di Mike Plato
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi»
Questa è la ricetta per la vita eterna, così vien detto nel testo del vangelo. Sembra una barzelletta alla lettera, per cui occorre cogliere il meta-Senso del portato letterale.
I poveri – ptokoi – ebionim non sono quelli in miseria economica. Poveri sono il gruppo di Yeshua, sono coloro che sanno di esser poveri ontologicamente rispetto a Dio che è ricco di tutto. Poveri lo siamo tutti perché tutti versiamo nella miseria della morte e dellincoscienza, ma i veri Poveri sono quelli che nne hanno consapevolezza. Un conto è esser poveri e non saperlo credendo di essere padroni della propria esistenza. Ben altro è esser poveri, consci che questa vita è miseria rispetto alla ricchezza dell’eternità, che qyesto corpo mortale è miseria rispetto al corpo incorruttibile.
Cristo non ingiunge solo di offrire i suoi beni al suo gruppo ma di offrire ciò che l’uomo ha più cara: l’illusione di autodeterminazione, che scaturí dal peccato primordiale. La mortificazione della falsa volontà egoistica arcontica in noi è la presunta ricchezza cui occorre davvero rinunciare, perché ogni volontà umana si risolve in un nulla, a meno che questa volontà non si esprima per annullare se stessa.
