L’EQUIVOCO SULLA TERZA ROMA

di Daniele Perra

C’è un equivoco al quale sarebbe opportuno porre fine. Il mito (più o meno sotterraneo) della Terza Roma che attribuisce a Mosca una sorta di missione universale ha storicamente avuto poca importanza per l’eurasismo (almeno per quello classico). La “translatio imperii” alla quale i vari Trubeckoj, Savickij, Jakobson, Vernadskij (e così via) facevano riferimento era il passaggio di consegne tra l’Orda d’Oro ed il Granducato di Mosca, da Gengis Khan ed i suoi eredi agli Zar di tutte le Russie. La stessa storia dell’Eurasia (uno spazio continentale autonomo, distinto dalla penisola europea e dalle regioni meridionali dell’Asia, e diviso in quattro climi – tundra, taiga, steppa e deserto – che hanno segnato in modo preciso lo sviluppo culturale e politico dei popoli in essa insediati) era interpretata come il susseguirsi del tentativo di costruire un impero unitario su tutta la sua superficie. La sua storia, insomma, è stata dettata dal confronto costante tra foresta e steppa. Dapprima, i nomadi dominarono per lungo tempo questo spazio. Successivamente, il popolo stanziale russo è riuscito a costruire una unità imperiale che, con alterne fortune, dura ancora oggi.

Dunque, la storia della Russia si inserisce in quella dell’Eurasia che si suddivide in sette ere distinte: 1) le migrazioni indoeuropee verso Occidente; 2) le migrazioni ugro-finniche; 3) il tentativo di sintesi tra foresta e steppa (con la Rus’ di Kiev ridimensionata nel suo valore storico per la debolezza strutturale); 4) scontro tra di esse; 5) la vittoria dei popoli mongoli (steppa); 6) la vittoria dei popoli stanziali (foresta); 7) l’unificazione dell’Eurasia sotto la guida russa.

È opportuno inoltre ricordare che gli eurasisti classici sostenevano l’idea che il confronto fosse in realtà una più o meno aggressiva forma di reciproca integrazione/assimilazione tra le due componenti nomade e stanziale dello spazio eurasiatico.

Inutile dire come questo approccio sia anche valso al movimento eurasista l’“accusa” di determinismo geografico alla quale era stato sottoposto anche il padre fondatore del pensiero geopolitico: il tedesco Friedrich Ratzel. Tuttavia, come per Ratzel, se è vero che clima e geografia influenzano in modo determinante i caratteri di un popolo, è altrettanto vero che crescita e sviluppo di un popolo si determinano su due linee: uno orizzontale (biologica) e l’altra verticale (politica). Lev Gumilev, dopo l’eurasismo classico, a questo proposito parlò di “passionarnost” (passionarietà); termine recentemente utilizzato da Vladimir Putin per identificare uno dei caratteri essenziali del popolo russo.

Secondo Trubcekoj, infatti, ogni cultura si fonda su valori autonomi e segue un proprio cammino. Tuttavia, può essere sospinta all’imitazione di modelli stranieri per costrizione esterna dovuta ad una conquista militare (il caso dell’Europa odierna, ed esempio), oppure per costrizione interna a causa di una sorta di complesso di inferiorità. Trubeckoj, in questo precursore del pensiero multipolare, criticava la pretesa universalità della cultura occidentale. Egli, oltre un secolo fa, sosteneva l’assoluta inconsistenza (o meglio, la sostanziale intercambiabilità) delle due principali correnti della filosofia politica occidentale: il piccolo nazionalismo e quel cosmopolitismo che in realtà interpretava come un supernazionalismo occidentale mascherato, visto che il suo obiettivo era l’occidentalizzazione globale. Se pensiamo agli attacchi che oggi Paesi come Cina, Iran (e la stessa Russia, il cui attuale sistema politico ha ancora molto di “occidentale”) subiscono da entrambi gli schieramenti politici dell’Occidente, possiamo facilmente intuire come Trubcekoj avesse sostanzialmente ragione.

L'EQUIVOCO SULLA TERZA ROMA
L’EQUIVOCO SULLA TERZA ROMA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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