di Enrico Montetermini
Leggo che i Windsor sono marionette dei Rothshild. Non è così. I grandi banchieri amministrano i soldi delle famiglie reali, che hanno sempre esercitato il potere e lo esercitano ancora, tenendosi dietro le quinte. E questo vale anche per quelle casate che non regnano più. I Windsor (cioè il ramo britannico dei Coburgo Gotha) non hanno debiti con i Rothshild: hanno fatto per secoli investimenti colossali nel cotone in India, nell’oro e nei diamanti in Sud Africa (De Beer), nel petrolio in Medio Oriente e altre parti del mondo (Shell), forse anche nel traffico internazionale di droga (a partire dalle guerre dell’oppio). Vi pare possibile che, in un mondo dove comanda il denaro, i Windsor siano tanto potenti quanto indebitati? I debiti sono il marchio degli schiavi, non dei re: gravano sugli Stati, sulle aziende e sui cittadini, non sui membri della power èlite. Le ricchezze dei Windsor vanno al di là di qualche castello, degli yacht o dei jet privati: sono occultate nei trust anonimi che si trovano nei paradisi fiscali.
