di Giuseppe Aiello
Credo che tra molti tradizionalisti o comunque cercatori sinceri del Sacro e viandanti dello Spirito, ci sia una sostanziale mancanza di comprensione di cosa sia il TAWHID (in arabo: ﺗﻮﺣﻴﺪ ‘unicità’), purtroppo tradotto generalmente con “monoteismo”, termine che già svia non poco.
Aggiungo che anche moltissimi “monoteisti” non lo hanno ben compreso, tra cui molti di coloro che hanno avuto e hanno autorità spirituale, giuridica e morale tra i fedeli.
Ecco allora che i “monoteismi” vanno in contrasto con i “politeismi”, le tradizioni indoeuropee con quelle semitiche, Roma contro il cristianesimo, oggi l’Islam contro ogni altra forma di spiritualità…ecc….ecc…..ecc…ecc….
Non posso certo io spiegare tutto, lo farà il Restauratore, il Mahdi, Saoshyant, Kalkin Avatara che metterà tutti d’accordo.
Nel frattempo però si può studiare con umiltà, senza pensare di sapere tutto, avere certezze.
ps.: si pensi poi ad assurde affermazioni come l'”Islam non mi piace”, come se una tradizione divina dovesse piacere….dov’è l’estinzione dell’ego? la “lavorazione della pietra grezza”? il lavoro su stessi?
ps 2: si pensi anche all’ affermazione per cui le religioni semitiche, abramitiche nella fattispecie, applicano la legge divina, mentre nelle tradizioni indoeuropee….ma non avete studiato e compreso che TUTTE le antiche civiltà tradizionali, compresa Roma Arcaica, ritenevano le Leggi divine nel senso che erano donate dagli dei oppure fondavano la pax deorum, il patto tra uomini e dei? Secondo Platone, gli dèi governano parti del cosmo (Politico, p. 61), si spartirono la terra (Crizia, p. 667), e governano gli uomini così come questi governano gli animali (Politico, p. 63). Gli dèi possono essere essi stessi “re” di uomini (Carmide, p. 63), fondare stirpi e insediare sovrani (Alcibiade, p. 561; Eutidemo, p. 239). Loro possono infatti anche accoppiarsi con gli esseri umani generando gli heroes (eroi) (Cratilo, p. 293) e avere discendenza (Repubblica, p. 99). Questo perché gli dèi hanno plasmato l’uomo (Repubblica, p. 183), anche se non sappiamo se “per gioco” o per uno “scopo serio” (Leggi, p. 87).
