a cura di Andrea Cecchetto
Vi sono, mi pare evidente, forze e poteri più o meno occulti che ci spingono sempre più verso un individualismo sfrenato, e che mirano ad uniformare i popoli, ad annichilire le diversità culturali, ad annientare la straordinaria ricchezza delle tradizioni, perfino ad annullare l’identità di genere sessuale e, insomma, a renderci tutti uguali: semplici unità separate ed indifferenziate che vivono, consumano e la pensano in modo identico. Proprio come gli insetti che vorrebbero farci mangiare. René Guénon lo scriveva già nella prima metà dello scorso secolo.
E perché vogliono questo? È chiaro: per controllarci e manipolarci meglio! Ma, anche se arriveranno molto vicino allo scopo, essi non vinceranno; non possono farlo. È metafisicamente una battaglia persa. La separatività è soltanto un’errata percezione dell’Unità del Reale, e Satana è una creatura di Dio. Cito:
“Se prendiamo in esame l’insieme di quell’ambito di manifestazione che è il nostro mondo, possiamo dire che in esso, man mano che si allontanano dall’unità principiale, le esistenze diventano sempre meno qualitative e sempre più quantitative […]. La […] uniformità, per essere possibile, supporrebbe esseri sprovvisti di qualsiasi qualità e ridotti a semplici «unità» numeriche […]; ma è evidente che, in nome di una pretesa «uguaglianza», uno degli «ideali» alla rovescia più cari al mondo moderno, si cerca effettivamente di rendere gli individui tanto simili tra loro quanto la natura lo permette, e questo in primo luogo pretendendo di imporre a tutti una educazione uniforme […]; in tal modo il «livellamento» si effettua sempre dal basso, e d’altronde non può essere diversamente, poiché questo stesso livellamento non è che una espressione della tendenza verso il basso, cioè verso la quantità pura […]. Ne deriva la conseguenza, solo in apparenza paradossale, che il mondo è tanto meno «unificato» nel senso reale del termine, quanto più diviene uniformizzato; ciò è assolutamente naturale in fondo, poiché […] il senso in cui viene condotto è quello di una «separatività» sempre più accentuantesi” (René Guénon; Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, VII, pp. 53-55).
“[…] mai l’umanità è stata così lontana dal «Paradiso terrestre» e dalla spiritualità primordiale. Bisognerà forse concludere che questo allontanamento sia definitivo, che nessun potere stabile e legittimo reggerà più la terra, che ogni autorità spirituale scomparirà dal mondo e che le tenebre, estendendosi dall’Occidente all’Oriente, nasconderanno per sempre la luce della verità? Se tale fosse la nostra conclusione, non avremmo certo scritto queste pagine, né avremmo scritto nessuno degli altri nostri libri, giacché si sarebbe trattato ovviamente di fatica sprecata” (René Guénon; Autorità spirituale e Potere temporale, VIII, p. 95).
“La legge è negata nel momento stesso in cui è negato il principio dal quale emana; ma in realtà i suoi negatori non hanno potuto sopprimerla di fatto, ed essa si rivolge contro di loro; così il disordine deve alla fine rientrare nell’ordine, al quale nulla può opporsi se non in apparenza e in modo affatto illusorio” (René Guénon; Autorità spirituale e Potere temporale, IX, p. 98).
