 2017!) mi misi a fare ricerche sull’ideologia gender per “Contro l’eroticamente corretto”, il tono generale del dibattito era questo: panico morale a destra, saccenza sarcastica a sinistra. Valigia blu, Internazionale, Vice etc non facevano altro che produrre lunghi spiegoni di fact checking per dirci che non solo non esisteva alcuna ideologia gender, dato che nessun Ufficio centrale dell’ideologia gender aveva mai pubblicato un volume autorizzato chiamato “Ideologia gender”, ma che i temi che rientravano sotto questo ombrello erano innocui e banali. Si tratta solo, dicevano, di capire come oltre al sesso biologico esista anche il genere, ovvero la declinazione culturale, e quindi per definizione cangiante, di esso. Poi le tesi estreme esistevano già (e io ne rendevo conto), ma almeno verso l’esterno la strategia rassicurante era questa.
Nel 2013, Judith Butler, accusata da più parti di essere la somma teorica della nuova ideologia, dava al Nouvel observateur questa definizione: «Mi si domanda spesso se ammetto l’esistenza del sesso biologico. Implicitamente, mi si dice: “Bisognerebbe essere davvero pazzi per dire che ciò non esiste”. Ed è vero, il sesso biologico esiste. Non è né una finzione, né una menzogna, né un’illusione. Semplicemente, la sua definizione necessita di un linguaggio e di un quadro di pensiero […]. Noi non abbiamo mai una relazione semplice, trasparente, innegabile con il sesso biologico. Noi dobbiamo passare per un quadro discorsivo, ed è questo processo che interessa la teoria del genere».
Ecco: neanche 10 anni dopo, la frase «è vero, il sesso biologico esiste. Non è né una finzione, né una menzogna, né un’illusione» suona come orbaniana. L’insistenza nel dire, come se fosse una ovvietà incontestabile, che «esistono uomini incinta» o nel far gareggiare atleti biologicamente maschi con colleghe biologicamente femmine si basa esattamente sull’idea che il sesso biologico sia una finzione, una menzogna, un’illusione. Se si riconoscesse una qualche realtà alla biologia, infatti, nessuno avrebbe problemi, pur nella massima disponibilità ideologica verso la disforia di genere, a dire che «solo le donne biologiche possono rimanere incinta, ma alcune di loro si sentono uomini».
Se fossi un ideologo sovranista che raccatta luoghi comuni, citerei la finestra di Overton. Ma non lo sono.
(Nell’immagine, una pubblicità che ha fatto molto discutere in Francia in questi giorni. Chi l’ha giudicata assurda, anche da sinistra, è stato accusato di simpatie per l’estrema destra).
